Brasile: Giustizia di eccezione ed eversione dello Stato di Diritto

Brasile: Giustizia di eccezione ed eversione dello Stato di Diritto

Senza prove, anzi con abbondanti prove di innocenza, il giudice Sérgio Moro del tribunale di prima istanza di Curitiba ha depositato il giorno 12 luglio sentenza di condanna dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Questo dopo un percorso giudiziario durato tre anni pieno di irregolarità procedurali molto gravi. Un processo che si inserisce nel contesto del  colpo di Stato parlamentare che ha portato a fine agosto 2016 alla illegittima deposizione della presidente Dilma Roussef. Scopo politico della sentenza è impedire la candidatura di Lula alle elezioni del 2018, scopo ideologico è di privare il popolo brasiliano di un simbolo di speranza e pratica di riscatto; scelta della  data  di deposito della sentenza, forse,  anche oscurare l’attenzione sulla criminale votazione del Senato del giorno 11 luglio sulla riforma del lavoro che riporta il paese alla ideologia schiavista del XIX secolo. L’ex presidente risponderà in libertà e solo potrebbe diventare ineleggibile dopo la condanna nella seconda istanza giudiziaria. Si traducono alcune dichiarazioni al riguardo (T.I.)

Moro condanna Lula senza prove

Il giudice di primo grado Sergio Moro ha depositato  in data di mercoledì 12 luglio sentenza di condanna contro l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva per l’appartamento di Guarujà (SP) a nove anni e sei mesi di prigione per crimini di corruzione passiva e lavaggio di denaro. Il Ministero Pubblico Federale aveva accusato Lula dieci mesi fa  nell’ambito del processo della Opeazione Lava Jato  di avere ricevuto tangenti per  contratti fra la impresa OAS e la Petobras. E che i valori erano stati ripassati a Lula attraverso un appartamento a Guarujà.  Il 20 giugno la difesa di Lula  nel dibattimento finale del processo aveva presentato documentazione inedita che dimostrava che la impresa OAS non aveva i diritti per transazioni relative all’appartamento di Guarujà in quanto i diritti economici e finanziari sull’immobile erano stati trasferiti ad un fondo gestito dalla Cassa Economica Federale. (Quindi non solo l’accusa contro Lula manca di prove, ma la difesa ha portato prove documentarie ulteriori a discarico dell’imputato).

Fonte: Brasil 247

 

La presidente legittima e costituzionale deposta dal colpo di Stato del maggio-agosto 2016 Dilma Rousseff ha divulgato una nota in cui classifica come “una beffa” la condanna del giudice Sérgio Moro contro l’ ex presidente Lula. “Una flagrante ingiustizia e un assurdo giuridico che umilia il Brasile. Lula è innocente e questa condanna ferisce profondamente la democrazia”, aggiunge Dilma, sottolineando che “senza prove, portano a termine il copione tracciato da settori della grande stampa. Il paese non può più accettare questo passo in direzione dello Stato di Eccezione. Gli artigli dei golpisti tentano di stracciare la storia di un eroe del popolo brasiliano. Non ci riusciranno”, aggiunge,  e critica anche l’approvazione l’11 luglio  della cosiddetta riforma del lavoro, che pone fine al Testo Unico del Lavoro.

Fonte: Brasil 247

 

La presidente del PT, senatrice Glesi Hoffmann ha qualificato come “deplorevole” la decisione del giudice federale Sérgio Moro che ha condannato l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva a 9 anni e sei mesi di prigione; secondo lei è condannabile che un magistrato “ si dia il compito di fare politica” mirando ad escludere Lula dalla disputa presidenziale del 2018. “In fondo io credevo che il giudice Sérgio Moro avrebbe dato valore alla sua laurea, a quello che aveva imparato all’università, e assolvesse Lula, dal momento che non aveva nessuna prova contro di lui”, ha osservato.  “E’ stata una decisione politica, senza prove, fatta per soddisfare l’opinione pubblica”.  La senatrice Hoffmann aggiunge di avere parlato con Lula che si mostra “traquillo” al riguardo della condanna; il PT (Partito dei Lavoratori) farà ricorso contro la decisione di Moro nei tribunali internazionali.

Fonte: Brasil 247

 

Il PCdB manifesta la sua indignazione per la condanna di Lula

Sulla condanna dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva

Nonostante la completa assenza di prove o anche solo di un insieme di evidenze minimamente consistenti il giudice Sérgio Moro ha condannato l’e presidente Luiz Inácio Lula da Silva a 9 anni sei mesi di prigione.

A nulla è servito il lavoro della difesa dell’ex presidente, che capovolgendo  quello che viene richiesto dal processo penale, ha prodotto essa stessa le prove dell’innocenza di Lula; neppure sono servite tutte le dichiarazioni di innumerevoli giureconsulti che affermano che, in completa assenza di prove, la condanna sarebbe assurda.

Il PcdB manifesta la sua ferma indignazione per la decisione depositata dal giudice Sérgio Moro, esprime solidarietà a Lula, alla sua famiglia e al suo partito e convoca tutti i democratici, indipendentemente dalla posizioni politiche o ideologiche, a mobilizzarsi affinché lo Stato Democratico di Diritto sia garantito e il presidente sia assolto nelle successive istanze di ricorso.

Lula  è un patrimonio del popolo brasiliano, una icone della nostra storia nazionale e sarà difeso con durezza e decisione da tutti coloro che sognano un Brasile giusto per tutti e tutte.

 

Luciana Santos, Presidente Nazionale  del Partito Comunista del Brasile

Fonte: Portal Vermelho, 12 luglio 2017


                          Un giudizio motivato politicamente attacca  lo Stato di Diritto, dice la difesa di Lula

 

In una nota divulgata mercoledì 12 luglio gli avvocati di difesa dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva respingono la sentenza depositata dal  giudice Sérgio Moro, responsabile dei processi della Lava Jato in prima istanza, che ha condannato l’ex presidente senza prove.

“Il presidente Lula è innocente. Per oltre tre anni,  Lula è stato oggetto di una indagine motivata politicamente. Nessuna evidenza verosimile di colpa è stata prodotta, mentre prove schiaccianti della sua innocenza sono state sfrontatamente ignorate”, dice un passaggio della nota firmata da Cristiano Zanin e Valeska Teixeira.
E continua: “ questo giudizio motivato politicamente attacca lo Stato di Diritto del Brasile, la democrazia e i diritti umani di base di Lula. E’ una grande preoccupazione per il popolo brasiliano e per la comunità internazionale”.

Lula è stato condannato a nove anni e sei mesi di prigione. La difesa ha informato che ricorrerà contro la decisione sia nelle istanze superiori di tribunali brasiliani che alle Nazioni Unite.

Secondo la difesa il giudice Moro ha mostrato le sue deviazioni e la sua motivazione politiche ben chiare fin dall’inizio del processo. “Il suo giudizio ha umiliato il Brasile nell’ignorare evidenze schiaccianti e nel sottostare a una visione politica, mentre compie continue violazioni dei diritti umani di base e del processo legale”, denuncia la difesa.

E aggiunge: “Il giudizio prova ciò che abbiamo argomentato tutto il tempo: che il giudice Moro e il gruppo del Ministero Pubblico della Lava Jato sono stati guidati dalla politica e non dalla legge”.

La difesa ha aggiunto che Lula è stato vittima del cosiddetto “lawfare”, metodo usato con effetti brutali in diverse dittature nel corso della storia  quando si usano  le leggi per fini politici.

“Questo giudizio politico e tendenzioso mostra bene come le possibilità giudiziali del presidente Lula si siano interamente esaurite per cui è stato necessario incamminare questo caso al Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a  Ginevra”.

Gli avvocati ribattono anche alla tesi di Moro, che nella sentenza dice che “non importa quanto in alto tu sia, la legge è al di sopra di te”.

“Nessuno sta al di sopra della legge, ma nessuno sta al di sotto della legge. Il presidente Lula ha sempre cooperato pienamente con l’indagine, lasciando ben chiaro per il giudice Moro che sede per risolvere le dispute politiche sono le urne, non le corti di giustizia”.

La difesa ha concluso ripetendo che il processo “ha umiliato il Brasile internazionalmente” e che è il momento di “ricostruire la fiducia nelle leggi brasiliane e il giudice Moro dovrebbe abbandonare tutte le sue funzioni”.

“Noi proveremo la innocenza di Lula in tutte le corti non tendenziose, incluse le Nazioni Unite”.

 

Fonte: la nota è riportata in molti blog e facilmente consultabile anche integralmente.

(Traduzione di teresa.isenburg@unimi.it)


 lula innocente


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