Potere al popolo: si vota on line dal 6 al 9 ottobre

Potere al popolo: si vota on line dal 6 al 9 ottobre

Care compagne e cari compagni,

la campagna di adesioni a Potere al popolo è stata un indubbio successo: più di 9.000 persone hanno raccolto l’appello a farlo entro il 30 settembre. Ringraziamo tutte le compagne e i compagni che hanno aderito, nonostante le molte criticità e perplessità emerse in questi mesi.

Noi lavoriamo per non disperdere questo potenziale con la coerenza di posizioni che ha contraddistinto la nostra condotta. Scusate per la lunghezza della mail ma ci pare doveroso fornire adeguate informazioni.

Nella riunione del Coordinamento nazionale di Potere al Popolo del primo ottobre, si è discusso di come concretizzare la discussione definitiva sugli statuti. Purtroppo abbiamo dovuto registrare il riproporsi di un atteggiamento divisivo che non riteniamo costruttivo e utile.

      SI VOTA DA SABATO  6 A MARTEDI 9 OTTOBRE

Tenuto conto del gran numero di adesioni, noi abbiamo proposto di tenere il voto sullo statuto a partire ai giorni 11-14 ottobre, in modo da garantire che coloro che hanno aderito alla piattaforma non ricevano la conferma della stessa a ridosso della votazione e per dar tempo alle persone che hanno aderito di capire il funzionamento della piattaforma on line.

La maggioranza del coordinamento non ha voluto sentir ragioni ed ha deciso che le votazioni sullo statuto si terranno nei giorni 6/7/8/9 ottobre.

Una fretta che giudichiamo sbagliata perché l’esercizio della democrazia richiede tempo e attenzione verso le persone e riteniamo che tutte le compagne e i compagni che hanno aderito a Pap è bene che siano messi nella condizione di votare e invitiamo quindi a verificare che tutte/i riescano a farlo.

 

 CONSIGLI PER CHI HA FATTO ADESIONE A POTERE AL POPOLO

 Consigliamo di verificare nella posta elettronica se avete ricevuto la mail di robot@poterealpopolo.net che conferma l’adesione (controllate anche nello spam). Se l’avete ricevuta entrate nella piattaforma per confermare vostra adesione.

E’ bene organizzarsi per i 4 giorni delle votazione con l’apertura delle nostre sedi ed ogni altro elemento utile al fine di permettere di votare al maggior numero di persone. E cerchiamo di dare una mano alle compagne e ai compagni che hanno scarsa dimestichezza con il computer.

Chi ha fatto l’adesione ma ha problemi su piattaforma può chiamare i compagni Fabrizio 331 9034925 o Marisa 3381170772

 

    I DUE STATUTI CONTRAPPOSTI: CHI HA VOLUTO LA CONTA

Riteniamo completamente sbagliato che il primo atto a cui vengono chiamati gli aderenti a Pap sia quello di dover votare su due statuti contrapposti. Noi abbiamo cercato fino alla fine di evitare questa conta per schieramenti ma la maggioranza del coordinamento nazionale che ha presentato il testo dello statuto n. 1, e in particolare Ex Opg e Eurostop, hanno confermato richiesta di votare su statuti contrapposti.

Per uscire in avanti dalla contrapposizione in coordinamento abbiamo proposto che fossero direttamente gli aderenti sulla piattaforma a decidere sulla modalità di votazione (se su statuti contrapposti oppure su un unico testo con differenti opzioni sui singoli punti).

Anche questa proposta di dare il potere di decidere agli aderenti (il popolo) è stata rifiutata dalla maggioranza del coordinamento. La scelta è quella di andare a un referendum che divide per schieramenti gli aderenti a Pap.  Sia chiaro quindi che la conta non l’abbiamo voluta noi.

La logica degli statuti contrapposti è quella di evitare di confrontarsi sui punti specifici ma far schierare nel voto le persone sulla base di schieramenti precostituiti. E’ evidente che vogliono creare una contrapposizione artificiosa tra “i giovani” / “il nuovo” e la “vecchia politica” /i partiti (la solita Rifondazione causa di tutti i mali del pianeta). Che poi dall’altra parte ci siano gli evergreen di Eurostop, Rete dei Comunisti o Risorgimento Socialista rende la narrazione davvero tragicomica. Questo genere di operazioni ha segnato l’ultimo trentennio sempre negativamente: ricordiamo il ruolo svolto da giovani dirigenti nella scissione del 2008 o su scala più  grande la rottamazione renziana. Mille volte ci siamo trovati a fronteggiare una narrazione simile pur con segni diversi. Anche l’anno scorso noi eravamo il partito cattivo e chi voleva portare il Brancaccio in Leu per candidarsi cercava di presentarsi come “società civile”. Tutte le volte questo genere di rappresentazioni sono servite a nascondere il reale oggetto dello scontro politico.

Si dice che è stato impossibile trovare una sintesi. Non ci pare che si sia fatto lo sforzo ma anche in presenza di posizioni diverse è assurdo che non si voti su un unico testo e sui singoli punti che sono in alternativa. Solo votando sulle singole proposte alternative le persone vengono chiamate a esprimersi non sulla base di pre-giudizi di schieramento.

 Lo statuto dovrebbe essere di tutte e tutti, una casa comune.

 Va anche osservato che rappresentano una forzatura enorme anche le proposte di merito contenute nello Statuto1 assai diverse da quelle concordate in coordinamento prima di avviare il processo partecipativo.

I presentatori dello Statuto 1 hanno fatto alcune modifiche al loro testo ma non hanno accettato in alcun modo gli emendamenti che noi proponevamo su:

 -          Preambolo che richiamasse il manifesto costitutivo di Pap

 -          Obbligo della maggioranza qualificata dei 2/3 sulle decisioni più rilevanti politicamente (cosa condivisa fino all’assemblea di Napoli in cui si decise di lanciare campagna adesioni).

 -       Elezione dei portavoce nel coordinamento evitando derive plebiscitarie, leaderistiche e verticistiche proprie delle forze politiche che contestiamo.

-          Assemblea nazionale fatta per delegati, evitando la finzione di una assemblea potenzialmente di 9.000 persone che si riducono a kermesse in cui si decide quello che era già stato deciso altrove.

In particolare hanno previsto che per le votazioni principali vi sia il voto a 2/3 salvo che se non passa si vada al voto al 51%. E’ del tutto evidente che in questo la mediazione non verrà mai ricercata seriamente e in caso di differenza di vedute si arriverà sempre al voto a maggioranza semplice.

Particolarmente ridicolo che prevedano che lo statuto che verrà approvato col 50+1% si potrà modificare solo con una maggioranza di 2/3, arrivando così al paradosso che uno statuto che verrà approvato da una maggioranza semplice avrà bisogno di una maggioranza qualificata per poi essere modificato.

 PERCHE’ VOTARE LO STATUTO 2

 A malincuore alla fine siamo stati costretti a presentare insieme a altri componenti indipendenti del coordinamento un secondo statuto. Non possiamo che invitare a votare sulla piattaforma lo statuto 2 che salvaguarda il carattere costitutivamente plurale di Potere al popolo e la garanzia della pratica del “metodo del consenso” attraverso la scelta della maggioranza qualificata dei 2/3 non aggirabile per le decisioni politicamente più rilevanti. Solo con lo statuto 2 possiamo garantire lo sviluppo di Potere al Popolo come movimento politico-sociale che unifichi nei territori e a livello nazionale militanti e attivisti della sinistra antiliberista e anticapitalista.

 Altrimenti PAP è destinata a diventare un “partitino settario” tra gli altri, aumentando il carattere di frammentazione che già oggi caratterizza – non certo positivamente – la sinistra anticapitalista in Italia. Non a caso nelle polemiche di queste settimane siamo stati accusati di voler costruire con De Magistris uno schieramento più largo di Potere al popolo! come se si trattasse di una cosa grave e non di un dovere di fronte al governo gialloverde e a un’opposizione PD che lo critica in nome dei mercati finanziari.

Ricordiamo che sia il “metodo del consenso” che l’obiettivo di uno schieramento più ampio della sinistra popolare erano obiettivi condivisi fino all’assemblea nazionale di Napoli. Siamo di fronte a una distorsione del progetto originario di Pap che era riassunto nel “manifesto e va rigettato ogni tentativo di presentare quella in atto come una contrapposizione tra Potere al popolo! e Rifondazione. In realtà stiamo difendendo quel progetto dallla propensione a ridurre questo movimento al proprio “partitino” riproducendo logiche che hanno portato in Italia alla proliferazione di micro-formazioni tanto convinte di rappresentare la giusta linea rivoluzionaria quanto incapaci di incidere nella realtà concreta politica e sociale.

Potere al popolo è nato come progetto di un movimento che mettesse al centro l’unità nelle lotte e nella pratica sociale non vecchissime logiche di lotta per “egemonizzare” spazi politici che immancabilmente finiscono per sfasciarsi. E’ un peccato che si rischi di disperdere quanto abbiamo fatto. In pochi mesi abbiamo dimostrato che è possibile costruire programmi condivisi pur partendo da posizioni e linguaggi differenti. Abbiamo dimostrato che si può ricreare dal basso unità dopo anni di divisioni. Per questo abbiamo in tutte le maniere cercato di evitare la conta. Per senso di responsabilità verso le compagne e i compagni che si sono spesi per Potere al popolo durante la campagna elettorale e dopo. Ed è per questo che abbiamo proposto che ci si organizzasse in un movimento basato sul “metodo del consenso” (in cui si cerca costantemente di convergere sulle cose che ci uniscono) e la partecipazione diretta.

A noi non interessa ragionare in termini di conquista della testa di un corteo sempre meno numeroso. Ci interessa lavorare per riunificare le compagne e i compagni in questo paese che non si arrendono e non si rassegnano.

Invitiamo a votare lo Statuto 2 e a spiegare le nostre ragioni a chi ha condiviso con noi il percorso.

 Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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