11 giugno, tutte/i in piazza con Mimmo Lucano

11 giugno, tutte/i in piazza con Mimmo Lucano

Riportiamo a seguire il comunicato con cui il “Comitato 11 giugno” nato per tenere insieme le tante iniziative che si terranno in occasione della prima udienza del processo contro Domenico (Mimmo) Lucano al tribunale di Locri. Per l’occasione si annuncia che le vie principali, adiacenti al tribunale, saranno militarizzate, si annuncia la presenza di tante e tanti solidali che scenderanno in Calabria per dire da che parte stanno. Numerosi saranno i presidi che si terranno in contemporanea in alcune città italiane, fra queste Roma, (Piazza Madonna di Loreto), Milano, Palermo e certamente tante altre. C’è un mondo di uomini e donne indisponibili ad accettare la persecuzione giudiziaria che si sta conducendo contro uno dei pochi esempi di amministrazione locale dove si è riusciti a coniugare accoglienza, solidarietà e sviluppo senza produrre corruzione, malaffare, razzismo. Rifondazione Comunista, da sempre vicina a Mimmo Lucano e alla sua concreta utopia, sarà presente in queste piazze e invita iscritte/i e simpatizzanti a partecipare a questa giornata di lotta e alle altre che dovranno seguire per vedere riaffermata una parvenza di giustizia. Siamo e restiamo con Mimmo Lucano, i suoi “reati di solidarietà” sono quelli in cui ci riconosciamo come alternativa praticata alla barbarie.

Domani inizierà il processo nei confronti di Domenico Lucano a #Locri.
L’accusa è di truffa con danno patrimoniale dello Stato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio.
20 anni di dedizione e generosità verso il prossimo continuano a essere messi in discussione così come lo è il “modello #Riace“.
In questi anni (tutto questo è avvenuto SOLO dal 2016 in poi) è stata:
● bloccata una serie Tv Rai sulla storia del comune della Locride
● cancellato uno Sprar e fatte allontanare centinaia di persone dal progetto (sprar poi riabilitato dal Tar di Reggio Calabria dopo aver creato il deserto)
● messo fine all’economia interna del Borgo con la chiusura delle botteghe artigianali che avevano dato lavoro a tutti, migranti e non
● bloccati i fondi destinati ai progetti già erogati dal comune da parte del Viminale (2 milioni di euro di credito del Comune che adesso si sono trasformati in una richiesta di 3 milioni che il Ministero fa a un paese di 1500 abitanti)
●infangato il nome della persona
●bloccato il suo stipendio da primo cittadino e trattato peggio di un mafioso costringendolo a vivere in esilio dalla sua città anche durante la campagna elettorale della propria lista (elezioni vinte poi dalla lista civica in cui è presente il referente del comitato locale della Lega Nord).

È abbastanza evidente sul piano politico che Riace e il suo messaggio possono far saltare tutta la propaganda h24 a trazione leghista presente sui social e nelle leggi a oggi approvate.
Adesso non resta che sperare che le influenze e pressioni istituzionali non inquinino il piano giudiziario.

Nel frattempo domani bisogna essere in tantissimi a #Locri, una marea umana quanto l’amore che Mimmo ha messo nel suo lavoro da Sindaco e militante per costruire un modello politico dove l’accoglienza è solo una parte del tutto.

L’evento di solidarietà organizato da Comitato Undici Giugno:


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