Se il Censis ci dice che balliamo sul baratro. Organizziamo la speranza

Se il Censis ci dice che balliamo sul baratro. Organizziamo la speranza

di Roberta Fantozzi -

Il rapporto del Censis mostra un paese che balla sull’orlo del baratro.

Un paese non solo stremato dalla crisi, ma che non ha più strumenti collettivi di lettura del presente e di “organizzazione della speranza” per il futuro.

Su quel presente si resta schiacciati, si assumono le verità main stream della politica, ma da quella politica si è sempre più delusi e distanti.

Così, mentre si inaspriscono le disuguaglianze territoriali e si è più poveri, non c’è più speranza di migliorare la propria condizione, la solitudine è la cifra dominante, e continuano ad essere gli immigrati, il capro espiatorio a cui attribuire il proprio malessere.  Continua ad essere egemone l’ordine del discorso di Salvini, anche se inizia a crescere la delusione per le aspettative di cambiamento frustrate.

E’ una situazione pericolosissima, perchè si deve sapere che può andare anche peggio di come va ora. Ed andrà peggio se lo spazio pubblico continuerà ad essere egemonizzato dal governo e dall’attuale opposizione. Da una parte, le forze che hanno vinto egemonizzando da destra il tema della “sicurezza”(non sicurezza sociale ma costruzione del capro espiatorio nei migranti)  ma anche prospettando la possibilità di un cambiamento su partite sociali rilevantissime come le pensioni e il reddito. Dall’altra chi dice nella sostanza che There is no Alternative, che austerità e neoliberismo, precarietà e competizione estrema, sono la sola via.

Non c’è possibilità di uscirne se non si  riorganizza la speranza.

Solo la ricostruzione di un campo di forze politiche e sociali che riapra la possibilità del cambiamento, abbia un progetto, e lo incarni in pratiche quotidiane ci può salvare.

Per questo quel che succederà nel campo della #sinistra #quella vera, come ieri ha detto De Magistris, e quel che succederà nel campo sindacale, a partire dalla Cgil è di straordinaria importanza.

Non si tratta di appellarsi agli uomini della Provvidenza, perché anzi l’unico movimento che ha continuato a far vivere la possibilità di un altro futuro è quello delle donne.

Si tratta di trovare l’innesco per ritessere una trama capace di futuro.

Abbiamo tutt@ una gigantesca responsabilità sulle spalle. Ma anche una possibilità.


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