Al Sud non si pedala: Il Giro d’Italia si tiene alla larga  Strade con troppe buche?

Al Sud non si pedala: Il Giro d’Italia si tiene alla larga Strade con troppe buche?

Antonio Bianco

Il giro d’Italia di ciclismo si ferma a San Giovanni Rotondo, ignorando il Sud e le isole. Si cancella, un pezzo alla volta, la coesione e l’unità Nazionale, frutto della lotta contro il fascismo.

La storia parte dal lontano.

Nel 1984 fu messa in liquidazione la Cassa per il Mezzogiorno, strumento che aveva consentito al meridione di ridurre, non annullare, il gap socio-economico e culturale con il Centro Nord. Sostituita dall’AgenSud per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno, soppressa anch’essa nel 1992. Con la riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione viene eliminato dall’art. 119 ogni riferimento al Mezzogiorno ed alle isole.

La modifica del lessico giuridico completa l’opera, viene espunto il riferimento alla Questione Meridionale, ritenuta risolta e non più da trattare come tema nazionale.

L’Italia del Centro-Nord prende il largo ed il Sud arretra: asili nido, trasporti, mense per le scuole, strade senza buche sono un sogno. Facile trovare il colpevole. Il Presidente della Regione Veneto Zaia nel 2014 subito lo individuò dichiarando che: “mezza Italia che ha i libri da portare in tribunale, che è fatta di fannulloni e cialtroni, di gente che si mangia tutto quello che il Nord produce”.

Sempre i soliti mangia pane a tradimento, dissipatori del denaro pubblico, malavitosi, mala carne; sapete già di chi stava parlando? … E’ ovvio: del Sud.

Il Mezzogiorno non è il frutto marcio della politica italiana da mandare al macero. Gente operosa, gente che emigra per studiare e lavorare duro, gente abituata a crearsi un futuro e “non fannulloni e cialtroni”. Dal 2002 sino al 2015 circa 783.000 di persone sono andati via, di cui 220 mila laureati. Ogni giorno vi è l’emigrazione nascosta, un pendolarismo interno di circa 144.673 di cui 44.943 mila laureati e 58.313 giovani tra i 15 ed i 34 anni. Se aggiungiamo quelli che vanno all’estero la cifra aumenta a 162.334 unità.

Nel 2016, per curarsi, si sono recati nel Centro-Nord 115.771 persone. Fra 50 anni il meridione perderà 5 milioni di persone.

Ogni anno il Sud perde 61 miliardi a tutto vantaggio del Centro- Nord. Se negli ultimi cinque anni fossero stati destinati al Sud il 34% degli investimenti pubblici, pari alla sua popolazione, e non il 28,3%, con una perdita di circa 25 miliardi, sarebbero aumentati gli occupati di 300 mila unità, ridotta l’emorragia dei posti di lavoro del 40% ed incrementato il PIL del 5%.

Non siamo “fannulloni e cialtroni”, siamo cittadini del Sud che ricevono minori risorse finanziarie. La riforma Costituzionale del 2001 indicava alcuni criteri per garantire uniformità di servizi pubblici su ogni zolla dello Stato italiano, inclusi i territori con minori entrate fiscali. Si dovevano definire, infatti, i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), indispensabili per passare dalla spesa storica, che penalizza il Sud, ai fabbisogni standard con i quali si sarebbero finanziati integralmente tutti i servizi civili e sociali (asili nido, strade asfaltate, mense per i bambini, ecc…) sull’intero territorio Nazionale. Il fondo di perequazione, inoltre, oggi finanziato al 50%, avrebbe fornito la restante parte di soldi per rendere l’Italia unita, coesa e solidale.

Questi sono i numeri della “operazione verità” che lo Svimez ha pubblicato 2018. Queste sono le condizioni ed i motivi che impediscono, non solo al Sud, ma all’Italia intera di entrare in Europa alla pari dell’asse franco-tedesco. L’insufficienza di fondi finanziari per la nascita di servizi efficienti e di strade senza buche ha imposto, probabilmente, agli organizzatori del Giro d’Italia di saltare il Sud e le isole, fermandosi dal Santo di Pietralciana.

Questo è il frutto di un federalismo fiscale iniquo, discriminatorio e disuguale.

L’Italia sempre più divisa. Lo sport non unisce ma divide e non si consente a tutti gli italiani, inclusi quelli del Sud, di vedere dal vivo i propri idoli su due ruote. Sognare di pedalare con loro e scalare vette inaccessibili ai comuni mortali. Momenti di gioia estatica che fa ravvivare i cuori ed immaginare, almeno per un giorno, di essere degli italiani, tutti uniti, a tifare per il proprio campione.


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