Brasile: francescani contro il golpe neoliberista. La Carta di Aparecida

Brasile: francescani contro il golpe neoliberista. La Carta di Aparecida

Pubblichiamo la traduzione della Carta di Aparecida della Conferenza della Famiglia Francescana del Brasile resa pubblica domenica 6 agosto 2017 al termine del Capitolo delle stuoie presso il Santuario della Nostra Signora  Arapecida (San Paolo)  in coincidenza con i 300 anni dal ritrovamento della effige della Madonna nera avvenuto nell’ottobre 1717,  oggetto di intensa devozione proprio come punto di  riferimento per le masse diseredate e per  la popolazione nera tenuta in schiavitù fino al 1888 e oggi sempre oggetto di esclusione e profondo razzismo. In questo periodo complesso della vita del Sud America ha peso ciò che fa o non fa  il mondo cattolico e in specifico la chiesa cattolica. Può quindi essere assai utile dedicare un po’ di tempo a leggere documenti di prima mano cercando di distinguere le posizioni del Pontefice, della curia romana, del segretario di Stato e prestando attenzione alle nomine nei posti chiave e ai trasferimenti territoriali. Documenti tutti  facilmente consultabili sul sito del Vaticano e sull’Osservatore Romano. Vanno anche considerate con equilibrio le dichiarazioni delle Conferenze episcopali nazionali che riflettono posizioni assai diverse fra di loro e non necessariamente rispondenti agli indirizzi espressi in sedi ufficiali dal Pontefice. (T.I)

 

Capitolo delle stuoie della Conferenza della Famiglia Francescana del Brasile (CFFB) tenuto  a Aparecida e concluso il 6 agosto 2017 con la

CARTA DI APARECIDA

Ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri ” Laudato Si’ ,49

La Conferenza della Famiglia Francescana del Brasile, celebrando il Capitolo nazionale delle Stuoie, cosciente della propria missione di “portare nel mondo la misericordia di Dio”, si rivolge a tutte le persone di buona volontà: a quelle che continuano ad avere fiducia in un mondo di giustizia e fraternità e a quelle che, in mezzo alle contraddizioni e alle realtà del nostro tempo, vivono il dolore della delusione e dell’assenza di speranza.

I momenti di condivisione realizzati in questi giorni ci portano ad affermare: viviamo una vera Pentecoste. In questo senso il Capitolo ci ha chiamati al rinvigorimento del Carisma e ci ha portato a rinnovare la memoria dell’eredità, dell’ispirazione originaria che diede inizio al movimento francescano. L’esperienza delle stuoie ci guida a riprendere la nostra vocazione come pellegrini e stranieri.

Le basi sulle quali è stata costruita la nostra storia sono segnate dal sangue dei poveri e degli ultimi, indigeni, donne e giovani neri, da un estrattivismo smisurato e distruttore, da una economia che esclude la maggioranza, dalla distruzione di popoli, culture e della natura. Alla luce del nostro carisma, capiamo come diventa necessario costruire un nuovo orizzonte utopico che ci impegni nella costruzione di un progetto di paese con giustizia e pace nel rispetto dell’integrità del creato.

Siamo sensibili al grido degli impoveriti e della Madre Terra! È necessario agire con misericordia nei loro confronti e con indignazione davanti a questo sistema che esclude, impoverisce e maltratta, e convochiamo tutti per unirsi alla lotta di cui oggi insieme ci facciamo carico: partecipare alla ricostruzione della Chiesa insieme a Papa Francesco e ricostruire il Brasile in rovina.

È giunto il momento di raccogliere le nostre stuoie e di gettarle sul suolo delle periferie del mondo, trasformando continuamente il nostro modo di Essere, Vivere e Consumare in risposta agli appelli di Papa Francesco.

La realtà ecologica e socio-politico-economica del nostro paese esige da noi un impegno profetico di denuncia e annuncio. Assistiamo, presi da sacra ira, alla violazione dei diritti conquistati dal popolo brasiliano, attraverso molti sforzi, impegno e confronto. Per questo, non possiamo esimerci dall’impegnarci insieme ai movimenti sociali nella lotta “per nessun diritto in meno”, contro i golpe, le riforme retrograde e abusive portate avanti da un governo illegittimo, da un parlamento divorziato dagli interessi della popolazione e da una giustizia che si è rivelata al di fuori dai parametri dell’equità “che invece di rafforzare il ruolo dello Stato per rispondere alle necessità e ai diritti di coloro che maggiormente sono stati resi fragili, favorisce gli interessi del grande capitale”.

Da questa città di Aparecida, la Nostra Signora, Patrona del Brasile, salvata dalle acque di un fiume, oggi inquinato e degradato, ci fa scegliere fra diversi appelli un impegno particolare per Sorella Acqua. Così ci impegneremo nella costruzione di un processo di riflessione e azione in difesa dell’acqua come bene comune, che avverrà attraverso la partecipazione della famiglia in giornate, forum e nuove iniziative di rafforzamento del lavoro riguardante la promozione della Giustizia e dell’Integrità del Creato.

Tutto questo avviene, sorelle e fratelli, perché San Francesco ci ha insegnato che nei momenti più difficili delle nostre vite dobbiamo ritornare alla Casa della Madre. Egli e i suoi fratelli ritornavano, frequentemente, alla piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli, la Porziuncola. Noi torniamo al Santuario di Nostra Signora Aparecida, in questi 300 anni di cammino con gli ultimi di questa terra.

“Oh Madre nera, oh Mariama, certo diranno, Mariama, che questa è politica, è sovversione, è comunismo. È Evangelo di Cristo, Mariama!”, quindi invochiamo le tue benedizioni su tutta la nostra famiglia e sul Brasile assetato di “Pace, frutto  della giustizia, del  bene e della Misericordia di Dio”.

Conferenza della Famiglia Francescana del Brasile – CFFB

6 agosto 2017

Fonte: : http://www.franciscanos.org.br

francescani brasile

Traduzione di Teresa Isenburg


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