Un pomeriggio con Julian Assange, l’hacker che ha tolto il sonno al governo statunitense

Un pomeriggio con Julian Assange, l’hacker che ha tolto il sonno al governo statunitense

Pubblichiamo la traduzione dell’intervista dell’editore del blog brasiliano Nocaute, il giornalista e scrittore Fernando Morais (autore molto noto di diverse biografie, in Italia sono stati tradotti “Olga. Vita di un’ebrea comunista” e “Guerriero della Luce Vita di Paulo Coelho”) a Julian Assange di WikiLeaks.

 C’è voluto quasi un anno di attesa. Dall’inizio del 2016 amici europei e latinoamericani cercavano di aiutarmi a ottenere un’intervista giornalistica con il cyber attivista australiano Julian Assange, dal 2012 esiliato nella elegante e modesta ambasciata dell’Ecuador a Londra.

Avevo ottenuto un contatto indiretto e impersonale con Assange nel tentativo di organizzare un suo incontro con l’ex presidente Lula che doveva recarsi a Londra nel 2013. Lula accettò, Assange accettò, il personale diplomatico ecuadoriano in Inghilterra anch’esso appoggiò l’iniziativa, ma circostanze non previste frustarono la visita di Lula.

Quando lo scorso anno ho iniziato a montare il blog Nocaute, ho avuto una idea fissa: il principale argomento del numero di apertura doveva essere una intervista con Julian Assange. Ho bussato alle porte di intermediari in diversi paesi finché, a metà dell’anno, è arrivata la luce verde: mi avrebbe ricevuto. E la buona notizia coincideva con gli ultimi numeri “zero” (o demo o beta), le versioni sperimentali del blog, accessibili solo al pubblico interno.

E allora hanno cominciato a rinviare l’intervista. E noi di conseguenza a procrastinare il lancio di Nocaute. Almeno nella mia testa era deciso: senza Assange non c’era lancio.

La cattiva notizia giunse a settembre: il mega hacker manteneva la parola, mi avrebbe concesso l’intervista, ma non prima del giorno 8 novembre 2016, data delle elezioni presidenziali nordamericane. Abbandonammo l’idea originale, invitammo l’ex presidente Lula e con lui abbiamo fatto la  copertina del numero 1 di Nocaute, lanciato la sera del 29 settembre.

Aperte le urne ed eletto Donald Trump, ho ripreso a chiedere l’intervista, che venne fissata nel pomeriggio del 27 dicembre. Un gelido e umido pomeriggio londinese. Con pantaloni blu marine e golf di lana abbottonato fino al collo, lo spilungone di un metro e novanta si è presentato sorridente, con barba e capelli lunghi, più pallido di quanto mostrano le foto.

Julian Assange è un uomo dalla parlata gentile e gesti contenuti, che non ricorda per nulla il carbonaro dipinto da qualche giornale. Ha parlato per tre ore su Trump, Hillary, Michel Temer, le manifestazioni contro Dilma, Petrobras e naturalmente spionaggio. La registrazione è stata interrotta alcune volte perché potesse bere un po’ d’acqua e sgranocchiare un croissant portato in un sacchetto di carta dalla sua assistente.

Alla fine ha posto una sola condizione: che l’intervista non fosse divulgata prima di una certa data di gennaio. Di seguito, il video con l’intervista e la trascrizione. (www.nocaute.blog.br)

p.s Le spese per questo lavoro giornalistico – biglietti aerei, albergo ecc.- sono state coperte con contributi di sostenitori di Nocaute.

Blocco 1

Fernando Morais: Dieci anni fa nasceva WikiLeaks, la più potente e inespugnabile macchina di divulgazione di segreti di Stato di cui si abbia notizia in tutti i tempi. Da quattro anni si trova in questo piccolo edificio al centro di Londra in cui funziona l’ambasciata dell’Ecuador, il creatore di questa macchina, l’australiano Julian Assange. Assange è esiliato nell’ambasciata dell’Ecuador, a pochi metri da Harrods, paradiso mondiale per i turisti che vengono a fare compere. Entriamo nell’ambasciata a fare un’intervista esclusiva a Julian Assange per Nocaute. Venite con noi!.

Fernando Morais: In primo luogo grazie per il riguardo di avermi ricevuto. È un onore di trovarmi qui con lei, nonostante le circostanze. Lei deve sapere che i nipoti dei nipoti dei suoi nipoti e dei miei nipoti, i suoi in Australia e i miei in Brasile, leggeranno nei libri di storia fra 100 anni che lei è stato il responsabile della elezione di Trump alla presidenza degli Usa. Non importa che ciò non sia vero. Come si sente in rapporto a ciò?

Assange: Penso che sia assai ingenuo credere che tutto cambia avendo questo o quel presidente al comando. Sì, Trump è stato eletto e ha nominato Rex Tillerson segretario di Stato, e Rex è il consigliere delegato della Exxon. Ma chi sono stati fra i maggiori frequentatori della Casa Bianca negli anni del governo Obama? I lobbisti della Exon.

Cosa faceva Hillary Clinton quando era segretaria di Stato? Una delle cose principali era spingere a favore degli interessi delle imprese del petrolio. Penso che su questo non si possa essere troppo ingenui. 

Gli Stati Uniti continueranno a compiere ogni tipo di crimini contro il proprio popolo e anche all’estero. Commetteranno errori e crimini intenzionalmente, è sempre stato così. Perché i governi rappresentano le fazioni dominanti della società americana, cioè le grandi imprese multinazionali. …

Ci sono milionari nel gabinetto di Trump come ce n’erano in quello di Obama. Quindi non sono sicuro che le cose siano così diverse, e retoricamente la situazione è molto più facile da capire.

Inoltre Trump ha destabilizzato quell0 che era un consolidamento crescente del potere neoliberista sotto l’amministrazione di Obama fin dai tempi di Clinton. Questo consolidamento è stato disturbato. Sta emergendo un nuovo gruppo di potere in questo gabinetto di Trump ma ha un sacco di nemici. La maggior parte della stampa per esempio è sua nemica. Ha contro la struttura costruita da Obama e dovrà trovare la propria strada. Trump ha destabilizzato un potere statale che funzionava. Trump ha portato molte persone che sono miliardarie, con un carattere molto forte, nel suo governo. Perché le persone diventano dei miliardari? Parte della spiegazione è che non vogliono lavorare per nessuno. Ma hanno detto che lavoreranno per Trump. Questa è una questione molto interessante. Dal momento che dispongono di uno status di indipendenza, di quelle persone che formano il governo, nel corso del tempo alcune saranno espulse e gli altri inizieranno una carriera per solidificare una solida struttura di potere. Ma per un po’, probabilmente un anno o due, ci saranno un sacco di occasioni di cambiare la percezione di quello che il governo USA fa e di ottenere qualche reale cambiamento in qualche area. Per esempio nella politica estera USA. E’ chiaro che ci saranno cambiamenti, qualcuno in peggio, qualcuno in meglio. certo ci saranno ogni sorta di crimini commessi dal governo Trump. Saranno lo stesso tipo di crimini che sarebbero stati commessi sotto l’amministrazione di Hillary Clinton ma il processo sarà molto più visibile e la critica domestica all’interno degli Stati Uniti sarà molto più intensa. Immaginiamo che ci sia un’altra guerra per il petrolio. Chi si opporrà a livello internazionale? Se si guarda alla struttura della società europea, per la maggior parte sarà più facile criticare il governo americano che se Hillary Clinton conducesse alla guerra. Se vivete in una vittima paese di guerra, voi otterrete  il sostegno internazionale più facilmente se l’amministrazione Trump minaccia di invadere il vostro paese. Analogamente in casa. Trump può avere più l’opposizione interna a questa guerra. Il New York Times si oppone all’amministrazione Trump per varie ragioni, così come la CNN e quattro dei cinque principali media conglomerati statunitensi. Può darsi che troveranno qualche accordo con amministrazione Trump ma per ora sono contro. Così è più facile sviluppare una resistenza nazionale contro questa politica. C’è un elemnto di isolamento in questo gabinetto. Probabilmente questa condizione di isolamento cambierà col tempo. Probabilmente la CIA e il complesso militare si avvicineranno. Exxon, Chevron e altre società con interessi all’estero imporranno le loro richieste. L’industria delle armi dirà: “Dobbiamo aumentare le nostre vendite di armi. La gente ha bisogno di vedere i nostri jet bombardare qualcosa o non comprano”. Nel corso del tempo ci sarà da preoccuparsi. Ma in questo momento è molto facile criticare all’interno e all’esterno degli Stati uniti  qualsiasi cosa realmente pericolosa che l’amministrazione Trump fa. Quindi non è così male. Se posso riassumere è più facile quando il lupo non ha il manto della pecora.

Fernando Morais: Quali evidenze ha WikiLeaks del coinvolgimento internazionale nella deposizione della presidente Dilma Rousseff in Brasile?

Assange: Non abbiamo pubblicato nulla direttamente al riguardo, ma molte cose sulle parti coinvolte, come hanno agito storicamente, incluso Temer e altre persone del suo gabinetto. La maggior parte tratta di contatti con l’ambasciata americana. Visite all’ambasciata americana, portando dossier e cercando di fare lobby perché essa appoggiasse l’uno o l’altro partito.

Fernando Morais: Secondo lei ciò che è accaduto in Brasile è stato un processo di impeachment o un colpo di stato stile 21° secolo?

Assange: Qualche cosa fra i due, un golpe costituzionale. Un golpe politico, si potrebbe chiamare.

Fernando Morais: Vi è qualche prova concreta che la CIA …

 Assange: In Australia, mio paese natale, vi è stato un golpe quasi dimenticato accaduto in modo simile a quello avvenuto con Dilma e Temer  in Brasile. È stato nel 1975, una procedura simile, anche lì un partito di sinistra era al potere.

Era due anni che era al potere e mai vi era stato così a lungo prima. Così i settori degli affari e dell’intelligence, alleati ai governi americano e britannico, si unirono e usarono un trucco costituzionale per deporre il governo ed insediare l’opposizione.

Fernando Morais: Alla luce di ciò che WikiLeaks ha reso pubblico, è possibile identificare esattamente ciò che la NSA (National Security Agency) cercava facendo spionaggio e intercettazioni telefoniche in Brasile?

Assange: Sì, le pubblicazioni delle intercettazioni sul Brasile. Noi abbiamo pubblicato che non solo la NSA spiava determinate compagnie o persone, ma abbiamo versato la catena completa degli obiettivi. Quindi abbiamo la base dell’attività di raccolta di dati. Se si pensa alla NSA, essa non decide le politiche, ma fa spionaggio. Hackera satelliti, mette cimici in fibre ottiche ecc.

Questo avviene a livello operativo, non politico. A livello politico il DNI (Director Nacional Intelligency) dice quali sono le priorità generali sulle quali gli Stati Uniti vogliono raccogliere informazioni e quindi attivano la NSA, la CIA  e il National Reconnaissance Office (l’agenzia di intelligence statunitense che progetta, costruisce e rende operativi i satelliti spia per il governo USA) e raccolgono le informazioni di ritorno.

 

Nelle nostre pubblicazioni si può vedere che il gabinetto di un determinato ministro, la Petrobras e il presidente della Repubblica sono bersaglio di spionaggio per ragioni politiche o economiche perché queste sono le ragioni elencate in accordo con le designazioni date.

Quindi la ricerca in Brasile è una mescolanza  che comprende argomenti politici, cercando di capire la politica in Brasile, quale indirizzo si vorrebbe che prendesse, ciò che piace, ciò che non piace. E cercando di capire l’economia brasiliana. 

Ada: Al riguardo di conversazioni del vicepresidente Temer abbiamo stampato prove di informatori.

Assange: È la pubblicazione delle intercettazioni in Brasile, con numeri dettagliati di telefono, le informazioni richieste. Questa è la politica di indirizzo degli USA: perché essi voglio queste informazioni; e quale è la necessità delle stesse? Si può spiegare riassuntivamente perché essi vogliono queste informazioni: spiando Dilma per ragioni politiche; il gabinetto della presidente, dei ministri ecc, per capire come funzionano le finanze del paese. Vi è una mescolanza.

Per ragioni militari occasionalmente spiano l’Esercito brasiliano. Tutti sanno che questo è ciò che fanno i servizi di intelligence, Quello che è nuovo è il grado di interesse politico, economico e finanziario, che non è solo una parte piccola dell’attività. In verità, se si analizza il bilancio della NSA si vede che circa il 50% di tutta la sua attività è per capire quale è l’indirizzo che un paese o il gabinetto presidenziale sta prendendo politicamente ed economicamente affinché gli USA possano reagire e indirizzarlo verso uno specifico cammino. Nella lista degli spiabili vi sono le importanti compagnie energetiche.

Fernando Morais: WikiLeaks divulga un milione di documenti all’anno. Certamente lei non può ricordarsi tutto, ma dai documenti di WikiLeaks che cosa si sa al riguardo della relazione fra l’allora vice presidente Temer e i servizi di intelligence stranieri, in particolare nordamericani?

Assange: Abbiamo pubblicato  vari messaggi al riguardo. In particolare uno del gennaio 2006 (era allora deputato federale e presidente del PMDB) in cui Temer va all’ambasciata americana. Il messaggio è solo sulle informazioni fornite da Temer, le sue visioni politiche e le strategie del suo partito.

Ciò mostra un livello un po’ preoccupante di sua familiarità con l’ambasciata americana. Cosa avrà in cambio? Chiaramente sta dando informazioni interne all’ambasciata USA per qualche motivo. Probabilmente per chiedere qualche favore agli USA, forse per avere in cambio informazioni.

Temer è stato diverse volte all’ambasciata americana per parlare. … ha inviato informazioni all’ambasciata americana varie volte, anche altri lo hanno fatto. Persone del suo gabinetto e anche dentro al PT. Quindi personalmente credo che data la natura della relazione del Brasile con gli USA e considerando l’intenzione del Dipartimento di Stato americano di massimizzare gli interessi di Chevron e ExxonMobil essi stanno fornendo agli USA informazioni di politica interna su ciò che avviene politicamente in Brasile.

Con tali informazioni il Dipartimento di Stato può compiere manovre in difesa degli interessi delle grandi compagnie americane del petrolio. Ciò che non necessariamente è in linea con gli interessi del Brasile.

A seconda di come funziona una società, si può consentire che chiunque vada ad una ambasciata e comunichi informazioni interne. Ma la maggioranza delle società che sopravvivono hanno regole contro ciò. Regole che proibiscono che informazioni politiche delicate siano passate ad altri Stati.

Ada: E si ha anche la sensazione che Temer non sia soddisfatto con la politica anti-neoliberista del PT e desideri allinearsi al PSDB.

Assange: È quanto accaduto ora. Se si legge ciò che abbiamo pubblicato nel 2006, si vede che la situazione politica attuale viene costruita da tempo. È interessante notare che la posizione delle parti, le loro visioni del mondo e di quali siano i loro alleati non è molto mutata.

 Blocco 2

Fernando Morais : Lei deve sapere che il Brasile ha scoperto enormi giacimenti di petrolio pré-sal nell’oceano e che ciò potrebbe dare molto denaro al Brasile anche con il barile a 8 dollari. Quale è l’interesse internazionale al riguardo? E quale in particolare il coinvolgimento di Michel Temer?

Assange: Non ho certezza. Tuttavia su Michel Temer abbiamo materiale importante. Abbiamo pubblicato un certo numero di documenti sui giacimenti del pré-sal. I depositi sono considerati circa quattro volte maggiori che i giacimenti brasiliani esistenti, qualche cosa di assai significativo. Arrivare laggiù in fondo all’oceano e perforare lo strato di sale è  molto caro. Ma quando ci si arriva, il petrolio non ha bisogno di molta raffinazione e si ha un buon profitto.

Alle condizioni attuali, la Petrobras avrebbe 30% del petrolio del pré-sal. Imprese interessate in questo petrolio sono andate all’ambasciata americana per lamentarsi di tali condizioni. E alcuni partiti politici in Brasile dicevano che avrebbero preferito che Chevron e ExxonMobil avessero accesso anche senza l’esclusività del 30% della Petrobras.

Questo è un argomento molto interessante: quale è il modo migliore per il Brasile di concedere lo sfruttamento dei depositi di petrolio? Che cosa sarà più vantaggioso per i brasiliani?

Su questa linea l’argomento di base è il seguente: se uno Stato agisce in modo coerente, in competizione con altri paesi e grandi compagnie petrolifere, essi devono garantire una entrata e così il petrolio garantisce un flusso forte di entrata che può rafforzare lo Stato.

Il lato opposto usa l’argomento che se una impresa, anche se di proprietà dello Stato, ha accesso preferenziale, essa diventa inefficiente e non opererà bene nella estrazione di petrolio, perché non ci sarà competizione. …

Si dice anche che se vi è molta competizione nella estrazione del petrolio, il prezzo cade molto e lo Stato non potrà raccogliere entrate di prelievo delle licenze di estrazione.

Quindi se si guardano i messaggi pubblicati in dicembre 2009, si vedrà che già vi erano resoconti al riguardo, ma questa non è la parte più interessante. Secondo me la parte più importante è quando si ammette  che la modalità più vantaggiosa per il governo sarebbe che la Petrobras avesse diritto al 30%.

Questa è una ammissione. Perché l’ambasciata allega che l’affare più vantaggioso per lo Stato Brasiliano si darebbe se la Petrobras avesse questo 30%?

Perché Chevron e altre grandi compagnie nordamericane del petrolio direbbero: se la Petobras  ha questi 30% per noi non compensa. Non vale la pena per noi estrarre, noi forse potremmo coinvolgerci nel finanziamento.

Ma la russa Gazprom e altre compagnie cinesi di petrolio, come China Oil, potrebbero essere in grado ci coprire rilanci nelle licitazioni, obbligando Chevron e Exxon a investire di più, perché cinesi e russi possono operare con minor margine di profitto.

Perché? Perché i cinesi solo vogliono il petrolio, non sono tanto interessati nel margine di profitto. Possono arrivare più rapidamente e mantenere i conti in equilibrio. Oltre a versare un volume maggiore di risorse al Brasile.

Come altre imprese petrolifere statali e altri Stati con petrolio, i cinesi operano in modo da potere sempre vincere licitazioni ad esempio sulla Exxon, impresa molto grande con un bilancio annuo di US$ 269 miliardi.

Quindi nel caso della Petrobras la questione che si pone è la seguente: che tipo di Stato vuole essere il Brasile? Uno Stato forte o uno Stato debole, con grandi imprese petrolifere straniere e multinazionali che dominano le sue risorse naturali?

Forse voi potete vedere ciò che accade in Brasile sotto un’altra luce: quali sono le grandi istituzioni pubbliche brasiliane, quali le più forti? Credo che siano l’Esercito (le Forze Armate) e la Petrobras. E credo che tutte le altre istituzioni siano in proporzione deboli. Quindi credo che indebolire la Petrobras è un modo per rafforzare i militari come centro di gravità dell’organizzazione dello Stato. E questo può essere un problema.

Due motivi fanno del pré-sal un argomento prioritario nelle politiche interne: la Petrobras è considerata alleata del PT. Perché Dilma vi ha lavorato, vi è gente sua e le sue politiche hanno avvantaggiato la Petrobras. Per questo, istituzionalmente, la Petrobras sente che i suoi interessi sono meglio tutelati dal PT.

Per questo altri partiti vorrebbero ridurre il potere della Petrobras, togliendole i suoi vantaggi. Un modo per scambiare favori con gli USA è facilitando l’accesso a parte di questo petrolio alla Chevron e alla ExxonMobil. Nei messaggi scaricati da WikiLeaks emerge un desiderio costante dei petrolieri americani di avere lo stesso accesso che ha la Petrobras.

È diverso da uno Stato tradizionale, qualche cosa come un capitalismo di Stato. Perché quello che pratica la Petrobras è un capitalismo di Stato. Ha la struttura di una impresa, la cui organizzazione è controllata dallo Stato.

Ma questo funziona solo quando il sistema di regolazione e di legislazione è incorruttibile. Allora non importa chi controlla l’istituzione, dal momento che tu controlli le leggi. Ma funziona solo se riesci a forzare il rispetto delle legge e scoprire se le leggi vengono aggirate. E il settore del petrolio ha così tanto denaro che questo diventa impossibile.

Fernando Morais: Tornando al Brasile, a Michel Temer, nella sua pagina di WikiLeaks egli si rivolge a qualcuno di non identificato; si è trattato di una conversazione privata con un informatore americano? Quante volte questo è accaduto e che cosa questo suggerisce?

Assange: Sì, Michel Temer ha avuto riunioni private nell’ambasciata americana per trasmettere loro questioni di intelligence politica, alle quali non molti avevano accesso, e promuovere discussioni sulle dinamiche politiche in Brasile.

Con questo non si intende dire che egli sia una spia pagata dal governo statunitense. Non so, ma non ci sono prove che egli sia una spia pagata in denaro. Stiamo parlando di qualche cosa di più, stiamo parlando di costruire una buona relazione in modo da avere scambio di informazione da una parte all’altra. E appoggio politico.

Fernando Morais: C’è un altro passaggio del discorso di Hillary Clinton con la banca Itaú in cui la signora dice che vorrebbe avere frontiere libere. Questo potrebbe essere un avviso che era a favore dell’impeachment o del golpe in Brasile?

Assange: Sì, ad ottobre abbiamo pubblicato conferenze segrete pagate di Hillary Clinton. Le trascrizioni di alcuni pezzi rivelano che lo staff della sua campagna temeva che divenissero pubbliche. Bernie Sanders e altri ritenevano che questo argomento avrebbe dovuto essere pubblico, ma lei lo mantenne riservato. E questo era il Santo Graal del giornalismo americano, avere accesso a ciò. Per il giornalismo americano è stato come avere accesso a un tesoro, E noi abbiamo pubblicato. 

È molto interessante vedere la sua (di Hillary) posizione quando parla con Goldman Sachs, quando parla con le banche brasiliane di investimento.

Quello che si vede è una liberale imperialista in rapporto all’espansione dell’impero americano, affamata di cementare accordi di avvicinamento e impiantare cambiamenti insidiosi come TTP (Trattato TransPacifico) o TTIP (Trattato Transatlantico di  Commercio e Investimento). Chiede riallineamento strategico con un duplice obiettivo: dare alle multinazionali americane ciò che esse vogliono e fermare la Cina, far sì che sia più difficile che i cinesi crescano.

Tuttavia quello che non so è che cosa riflettevano le dichiarazioni. Lei parla di energia con le banche di investimento del Brasile, difendeva la libera circolazione dei prodotti energetici.

Blocco 3

Fernando Morais: Poco dopo la cosiddetta primavera araba, due movimenti di strada sono cresciuti, uno in Brasile, l’altro in Turchia. In Brasile, prima delle proteste del 2013 la popolarità della presidente Dilma era all’80%, dopo le proteste al 30%. E in Turchia è finita con il tentativo di colpo di Stato militare e la repressione del presidente Erdogan e recentemente il golpe in Brasile. Lei vede relazione fra i due fatti?

Assange: No. Fra Turchia e Brasile, no. Credo che sono cose diverse. …L’uso dei social media da un lato consente il sorgere di una cultura non industrializzata in modo organico, imprevedibile e incontrollabile, che consente ai leaders politici di saltare intermediari, di parlare direttamente con le masse, come sta facendo Trump.

Cioè evitano la censura e l’influenza dei media. Questo effetto è stato indirizzato da organizzazioni specializzate in diffondere centinaia di migliaia di  “verbots” messaggi in internet, spingendo un messaggio in particolare, dando l’impressione che si tratti di un fenomeno organico, ma invece è un fenomeno programmato.

Darò un esempio. Nel 2011 WikiLeaks ha pubblicato molte informazioni sul Bahrein. Era l’epoca della primavera araba, arabi bareiniti avanzavano verso il potere e Twitter era molto popolare. Nel giro di un anno il regime del Bahrein ha assunto una decina di imprese di consulenza stampa, la maggioranza occidentali. Di colpo hanno cominciato a emergere molti accessi in Twitter e Facebook, anche in pagine Internet, che pubblicavano propaganda pro regime.

Ada:  In Brasile è stato un po’ diverso. In quanto la sinistra era al potere, questi messaggi populisti sono stati in un certo senso difesi dalla grande stampa, che è controllata da cinque famiglie. Quello che abbiamo visto nel 2013 è stato diverso da quanto accaduto storicamente in Brasile, una emergenza di destra che non favorisce la stessa destra e che è sinistrofobica, ciò che è un fenomeno nuovo in Brasile, è un caso diverso dagli USA.

Assange: Un populismo genuino può sempre muoversi contro l’autorità se ci sono media che lo esprimono Perché l’autorità è percepita per la sua abilità nell’arrestare le persone, imporre tasse e  acquisire leadership. E quando una critica libera, di tipo più duro, si sviluppa, affronta in modo aspro, enfatizza la percezione di autorità. È quanto è successo nel caso di  Dilma.

Non era puramente organico, ma aveva una componente organica e essa è stata enfatizzata dai cinque grandi gruppi mediatici. E probabilmente da robot. In verità ho trovato prove di robot, non ho certezza su chi li controllava, la cosa è stata scoperta alla fine, ma vi è stata una pressione di robot nei social media.

Siamo solo all’inizio di questo fenomeno per cui molta gente ha ora la capacità di pubblicare. Questo modifica la dinamica di potere, perché nelle nostre società molta della dinamica di potere è basata sulla censura, prevenendo in questo modo che la maggior parte della popolazione possa esprimersi. O almeno che pubblichi qualche cosa che raggiunga molta gente. Questo comincia a cambiare.

Tu sai quando stai comunicando con un robot? Sai quando stai comunicando con una persona reale? È un sistema che ha alcuni umani e questi umani controllano migliaia di robot che sono quelli con cui tu in verità interagisci. È l’invenzione dei “falsi demos”.

Perché le rivoluzioni avvengono nelle piazze spesso? … Perché in piazza puoi vedere come il popolo reagisce. Ti guardi in giro e vedi le persone. Perché si ha bisogno di una piazza per questo? Certamente se le persone non fossero in piazza e i media divulgassero fedelmente la volontà del popolo le rivoluzioni ci sarebbero in ogni caso. Ma i canali di comunicazione non divulgano quello che la popolazione vuole, e quindi non si ha la stessa percezione.

È la percezione di quale è la volontà della maggioranza che stabilisce se qualche cosa è politicamente possibile. Quindi quando c’è una rivoluzione normalmente è in una piazza, come la presa del Palazzo d’Inverno, perché le persone possono vedere che sono molte.  Perché non vedono che sono tante quando non sono in piazza? Perché il sistema dei media sta sopprimendo la realtà di quello che le persone pensano, le persone non riescono a percepire i “falsi demos”.

Con la possibilità che tutti parlino in Internet di un modo o in un altro, un antidoto è creare quei tali “fake demos”. È molto semplice. Il senso di collettività è difficile da percepire. Il potere politico non si preoccupa più di censurare le persone, ciò che lo preoccupa è la sensazione di essere in maggioranza, di avere la volontà popolare dietro di sé. Per ottenere questo effetto si creano i “falsi demos”. È questo che più o meno dal 2011 fanno Stati e partiti politici. È un nuovo modo di creare consensi. Siamo abituati alla situazione antica, con gli oligarchi dei media, ma quando ci sono media sociali vi è un modo nuovo di creare consensi, che è la creazione di una apparenza di volontà popolare,

Fernando Morais: Lei ha riscontrato qualche evidenza di influenza americana nelle proteste del Brasile?

Assange: Quello che ho visto è che c’era un gran numero di robot online che lavorava per stimolare queste proteste. E pensando come sono i programmi americani, vediamo che queste cose non accadono in America Latina senza l’appoggio americano. Finanziariamente, con logistica e intelligence, sia nel momento esatto dell’accadimento o semplicemente insieme alle parti coinvolte. Se si leggono le nostre pubblicazioni si vede che ciò accade in modo repentino e il Brasile è un paese che attrae molto interesse.

In verità guardando allo spionaggio militare in diversi paesi dell’America Latina, il Brasile è il paese latinoamericano più spiato. Questo è molto interessante perché qualcuno può immaginare ingenuamente che dovrebbe essere il Venezuela o Cuba con più spionaggio perché storicamente sono stati gli avversari verso i quali gli USA sono stati più ostili. Perché il Brasile? Perché ha una economia maggiore, è più importante economicamente. 

Fernando Morais: Molti hanno detto che il sistema di votazione di Brasile e Venezuela erano certificati e non vi è frode, ma persone di quel settore mi hanno detto che è possibile frodare, specialmente nel percorso fra urna e sistema. Sa qualche cosa al riguardo? E cosa significa ciò per la democrazia nell’era della cibernetica?

Assange: Io ero un hacker adolescente e sono diventato consulente di sicurezza e ingegnere cartografico e ho utilizzato questa formazione per mettere WikiLeks e le nostre fonti in salvo. WikiLeaks esiste all’interno di una comunità di persone simili. E già da molto tempo io stesso e altri di tale comunità affermiamo, da oltre vent’anni: le urne elettroniche sono pericolose.

I fabbricanti di urne elettroniche dicono che esse accrescono la precisione del conteggio dei voti perché è più difficile manipolare una macchina complessa che un’urna normale. È vero che è più difficile frodare un’urna elettronica che un’urna normale, ma se si froda un’urna normale, quanti voti si manipolano?

Forse qualche centinaio. Ora adesso se si ha accesso al codice responsabile per l’elezione al computer che fa le relazioni, si possono modificare centinaia di migliaia o anche milioni di voti. E si può farlo in modo irrilevabile! Questo è il punto principale!

Qualcuno potrà dire: ok, ma possiamo controllare, verificare le macchine per vedere se sono a posto, si può avere una connessione di riserva. In realtà ai governi piace tagliare i costi o non sono efficienti e con il passar del tempo non si verifica più tanto.

Questo è un problema filosofico interessante: mai si sa davvero che cosa fa una macchina complessa.

Quasi nessuno può determinare se una macchina complessa sta facendo quello che dovrebbe, tanto  più quando si tratta di voti, di ricerca intensa del potere, con motivazioni molto forti. Una persona comune dovrebbe essere capace di capire che la macchina fa quello che dovrebbe fare, ma una persona comune non può capire nulla di questa complessità. Per questo le urne elettroniche sono pericolose.

Fernando Morais: Durante la guerra fredda il cardinale ungherese Jozsef Mindszenty ha vissuto per 15 anni nell’ambasciata americana a Budapest, perché era perseguitato dal regime pro sovietico. Per quanto tempo è pronto a vivere nell’ambasciata dell’Ecuador?

Assange : Quanto tempo io sopporterò di rimanere qui è irrilevante. Quello che importa è sapere quando gli USA cominceranno ad obbedire alle loro stesse leggi e quando sospenderanno il processo contro di me e, potenzialmente, contro altri membri di WikiLeaks. Importante è sapere quando il Dipartimento della Giustizia americano comincerà ad obbedire alle sue leggi, alle sue stesse leggi, alla Costituzione americana, al Primo Emendamento, alle sue regole interne che dicono che non si può processare un mezzo di comunicazione. Ciò che importa è sapere quando il Regno Unito e la Svezia obbediranno alle leggi: è quasi un anno che l’ONU ha stabilito che entrambi stavano agendo in modo illegittimo mantenendomi in domicilio coatto in questa ambasciata, detenendomi per sei anni in questo paese senza accusa. Recentemente l’ONU ha riaffermato tale decisione e la situazione continua ad essere la stessa. Quando obbediranno alle leggi?

Trovo ironico che accusino un mezzo come WikiLeaks di essere radicale e rivoluzionario. Che cosa raccomanda WikiLaeks? Che le persone devono obbedire alle leggi, non devono essere corrotte, devono essere oneste, aperte, trasparenti. In un certo senso è qualche cosa di così semplice che questa visione sembra cristiana, addirittura conservatrice.

Diciamo che gli Stati Uniti dovrebbero solo ubbidire alle loro stesse leggi. Non è una domanda così grande, ma le persone che si oppongono dicono: anche se la legge dice che voi potete pubblicare, voi non dovreste.

Fernando Morais: Grazie mille e spero di riceverla come uomo libero in un Brasile democratico.

 

Fonte: blog Nocaute

(Traduzione per rifondazione.it di Teresa Isenburg)

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