Merkel per sempre?

Merkel per sempre?

di Roberto Musacchio

Mancano pochi giorni al 24 settembre quando si voterà in Germania eppure i mass media e la politica italiani sembrano praticamente ignorare il fatto. A confronto con le elezioni Usa o le stesse ultime francesi la data sembra non avere nessuna caratteristica di evento. Si potrà pensare che il voto appare talmente scontato da non destare attese e interesse. Tutti i sondaggi dicono che Merkel vincerà e governerà per la quarta volta consecutiva. Un record che oscura anche l’epoca di Khol.

Eppure il voto tedesco peserà, e non poco, sul futuro di tutti noi. Dunque seguire lo svolgimento della campagna, cercare di capire quali siano gli umori e cosa si appresta a fare Merkel una volta confermata cancelliera dovrebbe interessare, e molto. E invece mass media e politica sono ingaggiati nello squallore razzista che ormai devasta il nostro quotidiano. Come se fossero qualche migliaia di migranti in più o in meno a decidere del nostro futuro (mentre invece dovrebbe starci a cuore senza se senza ma la loro vita) e non invece la direzione di marcia che la Germania deciderà di “proporre” per sé e per l’Europa sempre più tedesca.

Eppure oltre la certezza della vittoria della Merkel il quadro politico tedesco è destinato a cambiare in modo significativo. Non verrà sconvolto come accaduto a quasi tutti i sistemi politici alle prese con l’impatto dell’Europa reale, ma non sarà quello di prima. I sondaggi infatti dicono che si passerà ad un sistema a sei.

La novità è data dall’ingresso, per la prima volta nel Parlamento nazionale, della destra di Alternativa per la Germania (Afd). La quale non è più accreditata degli exploit previsti tempo fa ma , dopo una crisi interna e la sconfitta dei “moderati, si è radicalizzata mettendo al centro, insieme alla uscita dall’Europa il rifiuto degli immigrati.

Sempre i sondaggi danno Merkel intorno al 40%.  con 14 punti di vantaggio sulla Spd di Schultz che, dopo qualche settimana di illusioni per la novità della candidatura e qualche critica al passato di Schroeder, ha perso rovinosamente tre elezioni  di land, si è  riallineata allo stesso Schroeder ed è data per sicura sconfitta. Per la terza piazza corrono, tra l’8% e il 10%, Afd , Linke e liberali. Questi ultimi tornerebbero in Parlamento e consentirebbero a Merkel di poter scegliere tra più forni. Più staccati i verdi, intorno al 7%, che pagano divisioni e incertezze.

Se l’ingresso di Afd  infatti dovesse rendere necessarie a Merkel coalizioni più ampie dell’accordo con un solo partito i forni disponibili saranno tre. Spd, liberali e verdi infatti non escludono di allearsi con lei. Contribuendo così a consolidarne la centralità e il carattere di voto utile. Nelle ultime recenti elezioni di land la Cdu proprio per questo non solo ha vinto ma lo ha fatto in presenza di un significativo aumento della partecipazione al voto. Cosa che è importante sia sul fronte interno che su quello europeo.

Nella rinnovata diarchia con la Francia di Macron per dirigere l’Europa una Merkel rieletta a pieni voti e con urne piene potrà far pesare anche questo dato su un Macron che ha tanti voti in Parlamento ma è stato eletto con la partecipazione più basa della storia francese ed ha già grandi problemi nella opinione pubblica.  Ma, tornando al fronte interno, Merkel, se farà il doppio pieno, nelle urne e per sé, potrà rivendicare la campagna fatta.

Stabilizzati i rapporti con gli alleati bavaresi della Csu e con la fronda interna di Schoeble senza particolari concessioni sui fronti caldi. Più “rigore” sui migranti ma senza accedere a richieste di numeri chiusi. Continuità del rigore in Europa ma puntando tutto non sulla “cacciata” di qualcuno, vedi Grecia, ma sul “completamento” del quadro di comando con un bel ministro della finanze europeo con pieni, o quasi, poteri sui bilanci nazionali e, naturalmente, di “rito tedesco ordoliberalista”.

Per fare il pieno serve poi la proposta centrale della campagna elettorale che parla di riduzione della disoccupazione al 3%, rispetto al 5,5% attuale. Naturalmente con ricorso massiccio ai mini job ereditati da Schroeder. Su questa base Merkel chiede voti utili. Contro L’Afd e la minaccia di destra. E contro le timidissime, e subito rimangiate, aperture della Spd alla Linke.

La quale Linke è l’unica forza che si propone come alternativa complessiva a Merkel. Una alternativa per la Germania e per l’Europa che si sostanzia in un abbandono della austerità e in un rilancio di salari e welfare. Le due cose per altro stanno insieme perché solo una Germania che cambia in direzione di una maggiore domanda interna potrà smetterla di essere tutta volta a massimizzare le esportazioni. Appare evidente che in un quadro che appare scontato invece alcuni elementi saranno fondamentali. Tra questi proprio il risultato della Linke. Un buon risultato della Linke avrebbe più conseguenze positive. Contrastare un ulteriore spostamento dell’agenda politica tedesca a destra con l’ inseguimento dell’Afd. Essere il possibile perno di una alternativa a fronte di una nuova sconfitta della Spd e se questa si sottraesse ad un nuovo abbraccio con Merkel (o fosse “scaricata”). Contribuire a quel fronte delle sinistre alternative europee che appare in grado di giocare un ruolo importante anche in vista delle prossime elezioni continentali.

Proprio per l’importanza del voto tedesco il Partito della sinistra europea e i soggetti che ne fanno parte in Italia (Altra Europa con Tsipras, Prc, Sinistra Italiana) organizzano il 14 settembre a Roma (ore 17 presso la casa internazionale delle donne in via della lungara) un incontro intervista con un dirigente della Linke, Heinz Bierbaum.

linke roma


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