Il premier Conte al Parlamento europeo a Strasburgo, intervento di Eleonora Forenza

Il premier Conte al Parlamento europeo a Strasburgo, intervento di Eleonora Forenza

intervento di Eleonora Forenza in sessione plenaria al Parlamento Europeo, a Strasburgo -

«Signor Presidente,

intendo porle alcune domande a partire dalla convinzione che quanto sta accadendo e accadrà in Italia è particolarmente rilevante per il futuro dell’Europa, su cui insistono due opzioni, fra loro fortemente interconnesse e nefaste: la prosecuzione delle politiche neoliberiste e il crescente consenso di una onda nera reazionaria. Chi vi parla a nome di questo Gruppo è impegnato nella costruzione di un terzo spazio, di una alternativa per l’Europa fondata sull’autodeterminazione di donne, uomini, popoli.

Le domande che intendo porle sul Futuro dell’Europa forse si possono così sintetizzare: se il governo intende continuare a tradire la sua promesse di rimettere in discussione le politiche neoliberiste di questa Ue e alimentare politiche reazionarie razziste, sessiste quando non apertamente neofasciste che riemergono in Europa.

Ecco, dunque, le mie domande al Primo Ministro italiano sul futuro dell’Europa. La prima. Il 25 ottobre 2018, anche a seguito di una aggressione avvenuta a Bari da parte di alcuni militanti di Casapound a me e altr@ manifestanti antirazzisti, questo Parlamento ha approvato una risoluzione che “esorta gli Stati membri (…) a contrastare le organizzazioni che incitano all’odio e alla violenza negli spazi pubblici e online e a vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalta e glorifica il nazismo e il fascismo”. Come intende il Governo italiano contribuire alla sua applicazione? Come giudica le relazioni fra il Ministro degli Interni e i neofascisti di Casapound documentati tra l’altro in questa foto?

Ma alla radice di ogni fascismo, come ci insegna Hannah Arendt, c’è un processo di disumanizzazione dell’altro: lo stesso che è alla base della guerra alle persone migranti. Ero sulla Open Arms nel luglio scorso e indossavo questa felpa, che non è una divisa ma segno di solidarietà, come altre deputati europei di diversi gruppi politici, quando ricevemmo la notizia che i porti italiani erano chiusi per quelle 59 persone che erano state soccorse in mare. Erano i giorni del Consiglio sui migranti: le chiedo, Presidente, perché il governo italiano non ha supportato e non supporta la posizione del Parlamento europeo sulla riforma del Regolamento di Dublino e la relocation obbligatoria? Perché preferisce fare asse con Orban, e continuare a raccontare la menzogna che le Ong aumentino le partenze dalla Libia, menzogna smentita tra l’altro da questa ricerca dell’Ispi? La linea del rigore e della paura è quella di chi oggi è accusato del sequestro di 177 persone, confonde soccorso e traffico, smantella l’accoglienza come sta avvenendo col decreto sicurezza/migranti? Li ha mai visti i segni della tortura sui corpi delle persone che deteniamo nei Cpr, i mucchietti di psicofarmaci che gli somministriamo in nome della fermezza? Come ha recentemente affermato la sindaca di Barcellona, insieme ad altri sindaci in una azione di sostegno alle Ong a cui mi unisco, “riteniamo che l’europa nauufraghi quando viola la legge del mare, quando accusa di traffico di esseri umani chi li soccorre, Esigiamo che il governo italiano e spagnolo e la Commissione europea abbandonino la strategia di bloccare e criminalizzare le Ong.

In questa Plenaria, signor Presidente, discuteremo dei passi indietro sui diritti delle donne in Ue. È consapevole che la Commissione Femm di questo Parlamento ha prima audito e poi visitato in delegazione gli spazi di autodeterminazione delle donne, come la Casa internazionale delle donne e Lucha y Siesta a Roma, che in Italia sono sotto attacco? Che la presenza di medici obiettori impedisce il diritto alla salute sessuale e riproduttiva? Delle conseguenze del DL Pillon?

L’8 marzo le donne sciopereranno in tutta Europa, in Italia a partire da un piano contro la violenza che chiede reddito di autodeterminazione e salario minimo europeo.

È da queste proposte che pensiamo che il Futuro dell’Europa possa ripartire: non dal tradimento del suo Governo, del tutto prono rispetto alle politiche neoliberiste: si è piegato ai vincoli sullo sforamento deficit/pil, ha lasciato inalterato il pareggio di bilancio in Costituzione, propone una autonomia differenziata che è il contrario delle politiche di coesione che sarebbero necessarie per dare una risposta alla questione meridionale come questione europea, ha dato il via libera a grandi opere come TAP e terzo valico e infine varato una proposta di workfare con il reddito di sudditanza. 21 italiani hanno il reddito di 12 milioni di persone secondo i dati oxfam: ma voi fate la flat tax al posto della patrimoniale.

Il futuro dell’Europa, signor presidente, ci chiede di essere partigiane».

Qui il VIDEO dell’intervento

 

 


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