Il nostro partito alla Perugia –Assisi

Il nostro partito alla Perugia –Assisi

Andrea Ferroni*

Stefano Galieni **

Non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza a quello che riteniamo uno degli appuntamenti più importanti per la parte della società italiana a cui ci riteniamo più vicini e appartenenti, quella che rifiuta la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie, quella che condanna ogni forma di violenza e repressione, quella antirazzista e antisessista che si ritrova alla Perugia –Assisi

Gli organizzatori, quest’anno pongono sotto i riflettori la guerra oscena e silenziosa che si sta compiendo contro chi è costretto ad una migrazione forzata. Migrazioni che hanno cause precise, guerre – spesso provocate e finanziate dai nostri paesi – dittature – spesso sostenute per regioni geopolitiche – persecuzioni, disastri ambientali e crisi economiche che non permettono futuro e che obbligano all’esodo ogni anno decine di milioni di persone. In maniera oscena, le classi dirigenti dei paesi europei parlano di “invasione” alimentano una guerra contro chi arriva, predispongono strumenti per respingere e cacciare o per trattenere e sfruttare chi non è ritenuto in diritto di aspirare ad un futuro migliore. E che allora si dia alle parole il senso giusto: non si può chiamare “invasione” la presenza nei centri di accoglienza di 174 mila persone in un paese ricco in cui gli abitanti sono oltre 60 milioni. Si deve chiamare “guerra” quella che ha provocato nel solo Mediterraneo, oltre 40 mila vittime in 15 anni, persone uccise non dal mare ma dalle leggi degli uomini che costringono a rischiare. E i dati emersi dalle ultime ricerche sono ancora più tremendi, un migrante su cinque fra quelli che provano a partire non arrivano a destinazione, morti o scomparsi, è questa la fortezza Europa.

Ed è giusto che questa marcia si schieri dalla parte di chi non vuole più vedere innalzare muri per cacciare le persone, che alzi la voce contro politiche razziste e xenofobe che non nascono con questo governo ma che oggi vedono un innalzamento del livello di aggressività e di violenza da spaventare. Gli attacchi continui alle organizzazioni che praticano solidarietà in mare come in terra, il decreto Salvini, in cui si riassumono le ossessioni securitarie e da stato di polizia che ormai imperano nei nostri territori e che spesso vengono anche giustificate da chi sta pagando gli effetti della crisi e delle politiche neoliberiste trovando nei migranti, in chi è marginale, un capro espiatorio.  Da ultimo restiamo sconcertati per come, in un paese dove domina la criminalità organizzata, dove l’inchiesta di mafia capitale ha soltanto sfiorato lo squallore del business dell’accoglienza, si giunga ad arrestare il sindaco di Riace, Domenico (Mimmo) Lucano, colpevole di aver insegnato all’Europa intera come si possa includere chi arriva e garantire percorsi di reale sostegno senza lasciare indietro nessuno. Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti sono alla Perugia – Assisi anche per schierarsi dalla parte di uomini di pace come Mimmo Lucano.

Ma la nostra partecipazione a questa marcia vuole anche rimarcare alcune questioni altrettanto fondamentali per la vita di questo paese. La necessità di contrastare il commercio di armi che oggi alimentano i peggiori conflitti del pianeta garantendo guadagni lauti a chi le vende. “Svuotare gli arsenali e riempire i granai” mai come ora la frase del nostro grande Presidente Partigiano, Sandro Pertini suona attuale. L’urgenza di non partecipare più e anzi di contrastare quelle che chiamiamo con ipocrisia “missioni di pace” e che invece si traducono in guerra e occupazione militare.

Alla Perugia – Assisi saremo poi con le nostre bandiere ma anche con quelle dei popoli che lottano per la libertà, popoli fratelli come quello palestinese e quello curdo, che chiedono pace e finora hanno ottenuto solo morte e distruzione. Con queste bandiere in mano ricordando le tante guerre dimenticate e rimosse di cui anche in quanto paese della NATO siamo coinvolti. Nessuna pace senza giustizia e libertà per ogni persona oppressa, consapevoli che le stesse gabbie delle organizzazioni internazionali come appunto la NATO sono fra i principali ostacoli da abbattere e da rimuovere. Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti restano fedeli all’articolo 11 della nostra splendida costituzione che vorremmo veder valido e applicato in ogni angolo del pianeta.

*Coordinatore Nazionale Giovani Comunisti

**Responsabile Nazionale Pace, Immigrazione e Movimenti PRC-S.E.

 


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