Perla finale: la contentezza ostentata

Perla finale: la contentezza ostentata

di Alessandro Gilioli -

Sono contenti. O almeno dicono di essere contenti. Finocchiaro, Letta, Fioroni, Franceschini e così via: nelle loro pagine Facebook, su Twitter, nelle dichiarazioni ai giornalisti. Ostentano pacata ma convinta soddisfazione.

E’, questa, un’altra delle vecchie pratiche della politica, di quelle del secolo scorso: fare finta di aver vinto, almeno in pubblico, per nascondere un risultato scadente o – in questo caso – catastrofico.

Ve li ricordate, no, i segretari di partito che dopo una tornata andata male si attaccavano ai buoni risultati di Brisighella o di Magognino, ma ‘anche a Borgo Picciano abbiamo tenuto’? O lo stesso Bersani, che qualche tempo fa metteva una pezza su Parma con il suo ‘non abbiamo perso, abbiamo non vinto’? Ecco, quella roba lì.

Una pratica antica, ipocrita, ridicola. Figlia tra l’altro dell’era televisiva, in cui un pietoso velo di balle raccontate davanti alle telecamere del Tg1 qualche effetto obnubilante lo produceva. Adesso è solo un boomerang: e ammettere la sconfitta – il caso Renzi insegna – è invece diventato indispensabilmente virtuoso, se la sconfitta arriva.

Ecco: tutta la distanza tra questa sciagurata dirigenza del centrosinistra e il nostro tempo è data dalla pavloviana ripetizione, perfino oggi, di questa vecchia pratica. Nemmeno un tentativo tardivo di riavvicinarsi ai propri elettori, di ammettere il disastro, di uscire ad abbracciarli chiedendo scusa.

Invece, niente. Logica continuazione, peraltro, della scelta ovattata e sorda che hanno fatto ieri a Montecitorio.

gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it


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