Ricordando il compagno Pio La Torre, ucciso dalla mafia 36 anni fa

Ricordando il compagno Pio La Torre, ucciso dalla mafia 36 anni fa

di Paolo Ferrero 

Alle 9:20 del 30 aprile 1982, 36 anni fa a Palermo, Pio la Torre veniva assassinato dalla mafia insieme con il compagno Rosario Di Salvo che lo accompagnava in automobile. Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito Comunista di cui era segretario regionale. Figlio di contadini poveri, Pio la Torre dopo essere stato sindacalista della Cgil, poi dirigente politico del PCI a livello siciliano, era stato chiamato a lavorare alla direzione nazionale del partito sino ad entrare a far parte della segretaria nazionale e a diventare deputato. La Torre non riteneva però che il ruolo di un dirigente comunista fosse quello di fare carriera, come se il partito fosse una banca o una impresa e come se un dirigente comunista fosse un manager. Per questo, Pio la Torre, dopo una lunga battaglia nella commissione parlamentare antimafia e la presentazione di una legge fondamentale che istituiva il reato di associazione mafiosa, chiese di diventare segretario regionale del Partito in Sicilia, per poter guidare sul posto la lotta contro la mafia e contro l’installazione dei missili a Comiso.
La mafia riconobbe la pericolosità dell’avversario e 36 anni fa lo uccise in un agguato a cui parteciparono più killer.
Oggi noi vogliamo ricordare il compagno Pio la Torre: un comunista, un uomo del popolo che ha intrecciato profondamente la lotta sociale con quella pacifista e quella contro la mafia.
Perchè la mafia, nata come struttura di controllo e repressione dei braccianti, non è altro che un modo particolare di esercizio di un potere che non sopporta la democrazia e il protagonismo sociale..
Perchè la mafia è – come il fascismo – una forma barbarica di riproduzione dei rapporti sociali capitalistici.


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