Continua il sequestro di Lula

Continua il sequestro di Lula

a cura di Teresa Isenburg

Sono passati ormai venti giorni dell’arresto il 7 aprile 2018 dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Sempre più si consolida il quadro di un sequestro di un prigioniero politico sottoposto ad un regime di isolamento illegittimo in luogo anomalo, la cella di un commissariato della polizia federale. L’accampamento nei pressi del commissariato gestito dal MST/Movimento dei lavoratori senza terra promuove iniziative politiche ed artistiche e mattina e sera invia il suo forte saluto al presidente. Sconcertante è il ripetuto divieto a qualsiasi tipo di visita decretato dalla giudice di prima istanza Carolina Lebbos : deputati, senatori, medici, religiosi, presidenti costituzionali, Premi Nobel: a nessuno è consentito l’accesso, in un agire che non solo disprezza le “disposizioni Mandela” sottoscritte dal Brasile ma configura reato di tortura. La situazione presenta caratteri sorprendenti: il “sopralluogo” compiuto dal MTST/Movimento dei lavoratori senza tetto al famoso Triplex di Guarujá ha dimostrato che le ristrutturazioni presentate da Sérgio Moro come prova di corruzione di Lula non esistono (la foto dell’ascensore di un  milione di reais è un montaggio), mentre le fatture presentate da un ingegnere e una impresa per i lavori non sono mai state emesse e sono fittizzie. Intanto parte del STF/Supremo tribunale federale ha espresso il voto che alcuni  dei processi portati avanti a Curitiba contro Lula vanno spostati a San Paolo perché non è stato applicato il principio elementare del rispetto del giudice naturale. Ma il citatdino Luiz Inácio Lula da Silva rimane sequestrato senza che l’iter giudiziario (falso) abbia compiuto il suo iter. Il progetto di fare tacere Lula chiudendolo in un luogo da dimenticare incontra difficoltà. Si traducono alcune infromazioni e diversi messaggi dell’ex presidente e delle nazioni indigene. T.I.

 

Continua il sequestro di Lula e il suo isolamento

1.La Commissione esterna della Camera dei deputati è stata impedita di ispezionare, oggi martedì 24 aprile, le condizioni di detenzione dell’ex presidente Lula nella sede della polizia federale in Curitiba. Secondo i deputati Paulo Pimenta (PT/Partito dei lavoratori, Rio Grande do Sul), coordinatore della commissione, Paulo Teixeita (PT di San Paolo) e Wadih Damous  (PT di Rio de Janeiro), la decisione della giudice Carolina Lebbos viola l’autonomia del potere legislativo non riconoscendo l’attribuzione costituzionale che garantisce il potere di controllo dei parlamentari. In base a ciò i deputati hanno attivato il presidente della camera Rodrigo Maia e faranno causa alla magistrata presso il CNJ/Consiglio nazionale di giustizia. …

3.La seconda sezione del STF/Supremo tribunale federale ha deciso martedì 24 aprile che il processo contro l’ex presidente Lula che concerne la “cascina di Atibaia” dovrà essere inviato alla sede di San Paolo. La decisione prova, una volta di più, ciò che la difesa ha detto al riguardo del tribunale di eccezione creato a Curitiba per condannare Lula: “Non vi è alcun elemento concreto che possa giustificare la competenza della 13° Sezione federale criminale di Curitiba”.

(Fonte: www.pt.org.br; su questo sito viene pubblicato giornalmente un Bollettino del Comitê popular em difesa da democrazia, con traduzione inglese).

 

Codice verde? Divieto di visita medica

La giudice Carolina Lebbos della 12° sezione della giustizia federale del Paraná, che ha proibito tutte le visite all’ex presidente, oggi mercoledì  25 aprile ha vietato la visita del medico dell’ex presidente. ….In una richiesta inviata alla giudice in data 25, la difesa di Lula reitera una richiesta anteriore, formulata il 20 aprile,”affinche il Richiedente sia visitato periodicamente e sempre che necessario dai medici indicati nella precedente richiesta, in base alle ragioni lì esposte, debitamente accompagnate da relazione medica”. La giudice ha risposto che “non essendoci indicazione di urgenza, si è già inviata sollicitazione di informazioni alla Superintendenza della polizia federale, per sussidiare l’analisi giudiziaria”.

(Fonte: Paraná 247)

 

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Noi, popoli indigeni  del Brasile….

Al Presidente Luiz Inácio Lula da Silva.

Riuniti a Brasilia dal 23 al 27 aprile, nella settimana nazionale di mobilitazione nel nostro 15° Accampamento Terra Libera/ATL, noi popoli indigeni del Brasile scriviamo questa lettera per dire che siamo uniti nella lotta e per la tua libertà.

Non ci riposeremo fino a quano non sarai di nuovo insieme a noi, insieme al tuo popolo. Crediamo nella tua innocenza e sappiamo che la tua detenzione non è altro che una detenzione politica.

Chiediamo che tu rimanga saldo, Presidente. Qui, dal lato di fuori, siamo la tua voce, le tue braccia, le tue gambe.

Siamo la tua voce per denunciare il genocidio dei popoli indigeni, la tua voce per denunciare questo stato di eccezione che ci opprime e che oggi ti ha tolto la libertà, ma che anche uccide, come ha ucciso Marielle Franco.

Le tue braccia perché siamo affratellati nella lotta per la tua libertà e per l’immediato ritorno della democrazia e della delimitazioni delle nostre terre.

Siamo le tue  gambe perché sappiamo che solo la lotta è capace di produrre un Brasile di eguaglianze; le tue gambe per fare picchetti e occupazioni in difesa del popolo, per la delimitazione delle nostre terre, per la necessaria e urgente riparazione storica dei nostri diritti che il colonialismo e il razzismo ci hanno conculcato.

Presidente, la tua incarcerazione è un ulteriore tentativo di toglierti dalla competizione elettorale. La grande verità è che con la tua prigione loro dimostrano tutti i loro preconcetti e razzismo, perché per questa élite è impensabile che un uomo del popolo sia più popolare di uno di loro.

Con la tua prigione tentano anche si incarcerare i nostri sogni. Ma loro dimenticano che molti dei nostri guerrieri sono caduti nella lotta, e qui noi siamo, più fermi che mai e a testa alta, perché continueremo a lottare.

Nostro combattente Lula, qui posiamo la nostra forza spirituale, la protezione dei nostri encantados e dei nostri antenati. Non dubitare, Presidente: i nostri archi e le nostre frecce, le nostre clave sono impugnate perché capiamo la guerra in cui ci troviamo e che adesso affrontiamo, ma sappiamo il nostro lato nella storia.

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Brasilia, 25 aprile 2018

(Fonte: APIB/Articulaçãdos povos indigénas do Brasil. Foto della marcia dei popoli indigeni verso la AGU/Avvocatura generale dell’unione e firme dei rapprentanti dei popoli idnigeni)

 

 

Lula al MST/Movimento dei lavoratori senza terra:

“Siamo dalla parte giusta della storia”

Cari compagni dell’MST,

so che molte delle voci che mi augurano “buona giornata” tutte le mattine sono voci dei compagno e delle compagne del Movimento senza terra. Il MST, più che chiunque altro, sa ciò che è sentire nella carne il dolore dell’ingiustizia, della persecuzione, dei processi fabbricati e manipolati, e delle innumerevoli incarcerazioni e morti dei compagni che lottano per la terra e per una vita degna.

La dedizione, la solidarietà e l’affetto che mi avete dimostrato nelle carovane che abbiamo realizzato attraverso il Brasile, continuano fermi e forti dopo tutte le arbitrarietà compiute contro di me. Ho la certezza che tutti noi usciremo più grandi e forti da questa situazione. Siamo dalla parte giusta della storia. A tutti voi che credete nella mia innocenza e lottate contro l’ingiistizia, sarò sempre grato.

Un abbraccio fraterno

Curitiba, 25 aprile 2018

Luiz Inácio Lula da Silva

 

Lula alla FUP/Federazione unitaria dei lavoratori del petrolio:

Petrobrás e sviluppo nazionale

Cari compagni della FUP,

ho seguito, nei limiti del possibile, le manifestazioni di solidarietà. L’appoggio che mi avete dato mi aiuta molto a continuare a credere nella nostra lotta per la giustizia.

E’ stato ottimo avere la presenza dei lavoratori del petrolio nel Sindacato dei metalmeccanici  a San Bernardo (il 7 aprile), grande è stato l’aiuto che ci avete dato.

So che siete stati  alla porta della polizia federale di Curitiba, per augurarmi, insieme ad altri movimenti, “buona giornata”.

Ho saputo anche della manifestazione ai Campi di Goytacazes, contro le ingiustizie che fanno contro di me.

Durante tutti questi anni, abbiamo sempre avuto un legame molto forte in difesa della Petrobrás e del progetto di sviluppo nazionale.

Fin dagli anni in cui sono stato sindacalista, i lavoratori del petrolio sono una delle categorie più impegnate nell’idea di un Brasile più giusto per tutti.

È per questo che voglio inviare i miei più sinceri ringraziamenti ad ogni compagno e ad ogni compagna della FUP.

A tutti voi che credete nella mia innocenza e lottate per la giustizia, sarò sempre grato.

Curitiba, 23 aprile  2018

Luiz Inácio Lula da Silva

 

Ai compagni del sindacato dei metalmeccanici dell’ABC

Cari compagni,

come vi ho detto nella messa di anniversario di Dona Marisa (il 7 aprile), ho coscienza che parte della conquista della democrazia in questo paese si deve al sindacato, a partire dal 1978. Lì è stata la mia scuola. Lì ho imparato a lottare e a fare politica. In tutto ciò che ho raggiunto nella mia vita, vi è  una parte molto grande di responsabilità delle cose che ho impratao quando ero dirigente sindacale.

È per questo che ho deciso si resistere nella mia casa, con la mia famiglia di tanti anni di lotta. Sarò eternamente grato per ciò che avete fatto per me lì nel sindacato. Quando ho saputo che avevate fatto una assemblea alla Ford, la settimana scorsa, per paralare con i lavroatori sulla mia ingiusta prigionia, sulla situazione politica del paese e che, inotre, avevate creato un comitato per la mia difesa, allora sì ho avuto la certezza che la lotta continua sempre.

A tutti voi che credete nella mia inncoenza e lottate per la giustizia, sarò sempre grato. Tutti usciremo più grandi e più forti da questo processo storico.

Un abbraccio fraterno

Curitiba, 23 aprile 2018

Luiz Inácio Lula da Silva

(Fonte: www.pt.org.br. Precedenti articoli su www.rifondazione.it e www.latinoamerica-online.it. Traduzione di Teresa Isenburg)

 

 

 

 

 


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