Documento approvato all’unanimità al termine del Congresso regionale siciliano del Prc S.E.

Documento approvato all’unanimità al termine del Congresso regionale siciliano del Prc S.E.

Le potenze economiche impongono sempre più i loro interessi agli Stati riducendo i governi a “comitati di gestione” della grande borghesia internazionale. Con questa filosofia cresce pericolosamente la tendenza alla guerra, con conflitti ormai permanenti per il controllo delle aree ricche di risorse energetiche e di beni primari, e per la creazione di nuovi mercati. L’azione di Trump e Macron, come pure quella di Israele e Turchia, vanno nella stessa direzione: negare i diritti dei popoli all’autodeterminazione, sacrificati sull’altare delle politiche espansioniste. Così è per i popoli palestinese e curdo, così è per il Brasile.

 

In questo quadro è urgente lavorare per il rafforzamento della sinistra antiliberista e anticapitalista per opporsi in Europa alle politiche di austerity, ai trattati UE, alla NATO, alle logiche neocoloniali e di guerra.

La crisi di legittimazione delle classi dirigenti che hanno condiviso e condividono l’agenda neoliberista in Europa, l’ossessiva riproposizione di politiche che accrescono le disuguaglianze, l’avanzata di destre xenofobe e razziste che si presentano come antisistemiche, la bancarotta dei partiti ex-socialdemocratici, pongono alle sinistre radicali e popolari la responsabilità di costruire un’alternativa e una proposta unitaria nei singoli paesi e sul piano continentale alla scelta tra “peste e colera”. Il Partito della Sinistra Europea e il GUE-NGL hanno sempre avuto un profilo plurale e questo è un patrimonio da non dissipare. La recente dichiarazione congiunta dei portavoce di Unidos Podemos rappresenta un segnale positivo e un esempio concreto, così come il Manifesto di Lisbona firmato da Podemos, Bloque portoghese e Front de gauche. In vista delle elezioni europee operiamo in Italia e in Europa per la costruzione di un forte schieramento unitario di sinistra e popolare.

Il risultato delle elezioni politiche italiane ci consegna un quadro confuso e il proseguimento di un clima da campagna elettorale. Un clima pericoloso perché può dare spazio a nuove spinte autoritarie e iper-maggioritarie e alla riaffermazione del tema della “governabilità” come ineluttabile (governo tecnico, governo del Presidente) e con rapporti di forza diversi nel sistema politico. La sconfitta dei partiti che hanno impersonato le larghe intese e le misure antipopolari è un fatto positivo. La posizione del PD appare del tutto strumentale e priva di qualsiasi senso di responsabilità verso il paese: il partito delle larghe intese con Berlusconi e Verdini rifiuta a priori il confronto programmatico, finendo sosì per rafforzare le pressioni della UE, della finanza, di Confindustria, del Fondo Monetario Internazionale a favore della linea dell’austerity e delle “riforme”.

Noi da sinistra dobbiamo costruire un’opposizione che chieda coerenza con gli impegni assunti in campagna elettorale da diversi soggetti rispetto a temi come la legge Fornero, l’articolo 18, il “reddito di cittadinanza”, evidenziando invece la contraddizione di essi con parole d’ordine come la Flat-Tax o comunque con l’ulteriore riduzione della progressività fiscale, così come con le dichiarazioni di fedeltà alla UE e alla NATO. Un’opposizione che sia dunque in connessione con le aspettative popolari, e che insieme faccia valere il conflitto del “basso contro alto”.

Nella crisi sociale e politica italiana c’è bisogno di un punto di vista di sinistra che rimetta al centro gli interessi delle classi popolari e la lotta per l’attuazione della Costituzione. Lo stillicidio di morti sul lavoro e i dati sulla enorme crescita della ricchezza di poche famiglie nell’ultimo decennio (+72% per le 10 famiglie più ricche) hanno reso evidente quanto l’emergenza immigrazione sia stato un fattore di distrazione di massa rispetto ai processi reali che hanno prodotto aumento delle disuguaglianze e impoverimento di larghi settori sociali.

Oggi più che mai è fondamentale la ricostruzione di una sinistra radicale, popolare, antiliberista e anticapitalista alternativa rispetto a tutti i poli esistenti. Per questo va proseguito, superandone i limiti gestione e, in alcuni casi, di cultura politica di segno regressivo, il percorso di Potere al popolo come movimento politico e sociale, soggettività politica aperta che, in forme democratiche e partecipate, deve valorizzare pienamente tutte le esperienze di militanza e impegno che si pongono sul terreno dell’alternativa. Un processo che deve essere basato sulla partecipazione diretta di chi aderisce, che si definisca a partire dai punti fondamentali su cui abbiamo svolto la campagna elettorale e che sia costitutivamente plurale e democratico e quindi rispettoso delle diverse appartenenze politiche, sociali e culturali. Le campagne di raccolta firme che sosteniamo – LIP scuola e abrogazione pareggio di bilancio articolo 81 – costituiscono un primo terreno di iniziativa politica di massa nel mentre si discute la concreta strutturazione del movimento.

Rifondazione Comunista persegue l’obiettivo della costruzione di un quarto polo di sinistra e popolare. In questa direzione bisogna coinvolgere tanti compagni e compagne così come altre soggettività della sinistra a partire dall’Altra Europa, dalle Città in Comune e dalle liste e esperienze locali che non hanno preso parte direttamente a Potere al Popolo, ma che sono interessate alla costruzione di un’alternativa ai poli esistenti e ad una prospettiva comune anche in chiave europea.

 

La Sicilia versa sempre più in condizioni di crescente povertà, di disoccupazione, di lavoro precario e nero, di abbandono delle aree interne, della partenza senza ritorno dei suoi giovani e delle sue intelligenze. In essa, come in tutto il Mezzogiorno, convivono le forme  di un arricchimento opaco e concitato,  concentrato in alcune aree metropolitane e in alcuni settori dell’economia (grandi aziende capitalistiche dell’agricoltura, parti del sistema finanziario, imprese agricole di grandi dimensioni e in espansione, sistema della logistica e della gdo) da una parte, mentre dall’altra parte avanzano  e sono favoriti i processi di deindustrializzazione e di delocalizzazione, che per l’agricoltura utilizza i paesi del Nord Africa, con la scomparsa di interi comparti produttivi e la trasformazione della Sicilia da entità storicamente creatrice di beni alimentari a piattaforma commerciale degli stessi ora importati. Il sistema del trasporto pubblico o è abbandonato o è vittima di scelte funzionali a processi di arricchimento assistito dei gruppi mafiosi attivi nel settore privato, favorito dal formarsi del monopolio del trasporto su gomma e su mare; al dissesto idrogeologico si accompagna la desertificazione di consistenti aree agricole, e la siccità è considerata colpevolmente calamità naturale piuttosto che effetto delle scelte politiche ed economiche. Un disastro frutto del combinato disposto tra politiche neoliberiste imposte da UE e appropriazione della destinazione dei flussi della spesa pubblica da parte della borghesia mafiosa: in un intreccio perverso tra classi dirigenti, potentati economici, ceti politici, apparati amministrativi dello Stato centrale e della Regione.

Su tale questione il Partito si impegna ad aprire una riflessione seria e approfondita, per individuare adeguate iniziative di mobilitazione politica e di interlocuzione con le esperienze più avanzate dell’antimafia sociale. Ugualmente, in occasione di una conferenza programmatica da tenersi entro la fine dell’anno, andranno analizzati i diversi aspetti delle problematiche che investono il mondo migrante, nelle sue implicazioni di riserva della forza lavoro e in quelle sociali di marginalizzazione e di funzionalità alla guerra ideologica tra poveri. E’ necessario lavorare ad una nuova unità di classe delle figure del proletariato del XXI secolo, avviando inchiesta, analisi, esperienze di contaminazione.

 

Rifondazione comunista fa appello, in vista delle amministrative di Giugno, alla presentazione di liste che nascano dalla sintesi tra le liste civiche di sinistra e Potere al popolo, attraverso il metodo della costruzione dal basso e del riconoscimento del Prc e delle realtà che si sono strutturate. A partire da ciò, esprimiamo una valutazione positiva sulle esperienze “Sinistra comune” di Palermo, “Catania bene comune”, “Favara bene comune” e “Scicli bene comune”.

E’ necessario rilanciare l’impegno e il conflitto a difesa di un modello produttivo autocentrato, fondato sulla gestione pubblica dei beni comuni, indisponibile alla imposizione di misure antisociali.

Il Prc Sicilia ritiene che occorra una radicale rottura con le politiche attivate dal centrodestra e dal centrosinistra alla Regione e negli enti locali: politiche di austerità, di tagli al welfare, di privatizzazione dei servizi, e addirittura spesso ispirate a posizioni securitarie e repressive. In tale contesto riteniamo che non esistano le condizioni per una propria partecipazione a coalizioni più o meno ispirate a disegni neocentristi, ulivisti, o comunque caratterizzati per la loro composizione dalla presenza significativa del Pd, di suoi esponenti e dei suoi alleati, o che comunque operano per il rilancio di progetti politici riconducibili al centrosinistra. Ancora di più: l’esperienza ci ha largamente dimostrato quanto sia difficile contrastare politiche antisociali, di compromesso trasformista, di degenerazione clientelare, soprattutto quando si è forze di complemento e in un contesto in cui le scelte decisive sono giocate tra ceti politici piuttosto che nel conflitto sociale.

Più che mai la forza e l’efficacia di una sinistra di alternativa passa da scelte di campo coerenti e nella aggregazione di esperienze che si muovono per affermare diritti e bisogni. Il richiamo all’unità non va intesa come accordo tra ceti politici ma come costruzione di un blocco sociale contro il dominio delle oligarchie finanziarie neoliberiste.

 

Questo è il senso dell’impegno per rilanciare il Prc e fare crescere Potere al popolo. Una scelta di campo dove il Prc non si scioglie ma porta il segno della sua storia, della scommessa della rifondazione, delle sue culture, della volontà di costruire una sinistra plurale e non ideologica, non autoreferenziale. Anche in Sicilia uomini e donne, spesso e volentieri, giovani e giovanissimi, nuove energie si sono attivate/i con un impegno notevole. I risultati elettorali sono stati modesti, ma questa aggregazione va seguita e curata dal nostro Partito con grande attenzione e partecipazione, la sua conduzione va democratizzata, le sue pratiche debbono essere volte alle relazioni di riconoscimento reciproco e della partecipazione.

 

Non può essere derubricata, ma attualizzata, la valutazione del risultato della lista “Cento passi”, per precisare la natura della sua rappresentanza. Rifondazione comunista è stata determinante, con le sue e i suoi candidate/i, da Catania a Palermo, da Messina a Siracusa, ad Agrigento, per riportare all’Ars una presenza della sinistra che nell’accordo sottoscritto si vuole “alternativa al Pd e ai poli politici esistenti”. Purtroppo non sono stati rispettati i patti sottoscritti a supporto materiale e come condizione nella formazione della lista e della scelta del candidato.

In queste settimane ci sono stati tentativi confusi, da noi pubblicamente e giustamente contrastati, a partire dall’Assemblea di Catania del 7 Aprile, che ha visto la presenza di Laura Boldrini, di sussumere dall’alto, con l’aggravante di un mancato e negato confronto tra i soggetti fondatori, quanto nei territori è rimasto dei Cento passi, dopo la disastrosa esperienza di Leu. L’intento, fallito, era quello di dare vita a liste e coalizioni elettorali, già alle amministrative di giugno, non più riconducibili alla sinistra di alternativa. Per il Prc il deputato regionale, che noi confermiamo come rappresentante anche del Prc, deve svolgere un mandato vincolato al programma elettorale e al suo profilo, non di capo politico. Su queste basi il Prc continuerà a fornire, avendo già messo a disposizione competenze ed energie, la sua collaborazione, mentre contrasterà qualsiasi operazione che ricollochi i Cento passi come articolazione regionale, sia pure sui generis, di un Campo progressista o di un centrosinistra morto e sepolto, responsabile anch’esso dei tanti disastri antisociali che hanno colpito il mondo del lavoro dipendente, l’ambiente, la pace, la Costituzione, la democrazia, gli ideali di una Europa dei popoli.

 

Per garantire il successo di questi intendimenti, il Partito siciliano si pronuncia a favore della riorganizzazione delle federazioni in macroaree, con coordinamenti zonali, al fine di superare difficoltà, supplire ai limiti registrati, rilanciare la presenza politica del Prc e le sue battaglie in tutti i territori. La proposta è quella di accorpare Palermo e Trapani, costituire una macro area tra Agrigento, Enna e Caltanissetta, e un’altra composta dal distretto del sud est: Catania, Siracusa e Ragusa.

È dentro questo contesto e avendo presenti i giganteschi compiti che ci attendono che l’ultimo Comitato Politico Nazionale ha indicato nel rilancio del PRC un obiettivo su cui impegnare i gruppi dirigenti in un lavoro non solo relativo all’organizzazione e all’autofinanziamento ma anche di elaborazione collettiva.

La stessa campagna per il tesseramento e quella per l’autofinanziamento – 2×1000 e rid – rappresentano occasione di mobilitazione di tutto il partito e debbono occasioni di discussione e orientamento.

Il bicentenario della nascita di Karl Marx e il cinquantennale del 1968 ci offrono l’occasione per lo sviluppo di iniziative in tutto il paese e di una riflessione politico-teorica.

La costruzione di soggetti unitari come Potere al Popolo non implica il venir meno del ruolo di un partito impegnato nel progetto della rifondazione comunista, anzi possiamo affermare con orgoglio che con tutti i nostri limiti la nostra resistenza controcorrente ha consentito di tenere aperta la prospettiva della ricostruzione di una sinistra di alternativa.

Si pone però la necessità di ridefinire il ruolo storico di un partito comunista nel nostro paese, di farlo concretamente nel contesto che ci consegnano le elezioni e della nostra partecipazione a Potere al popolo.

Il congresso impegna il partito:

- nelle iniziative di solidarietà con la sinistra brasiliana e il compagno Lula, con i popoli curdo e palestinese;

- nella campagna del tesseramento 2018 e nella campagna di autofinanziamento mediante 2×1000 e di sottoscrizione RID;

- nelle campagne per le leggi di iniziativa popolare sulla scuola, l’articolo 81, antifascismo;

- costruzione liste per elezioni amministrative che veda messe in relazione il Prc con pap e le liste civiche di sinistra;

- sviluppo sui territori del progetto di Potere al popolo;

- rafforzamento dell’iniziativa del partito sul lavoro a partire dal coordinamento delle esperienze sindacali e di lotta.

 

Approvato all’unanimità

Pergusa 28/04/2018


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