Nuovo governo, a che punto siamo?

Nuovo governo, a che punto siamo?

di Paolo Ferrero 

Lega e 5 stelle stanno continuando a trattare sul governo. Gli speculatori e l’Unione Europea stanno facendo un po’ di terrorismo per condizionare tutta la questione. Mi pare che non ne abbiano bisogno….
Sull’Europa solo propaganda. Chiedere di cambiare i trattati e che la BCE ci regali 250 miliardi è pura propaganda. La vera decisione politica riguarda il cosa dire e cosa fare una volta che ti ridono in faccia. La retorica del “battere i pugni sul tavolo” è già stata usata una volta e non sposta un millimetro. La strada dovrebbe essere il disobbedire ai trattati, ma di questo non se ne parla perchè un conto è raccontare balle e un conto è scontrarsi sul serio con i ricchi e i poteri forti (che hanno ampiamente votato Lega e M5S).
Sulla distribuzione del reddito viene prevista la flat tax e cioè un favore ai ricchi che togliendo entrate allo stato apre la strada ad ulteriori privatizzazioni del welfare.
Un bel po’ di politiche securitarie contro i poveri e i migranti, come ogni governo di destra che si rispetti..
Poi ci sono un bel po’ di promesse su pensioni, reddito minimo, etc etc. Quando ci diranno dove trovano i soldi visto che ne vogliono regalare un bel po’ ai ricchi e l’Unione Europea non scucirà un quattrino, potremo discuterene seriamente. Prima è solo la prosecuzione di una campagna elettorale che comincia ad essere un po’ troppo lunga (mentre i padroni del vapore continuano a fare i loro comodi).

Ci troviamo quindi di fronte ad un governo con un profilo di destra a cui i giornali main stream con PD e Berlusconi contrappongono un impianto di destra tradizionalmente liberista. Uno scontro interno alle classi dominanti, non un terreno di alternativa.

Di fronte a questa situazione chi è destinato a deludere di più il suo elettorato è il Movimento 5 stelle. La Lega il suo elettorato lo sta tutelando..
Per uscire da questa situazione non servono governi tra PD e 5 stelle: difficile dire se sarebbe peggio o meglio dell’attuale visto che le critiche che il PD ha fatto alle indiscrezioni sul programma sono quasi tutte da destra… Con buona pace di Tomaso Montanari, attendere le palingenesi del PD, come se il problema fosse Matteo Renzi, costituisce un desiderio dotato di scarsi fondamenti, tecnicamente un miraggio.

Il punto è che è impossibile costruire l’alternativa se non si capisce che senza drastica redistribuzione del reddito dai ricchi ai poveri e un forte intervento pubblico in economia – dal welfare alla riconversione ambientale delle produzioni – non vi sarà alcuna alternativa ma solo la prosecuzione e l’accentuazione della guerra tra i poveri.
Per questo serve un soggetto politico e sociale dell’alternativa che sia in grado di dialogare positivamente con la delusione che stanno vivendo molti cittadini che avevano votato M5S “per cambiare”. Un soggetto completamente alternativo alle due destre – tanto quelle populiste come quelle liberiste – ma popolare, a bassa soglia d’ingresso, fondato sulla condivisione di pochi punti programmatici fondamentali e di una pratica sociale conflittuale e solidale. Potere al Popolo è nato su questa ipotesi politica e il cul de sac in cui si è infilato il M5S ci chiede di fare un salto di qualità proprio nel carattere ampio, popolare, plurale e inclusivo del nostro progetto. Non un nuovo partito ma una strumento dell’organizzazione solidale e conflittuale del popolo.


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