Ci vogliono divise/i ci avranno indivisibili

Ci vogliono divise/i ci avranno indivisibili

Quanto segue è il report dell’assemblea nazionale della rete #Indivisibili che si è riunita, non casualmente un anno dopo la grande manifestazione, il 10 febbraio a Macerata. A seguire il comunicato inviato e letto dalla presidenza a nome del PRC-S.E.

Stefano Galieni*

L’assemblea nazionale che si è riunita domenica 10 febbraio 2019 a Macerata si è aperta dando spazio a due voci dal profondo valore simbolico: Wilson Kofi, un ragazzo ghanese vittima dell’attentato fascista di Luca Traini, e Madalina Gavrilescu, attivista rumena del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma, colpita da un provvedimento di espulsione in ragione del suo impegno sociale e politico.

L’assemblea ha segnato la nascita di un Forum solidale e antirazzista, contro l’esclusione sociale e le politiche fascistoidi del governo, sulla base della piattaforma tematica di contenuto sulla quale è stata costruita la mobilitazione nazionale del 10 novembre 2018, integrata con una maggiore focalizzazione circa le nuove politiche securitarie e repressive del Governo. Un forum che non ambisce ad essere un’organizzazione che produce sintesi generaliste tra soggettività sociali e politiche, ma un luogo di incontro, confronto e coordinamento sia dal punto di vista dell’approfondimento e della diffusione dell’analisi, sia dal punto di vista della convergenza e dell’unità attraverso la pratica su precisi obiettivi e campagne comuni e condivise.

Le mobilitazioni che stanno attraversando l’Italia mostrano una disponibilità diffusa di opporsi alle politiche securitarie e xenofobe del governo giallo-verde. Proprio per questo serve un luogo autorevole e autonomo di movimento che sia in grado di essere uno spazio aperto, plurale, inclusivo che vada a intrecciare e potenziare le iniziative che vivono e si moltiplicano nei territori.

Il percorso del forum che mira all’unità si deve dare nelle pratiche e nella capacità di dare continuità e processualità alle lotte. Anche per questo bisogna mettere al centro le tematiche che accomunano i migranti e gli italiani proprio per far capire che la legge Salvini è un attacco ai diritti e alle libertà di tutte e tutti, ma soprattutto dei soggetti sociali più deboli e marginali.

L’assemblea assume alcune tematiche e campagne su cui deve articolarsi l’organizzazione e la costruzione del forum:

- Una giornata di mobilitazione coordinata a livello nazionale sul tema della residenza e dell’iscrizione all’anagrafe, contro l’art5 del Piano casa di Renzi e Lupi, e il divieto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo. La proposta di data è quella del 1° marzo.

- Una campagna per la regolarizzazione generalizzata per chi perde il permesso di soggiorno a causa degli effetti della Legge Salvini e per tutti coloro che si trovano sul territorio italiano senza titolo di soggiorno e che ad oggi non hanno alcuna possibilità di emergere.

- Necessità di rilanciare le mobilitazioni contro la chiusura dei porti e per il diritto allo sbarco.

- Costruzione di percorsi reali di accoglienza alternativa e solidarietà a chi verrà espulso dal circuito dell’accoglienza.

- Articolazione di una campagna per la chiusura dei Cpr, a partire dalla piena assunzione del corteo di Milano del 16 febbraio.

- Realizzazione di mobilitazioni in grado di denunciare le aziende che, come l’Eni, sfruttano e inquinano il continente africano e sono responsabili della distruzione e del saccheggio delle risorse nei territori di provenienza di molti migranti.

- Caratterizzazione del 25 aprile come giornata di liberazione dalla legge Salvini e dalle politiche di odio, razzismo e sfruttamento del governo di polizia giallo-verde, con mobilitazioni diffuse e articolate su tutto il territorio nazionale.

- Organizzazione di un meeting come momento di approfondimento da realizzare entro la metà di maggio su assi di discussione della solidarietà, dell’antirazzismo e dell’esclusione sociale.

- Opposizione ad ogni forma di daspo urbano che con la legge Salvini preclude anche l’accesso alle strutture sanitarie.

- Opposizione agli sgomberi in un ‘patto di mutuo soccorso’ che costruisca reti solidali con le occupazioni abitative sotto attacco.

- Volontà di interagire con il percorso di costruzione della manifestazione del 23 marzo per il clima e contro le grandi opere in relazione alla quale si ritiene sia importante che nei contenuti della manifestazione emerga l’opposizione nei confronti del governo giallo-verde e della legge Salvini per l’oggettivo nesso tra cambiamenti climatici e flussi migratori.

- Sostegno all’iniziativa internazionale di denuncia delle politiche migratorie razziste, xenofobe e omicide dell’ Unione Europea prevista per il 5 maggio prossimo, come proposto dalla Caravana Abriendo Fronteras. 

- Solidarietà del forum a Davide Falcioni, all’ex Canapificio di Caserta, a Leila Gulen in sciopero della fame alla vigilia del corteo per la libertà del popolo kurdo che si terrà a Roma il 16 febbraio.

- Solidarietà a Madalina, a fianco della quale saremo in piazza il 15 febbraio a Roma, e a Gordana per la cui liberazione dal Cpr Ponte Galeria manifesteremo il 20 febbraio sempre a Roma.

Ci rivediamo il 13 aprile a Roma per una riunione in vista delle mobilitazioni di aprile e l’organizzazione del meeting.

Ci vogliono divisi, saremo #indivisibili

Testo letto a nome del PRC

Care compagne e cari compagni
Mi spiace non poter essere oggi a Macerata per impegni precedentemente presi ma mi sento rappresentato tanto dai nostri intenti comuni quanto dalle compagne e dai compagni del mio partito che saranno presenti.
Sono poche le cose che mi preme dire. Intanto che il nostro percorso, iniziato il 14 ottobre scorso a mio avviso sta contaminando molto anche in altri ambiti finora rimasti distanti. Credo che la pluralità con cui siamo stati capaci finora di muoverci, sia un nostro carattere distintivo che permette ad ognuna e ognuno di noi, di sentirsi parte di un grande spazio pubblico in cui non si deve rinunciare alla propria identità e alle proprie sensibilità ma in cui si ha modo di convergere e far convergere. Mi auguro che questo sia il messaggio strutturale che uscirà da questa assemblea, non vogliamo ridurre ad uno ma ritenerci un campo aperto e sperimentale capace di fare informazione, azione politica, di combattere razzismi, fascismi, diseguaglianze sociali e anche di schierarci, tanto con il securitarismo dei governi passati, quanto dalle derive da destra estrema assunte da quello attuale. Mi auguro che continuino a convivere e a contaminarsi gli approcci etici dell’antirazzismo, quelli più caratterizzati da una analisi politica ed economica di questo scorcio di secolo, quelli che si pongono come obiettivo quello della rimozione delle diseguaglianze sociali e di genere. La nostra forza a mio avviso deve restare questa, unire quello che sia il liberismo che alcune forme di leaderismo delle nostre storie recenti e passate ha frantumato. Non è facile perché significa introdurre pari dignità, ruolo, valore, a contesti che spesso si sono persi nei rivoli delle microstorie mentre il mondo peggiorava non solo nei livelli di sfruttamento delle persone, ma nei valori che permettono di essere collante ideologico reazionario. Il 10 febbraio a Macerata, come il 10 novembre a Roma ci hanno dimostrato che si può. Che possono ritrovare punti di contatto e di messa a valore reciproci: i movimenti per il diritto all’abitare, le tante realtà migranti auto organizzate, i lavoratori e le lavoratrici, le espressioni culturali, sociali e politiche più disponibili, come quella di cui faccio parte, a mettersi in gioco e in discussione in nome di un processo di crescita comune. Certo è che non basteranno presidi, manifestazioni, azioni di protesta e di denuncia. Dobbiamo anche col nostro lavoro di cui non possiamo dimenticare la parzialità, ricostruire cultura e opposizione reale, capace di cambiare il presente. E va trovato un metodo rispettoso del ruolo di tutte e tutti. A nostro avviso, come Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Europea, resta ancora valido quello che ci eravamo dati tanti anni fa con i Social Forum, forse uno degli ultimi periodi fecondi della nostra storia. Un metodo caratterizzato dalla fatica nella ricerca del consenso, dall’ascolto reciproco, dalla volontà di pensarsi crogiuolo di pratiche e di idee, di spazio di sperimentazione e di confronto. Farlo oggi è più difficile ma ancor più necessario, mettere in sintonia la testimonianza concreta di relazioni paritarie che si erano stabilite a Riace con le battaglie per la difesa dell’ambiente, con quelle per il diritto a casa, lavoro reddito col contrasto alla povertà, al patriarcato, a ogni forma di discriminazione e violenza, è impresa enorme in cui tutte/i siamo necessarie/i e nessuna/o è autosufficiente. Il futuro che si va realizzando prevede per chi è richiedente asilo o comunque migrante, ulteriore erosione dei diritti, riduzione dell’accoglienza diffusa in funzione di modelli privatistici o di militarizzazione del territorio. La volontà di riaprire tanti luoghi di detenzione amministrativa è solo la punta dell’iceberg di questo percorso repressivo Ma, non solo con l’approvazione del Dl Salvini, aumenteranno le forme di negazione dei diritti per chi è sfruttato e non si rassegna ad esserlo, per chi non accetta il dominio patriarcale come quello del mercato, per chi prova a costruire ambiti di opposizione e di conflitto inconciliabili con le misure di normalizzazione e di perdita di spazi democratici tipici delle crisi strutturali. Chi domina oggi non può permettersi neanche il pregio di mediare fra interessi diversi, impone il proprio come una religione naturale e distrugge chi osa contrastarlo. Per questo mi auguro che dal vostro/nostro incontro, emerga la volontà di ritrovarsi presto, magari per produrre un momento più ampio, formativo e di autoformazione, utile anche a rompere diffidenze e timori che, inevitabilmente e per errori commessi da ognuno di noi, si sono sedimentati producendo cristallizzazioni dannose. Mi auguro che si proceda anche con la necessaria lentezza e cura del percorso, sapendo però che nel frattempo è necessario agire e rispondere alle logiche di distruzione e distrazione di massa che si sono prodotte. C’è molto da fare, senza restare estranei a quanto succede fuori dal nostro percorso ma senza neanche cadere nella subalterna risposta ad agende dettate da altri. C’è molto da fare per rafforzarci, c’è da conoscere meglio sia i territori che frequentiamo sia quelli ancora non raggiunti, periferie o province in cui il nostro agire è stato sostituito da autonominati difensori degli “italiani” che producono cultura di odio e rancore sociale, spesso utilizzando la necessità di veder soddisfatti bisogni e risposte che nessun’altro garantisce. Ci aspetta quindi un lavoro di lunga durata in cui a volte saremo tutti ancora #indivisibili mentre in altre occasioni potremo agire in maniera trasparente con le nostre specificità senza mettere in discussione ambiti che non debbono potersi strutturare in maniera chiusa e organizzativistica. E c’è necessità di mantenere vivo il nostro ambito comunicativo, facendo in modo che le iniziative di ognuna/o abbiano risalto e divengano luogo di possibile incontro e azione condivisa, in maniera volontaria ovviamente. Girando in questi mesi per l’Italia, ricevendo le richieste dai circoli del partito in cui mi riconosco, ho tratto l’impressione che la nostra manifestazione, le modalità della sua convocazione, la sua riuscita, gli stimoli emersi, abbiano segnato una traccia, acceso una speranza. Cerchiamo insieme e ad ogni costo di non deludere queste promesse e di tramutarle in un luogo in cui nessuno si senta ospite e in cui non si alzino muri basati sulle singole verità.
Buon lavoro a tutte/i

*Responsabile Pace, Movimenti e Immigrazione PRC-S.E.


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