Quello che “L’ora più buia” non ci dice di Winston Churchill

Quello che “L’ora più buia” non ci dice di Winston Churchill

di CALLUM ALEXANDER SCOTT

 L’ultimo film su Winston Churchill, L’ora più buia (Darkest Hour), è già in lizza per gli Oscar, e il ritratto che Gary Oldman ci rende di Churchill è la ragione numero uno di questa ipotesi.

Posso testimoniare, avendo già visto il film, che la performance di Oldman è davvero brillante, ma siamo chiari. Mentre è un gran pezzo di cinema che, artisticamente parlando, merita, e quasi sicuramente riceverà, numerosi premi, è anche un film che glorifica un uomo veramente abbietto.

Mentre lo guardiamo, dovremmo ricordare che Sir Winston Leonard Spencer-Churchill, l’uomo votato “il più grande inglese” dal pubblico britannico nel 2002, non era solo un “uomo terribilmente sconsiderato”, come una volta una delle sue segretarie lo descrisse. In realtà, disse che “non aveva mai conosciuto nessuno che fosse così sconsiderato”. Era anche un imperialista convinto, un suprematista razzista e un eugenista che sosteneva la sterilizzazione forzata dei malati di mente, la prevenzione del loro matrimonio e il loro internamento nei campi di lavoro obbligatori.

Nel dicembre del 1910, all’età di 36 anni, Churchill scrisse al primo ministro Herbert Asquith, avvertendo della “crescita innaturale e sempre più rapida delle classi deboli di mente e pazze” (termini generali usati per descrivere i malati di mente e i menomati).

La loro rapida crescita, sosteneva, abbinata alla “costante riduzione [delle] razze parsimoniose, forti e superiori” (gente come lui, ovviamente), costituiva “un pericolo per la nazione e per la razza che è impossibile esagerare”.

Sosteneva che dovevano essere “sterilizzati” o “segregati in condizioni adeguate in modo che la loro maledizione muoia con loro e non sia trasmessa alle generazioni future”.

Ha detto al Parlamento della necessità di campi di lavoro obbligatori per “deficienti mentali” e che per “vagabondi e ladri [...] ci dovrebbero essere vere e proprie colonie di lavoro dove potrebbero essere inviati per lunghi periodi e costretti a realizzare il loro dovere nei confronti dello Stato.”

Come ha detto, “100.000 britannici degeneri dovrebbero essere sterilizzati con la forza e altri messi nei campi di lavoro per arrestare il declino della razza britannica”.

Solo un decennio prima, a 26 anni, Churchill aveva dichiarato l’impegno della sua vita per il “miglioramento della razza britannica”.

Come lo storico John Charmley, autore di Churchill: The End of Glory: A Political Biography (1993), ha scritto, “Churchill vedeva se stesso e la Gran Bretagna come i vincitori in una gerarchia sociale darwiniana”.

In effetti, la realtà omessa dalla maggior parte dei ritratti del nostro “più grande inglese”, incluso da Darkest Hour, è che era sia un nazionalista di destra che un suprematista bianco. Non è sorprendente che l’estrema destra lo abbia sempre idolatrato, dal British National Party, English Defence League e Britain First ai neoconservatori negli Stati Uniti.

Parlando nel 1902 delle “grandi nazioni barbariche che possono in qualsiasi momento armarsi e minacciare le nazioni civilizzate”, asserì che “il ceppo ariano è destinato a trionfare”.

Nel 1937, all’età di 62 anni, giustificava il genocidio di massa delle popolazioni indigene sulla base della supremazia bianca, annunciando alla Commissione reale sulla Palestina (Palestinian Royal Commission): “Non ammetto [...] che un grande torto sia stato fatto agli indiani d’America o alla gente di colore dell’Australia.

“Non ammetto che sia stato fatto un torto a queste persone dal fatto che una razza più forte, una razza di grado più alto, una razza più saggia, per così dire, è entrata e ha preso il loro posto”.

Dei palestinesi stessi disse che sono solo “orde barbare che mangiavano poco altro che sterco di cammello”.

Ma che dire dell’argomento che egli fosse un prodotto del suo tempo – non la pensavano tutti allo stesso modo allora?

Come lo storico Richard Toye ha mostrato nel suo libro, Churchill’s Empire: The World That Made Him and the World He Made(2010), non è così.

Molti colleghi di Churchill lo vedevano al punto estremo dell’ideologia razzista e imperialista, riferendosi a lui come un “vittoriano” a causa delle sue opinioni antiquate.

I colleghi del governo raccomandarono al primo ministro Stanley Baldwin di non nominarlo e il suo medico, Lord Moran, ebbe a dire del suo approccio a cinesi e indiani che: “Winston pensa solo al colore della loro pelle”.

Non dovrebbe sorprendere quindi che si opponesse con veemenza all’indipendenza indiana, dichiarando che Gandhi “dovrebbe essere legato mani e piedi alle porte di Delhi, e poi calpestato da un enorme elefante con il nuovo viceré seduto in groppa. Il Gandhi-ismo e tutto ciò che rappresenta dovrà essere [...] schiacciato.”

Più tardi avrebbe commentato: “Odio gli indiani. Sono un popolo bestiale con una religione bestiale. “

Vale la pena inoltre notare qui la sua difesa per l’uso di armi chimiche per reprimere altri popoli sotto il dominio imperiale britannico.

Quando iracheni e curdi si rivoltarono contro il dominio britannico nel nord dell’Iraq nel 1920, Churchill, allora segretario di stato presso il gabinetto di guerra, disse: “Non capisco la schizzinosità sull’uso del gas. Sono fortemente favorevole all’utilizzo di gas velenoso contro tribù non civilizzate. Diffonderebbe un vivo terrore “.

Naturalmente, non vedrete nessuno di questi aspetti di Churchill guardando Darkest Hour perché, come al solito, è ritratto come una canaglia imperfetta ma amabile che non si è risparmiato per salvare la democrazia e il mondo libero dalle fauci del fascismo.

Il problema con questo cliché narrativo, tuttavia, è che, contrariamente a praticamente tutti i racconti ufficiali, Churchill era in effetti esplicitamente e apertamente a favore del fascismo prima della seconda guerra mondiale, in particolare in Italia.

Scrisse amorevolmente a Mussolini: “Che uomo! Mi hai conquistato! [...] Il fascismo ha reso un servizio al mondo intero [...] Se fossi italiano, sono sicuro che sarei del tutto con te. “

Non più tardi del 1935, scrisse affettuosamente di Hitler: “Se il nostro paese fosse sconfitto, spero che si possa trovare un campione indomito come lui per ritrovare il coraggio e riconquistare il nostro posto tra le nazioni”.

Come il governo degli Stati Uniti e gran parte dell’establishment britannico dell’epoca, tra cui la famiglia reale e i servizi segreti, Churchill favorì entusiasticamente il fascismo come baluardo contro il bolscevismo e divenne apertamente antifascista solo quando le ambizioni espansionistiche tedesche minacciarono direttamente l’impero.

Niente di tutto ciò è un’esagerazione. Si può, come è oggi di moda dire, fare un “fact checking” di tutto ciò. E questo è per illustrare solo una piccola parte della detestabilità di Churchill.

La verità è che dietro il culto e la glorificazione che affligge l’Anglosfera, manifestato in film come Darkest Hour, Churchill era in realtà un uomo orrendo che, se fosse in giro oggi, sarebbe sicuramente ridicolizzato e insultato da gente di mente aperta per le sue posizioni odiosamente arcaiche. 

articolo originale su PEOPLE’S WORLD

traduzione di Paola Boffo – brigata traduttori


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