Partido Comunista do Brasil: Resistenza e difesa della democrazia iniziano subito

Partido Comunista do Brasil: Resistenza e difesa della democrazia iniziano subito

Dopo la conferma dell’elezione alla presidenza della Repubblica del candidato di estrema destra Jair Bolsonaro il Partido Comunista do Brasil (PCdoB) ha emesso una nota che chiama ad una ampia unità in difesa della democrazia, del Brasile e dei diritti del popolo. Il partito ritiene che la elezione di Bolsonaro è un arretramento che minaccia conquiste storiche del Brasile e dei brasiliani. I comunisti intendono trasmettere al popolo brasiliano la certezza che “una maggioranza si ergerà per difendere la democrazia”.

 Per un’ ampia unità in difesa della democrazia, del Brasile e dei diritto del popolo

L’elezione di Jair Bolsonaro nelle elezioni presidenziali instaura nel paese un nuovo periodo politico, caratterizzato dalle minacce alla democrazia, al patrimonio nazionale, alla sovranità della nazione e ai diritti del popolo. È stato eletto un presidente della Repubblica dichiaratamente determinato ad instaurare un governo a contenuto dittatoriale, per implementare un programma neoliberista e neocoloniale a ferro e a fuoco.

La lista Fernando Haddad presidente, Manuela d’Avila vicepresidente ha ottenuto oltre 47 milioni di voti e ha catalizzato un presa di posizione della coscienza democratica della nazione, lanciando le basi di una opposizione vigorosa che comincia adesso.

C’è una svolta in direzione di un arretramento, verso la decostruzione e anche la distruzione delle realizzazioni e delle conquiste storiche sulle quali, a dispetto dei gravi problemi che permangono, si sono elevati e hanno fiorito il Brasile e il popolo brasiliano.

Questo è risultato esplicito nella parte finale della campagna per il secondo turno, quando le stesse istituzioni della Repubblica come il Supremo tribunale federale/STF e il Tribunale superiore elettorale/TSE sono stati minacciati. Allo stesso modo sono state attaccate garanzie di base della Costituzione federale (del 1988) come la libertà di stampa, di manifestazione e di organizzazione partitica. La autonomia delle università è stata calpestata. Il presidente eletto, nel corso della campagna, è stato un propagandista della violenza, dell’intolleranza e dell’odio fra i brasiliani, e ha giurato di incarcerare o bandire dal paese i cittadini e le cittadine “rossi” che discordano da lui, e di criminalizzare movimenti ed entità del popolo.

Data l’importanza del Brasile – che ha una economia che si colloca fra le dieci maggiori del mondo – questa rottura reazionaria avrà forte impatto regressivo in America Latina.

Il grilletto di tutto ciò è stato il colpo di stato di agosto 2016, che ora si consolida con l’ascesa della estrema destra al governo della Repubblica. C’è un taglio nella costruzione della democrazia, reiniziata nel 1985 dopo la fine della dittatura militare, attraverso un processo elettorale che si è realizzato con lo Stato democratico di diritto, soffocato (ora) dallo Stato di eccezione. La predicazione di matrice fascista del candidato eletto è emersa in questo alveo, non senza che ad essa si contrapponessero le forze della democrazia,  una tendenza che certamente si rafforzerà in questo nuovo scenario politico.

L’onestà dell’elezione è stata corrotta per favorire la candidatura dell’ estrema destra, attraverso espedienti illegali, come la cosiddetta guerra ibrida che stimola l’impiego di grandi quantità di notizie false, le ben note fake news, espediente finanziato criminosamente da grandi imprenditori, come ha denunciato la stampa.

Con piena ragione è in corso nella giustizia elettorale un’indagine per la quale si attende un’istruttoria profonda e agile con decisioni conformi alla gravità dell’accaduto.

La resistenza delle forze democratiche, progressiste, popolari e patriottiche inizia sostenuta dalla significativa votazione ottenuta dalla lista Fernando Haddad-Manuela d’Avila e dalla presa di posizione di personalità e istituzioni che hanno espresso la propria voce per difendere la democrazia e la Costituzione.

La resistenza, l’opposizione vigorosa, deve organizzarsi nell’ambito di tutta la vita politica e sociale del paese, a cominciare dal Congresso nazionale e altre sedi legislative, estendendosi ai movimenti sociali, alle organizzazioni della classe lavoratrice, segmenti imprenditoriali, all’universo accademico, a intellettuali, artisti, al mondo giuridico, settori religiosi e anche a componenti di istituzioni della Repubblica. I governatori e i sindaci dell’area democratica avranno un ruolo importante in questa impresa.

In questa nuova realtà, che rappresenta una rottura con il ciclo di avanzamento della democrazia iniziato nella cosiddetta Nuova Repubblica, il Partito Comunista del Brasile/PCdB, come ha sempre fatto nella sua storia, si posiziona con fermezza nella trincea della difesa intransigente della  nazione, della democrazia e del popolo.

Il Partito Comunista del Brasile, partito quasi centenario, fin dalla Repubblica Vecchia, insieme alle altre forze progressiste del paese, ha lottato contro tutti i governi e i regimi autoritari e tirannici che hanno infestato la storia della Repubblica. Basato su questa esperienza, trasmette al popolo brasiliano la certezza e la fiducia che, nonostante le gravi minacce che fluttuano nel cielo del paese, non sarà facile a Bolsonaro realizzare l’ossessione di seppellire la democrazia brasiliana. Essa ha prodotto radici profonde nel suolo patrio, è costata alla nazione molte lotte e molte vite. Progressivamente, a partire dai milioni e milioni che hanno votato e appoggiato la lista Haddad presidente, Manuela vice, una maggioranza si ergerà per difendere la democrazia, che una volta ancora vincerà.

Pertanto, il PCdB si rivolge al popolo e alle forze democratiche del paese affermando che a partire da oggi inizieremo la costruzione di una ampia unità con l’obiettivo di aprire orizzonti verso un cammino civile, patriottico, democratico e popolare e alla edificazione di barriere contro il ritorno di un regime di Stato di eccezione e in difesa della democrazia, del Brasile e dei diritti del popolo.

Luciana Santos, deputata federale

Presidente del Partito Comunista del Brasile

Commissione esecutiva nazionale del Partito Comunista del Brasile/PCdB

 

San Paolo, 28 ottobre 2018

 

traduzione di Teresa Isenburg

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