Indignarsi è lecito, costruire una risposta concreta è necessario!

Indignarsi è lecito, costruire una risposta concreta è necessario!

di Franco Frediani -

E’ difficile parlare oggi di argomenti politici senza soffermarsi sui fatti della cronaca parlamentare. C’è chi schernisce i “nuovi protagonisti”, chi lancia sberleffi, chi, nauseato, attacca a testa bassa. Tutte reazioni comprensibilissime, ma sicuramente poco utili se non inquadrate in una valutazione generale più attenta che possa farci capire quale sia la strada migliore per dare le risposte giuste e conseguenti a quella che può essere unanimemente riconosciuta come una “porcata” (seconda solo alla ormai famosa legge che ha favorito questo “nauseante” epilogo post elettorale..). Abbiamo già avuto modo di scrivere, proprio da queste colonne, che l’avvento al premierato da parte di Enrico Letta, non avrebbe portato sostanziali novità rispetto ad altri “papabili” del momento. Altrettanto vale per l’ormai avvenuta composizione della compagine di governo assemblata ieri (sabato 27 aprile, ndr.) dallo stesso ex vicesegretario del PD. La protesta è salita forte anche all’interno dello stesso Partito Democratico. Gli episodi che ne riportano l’evidenza ormai si sprecano. Simbolici o politici, sono numerosi. Dalle tessere strappate alle bandiere infilzate da decine di colpi di lama, vedi Cagliari, fino alle minacce di espulsione per chi non è d’accordo sulla linea politica intrapresa. Esiste un codice di serietà che impone, anche in politica, una forma di rispetto, e, spiacenti per gli scettici, ci adegueremo evitando di strumentalizzare questi episodi. Tuttavia occorre riflettere sul significato di certe dinamiche politiche che hanno ulteriormente inasprito la situazione all’interno di quello che nei fatti era il centrosinistra. Fa un certo effetto leggere la lunga lista delle dichiarazioni che non molto tempo fa hanno reso molti degli esponenti di primo piano di quel partito. Affermazioni e dichiarazioni di tenore completamente diverso, per non dire opposto, da ciò che invece stanno portando avanti oggi Letta e soci. La Rete è impietosa, tanto che basta leggere “[ciwati]“, il blog di Giuseppe “Pippo” Civati, parlamentare ed esponente non certo di secondo piano, della nuova guardia dei “Dem”, per rendersi conto della situazione: “Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile”. [..parole pronunciate da un certo Enrico Letta, l'8 aprile del 2013!!] Come si può vedere, sarebbe fin troppo facile sparare sulla Croce Rossa, ma sicuramente anche altrettanto inutile. Quel che conta è il domani, ed anche il modo di costruire un terreno di discussione non può che essere oggetto di buonsenso e ponderata riflessione. Le domande sorgono legittime e spontanee, anche se prevedibili. Dobbiamo però evitare dispersioni inutili ricorrendo ai SE od ai MA. Neppure possiamo perder tempo nel far notare che il governo Letta non nasce dal golpe di uno sparuto gruppo di soggetti, quanto dalla volontà di una maggioranza interna allo stesso PD, che ha realisticamente fatto quadrato sulla volontà di dare continuità ad un percorso politico tracciato da tempo (anche se fatto passare come frutto del lavoro di “tecnici”). In sintesi, non possiamo tacere sul fatto che l’alleanza con Mario Monti non sarebbe stata diversa da quella con il PDL di Berlusconi! Il modello socioeconomico al quale ambedue si rifanno è lo stesso. Cambiano solo pochi dettagli di facciata: apparenza più “anglosassone” il primo, più “sfrontato” e amorale il secondo; ma la sostanza rimane la stessa. Si parla sempre di liberismo, di difesa e rilancio del modello capitalistico più in auge del momento. E gli interpreti di oggi? Tutte persone strettamente legate a organizzazioni massoniche, a potentati economici rilevanti, pericolosi, dai connotati ambigui quanto oscuri. (…e per favore, ..non dimentichiamo che anche lo stesso Romano Prodi, oggi indicato come vittima sacrificale dello stesso PD, era un uomo della Goldman Sachs!). Resta solo un dubbio al quale guardare e che potrebbe essere sciolto solo (forse..) da quel gruppo di politici targati PD che oggi dissentono sul percorso intrapreso dal loro partito. Nelle loro intenzioni, c’era forse quella di modificare il percorso sopra indicato? Se la risposta è negativa il seguito non si pone, ma se così non fosse, bé, occorre far loro capire che il principale errore è stato quello di aver dato vita ad un centrosinistra dove (con tutto il rispetto per SEL) la sinistra era la grande assente! A SCANSO DI EQUIVOCI (scritto a caratteri cubitali..), teniamo a ricordare che non abbiamo mai pensato di sostenere o far parte di un centrosinistra che non prendesse le distanze dal liberismo di Monti; e così è stato. Ma se la sinistra di alternativa è stata sconfitta, il centrosinistra ha solo rimandato di poco tempo la sua performance negativa. Nessuno può dirsi contento di questo; solo uno sciocco potrebbe farlo, non comprendendo che, una sinistra più forte, motivata da un cambiamento di rotta di un centrosinistra che si fosse riappropriato di un percorso politico e sociale deturpato da scelte antipopolari come quelle fatte da Monti nel suo breve incarico di governo, avrebbe reso possibile un quadro dai connotati ben diversi da quelli ai quali stiamo assistendo! E’ venuto il tempo delle riflessioni anche per chi ha creduto che un certo percorso appartenesse ad un agire politico vicino a quello di una sinistra… La situazione attuale lo impone. C’è una forte necessità di dare risposte concrete ad una situazione che assume i contorni sempre più drammatici. Risposte che possono venire solo da una sinistra che sappia ritrovarsi; che sappia ricostruire la sua identità ripartendo dalle fondamenta, sgombrando esitazioni e ambiguità. Serve una sinistra che si opponga e proponga. Una sinistra che, ovviamente, non può prescindere dai comunisti, ancora e sempre, determinanti e insostituibili!


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