Matteo Renzi collection: “Se perdo al referendum non mi vedrete più”

Matteo Renzi collection: “Se perdo al referendum non mi vedrete più”

Molti giornalisti renziani in questi giorni stanno celebrando le dimissioni del segretario del PD quale gesto di grande coerenza con la parola data. Peccato che la promessa di Renzi era quella di ritirarsi dalla politica, non di fare le primarie del PD e arrivare alle elezioni con un governo fotocopia. Ringraziamo L’Espresso per la raccolta di citazioni per gli smemorati:

La fine dell’esperienza politica (Consiglio dei Ministri, 12 marzo 2014):
“Lo dico qui, prendendomene la responsabilità, che se non riesco a superare il bicameralismo perfetto non considero chiusa l’esperienza del governo, considero chiusa la mia esperienza politica”.

Fine (Tg2, 30 marzo 2014):
“O facciamo le riforme, o non ha senso che io stia al governo. Se non passa la riforma del Senato, finisce la mia storia politica”.

Del tutto evidente (Conferenza stampa di fine anno, 29 dicembre 2015):
“È del tutto evidente che se perdo il referendum costituzionale, considero fallita la mia esperienza in politica”.

Precise responsabilità (Repubblica.tv, 12 gennaio 2016):
“Intendo assumermi precise responsabilità. È un gesto di coraggio e dignità. Se perdo il referendum io non solo vado a casa, ma smetto di far politica”.

La dignità (Aula del Senato, 20 gennaio 2016):
“Lo ripeto anche qui: se perdessi il referendum considererei conclusa la mia esperienza politica. Credo profondamente nel valore della dignità della cosa pubblica”.

La borsettina (Quinta Colonna, 25 gennaio 2016):
“Io non sono come gli altri, se gli italiani diranno No, prendo la borsettina e torno a casa”.

E le vostre idee? (Scuola di formazione del Pd, 7 febbraio 2016):
“Se vince il No prendo atto del fatto che ho perso. Dite che sto attaccato alla poltrona? Tirate fuori le vostre idee, ecco la mia poltrona”.

The end (Scuola di formazione del Pd, 12 marzo 2016):
“Se perdiamo il referendum è doveroso trarne conseguenze, è sacrosanto non solo che il governo vada a casa, ma che io consideri terminata la mia esperienza politica”.

Non mi vedrete più (Congresso dei Giovani Democratici, 20 marzo 2016):
“Io ho già la mia clessidra girata. Se mi va male, se perdo la sfida della credibilità o il referendum del 2016, vado via subito e non mi vedete più”.

Se perdi una sfida epocale (Durante il #matteorisponde, Facebook, 28 aprile 2016):
“Sto personalizzando? No, se perdi una sfida epocale che fai? Racconti che i cittadini hanno sbagliato? No, hai sbagliato tu”.

A casa (Ansa, 2 maggio 2016):
“La rottamazione non vale solo quando si voleva noi. Se non riesco vado a casa”.

Vinavil (Rtl 102.5, 4 maggio 2016):
“Non sono come i vecchi politici che si mettono il vinavil e che invece di lavorare restano attaccati alla poltrone”.

Smetto proprio, con che faccia rimango? (Che tempo che fa, 8 maggio 2016):
“Non è personalizzazione, ma serietà. Se io perdo, con che faccia rimango? Ma non è che vado a casa, smetto proprio di fare politica”.

Fine carriera (Radio Capital, 11 maggio 2016):
“Se non passa il referendum la mia carriera politica finisce qui. Vado a fare altro”.

Destinazione paradiso (Ansa, 11 maggio 2016):
“Non sto in paradiso a dispetto dei santi. Se perdo, non finisce solo il governo: finisce la mia carriera come politico e vado a fare altro”.

Libero cittadino (Porta a Porta, Rai 1, 12 maggio 2016):
“Se vince il No, mi dimetto il giorno dopo e torno a fare il libero cittadino”.

Personalizzazione? (L’Eco di Bergamo, 21 maggio 2016):
“Se perdiamo il referendum, vado a casa. Questa è personalizzazione? No. Questa è serietà”.

Quel galantuomo di Napolitano (Comizio a Bergamo, 21 maggio 2016):
“Non sono andato a palazzo Chigi dopo aver vinto un concorso, mi ci ha messo quel galantuomo di Napolitano con l’impegno di fare le riforme. Se non ottengo questo risultato, l’Italia continuerà a essere il Paese degli inciuci e del Parlamento più costoso del mondo. Se l’Italia vuole questo sistema, è giusto che lo faccia senza di me”.

Tutti via in caso di sconfitta (In mezz’ora, Rai 3, 22 maggio 2016):
“Se il referendum dovesse andare male non continueremmo il nostro progetto politico. Il nostro piano B è che verranno altri e noi andremo via”. (Nel governo Gentiloni tutti confermati, tranne il ministro Giannini)

Via pure dalla segreteria Pd (Virus, Rai 2, 1 giugno 2016):
“Se perdo il referendum troveranno un altro premier e un altro segretario”.

Cambierò mestiere (Il Foglio, 2 giugno 2016):
“Io sono fiducioso che vinceremo bene. Ma se il referendum andrà male continuerò a seguire la politica come cittadino libero e informato, ma cambierò mestiere. Vuole uno slogan semplice? O cambio l’Italia o cambio mestiere”.

Pollo da batteria (eNews, 29 giugno 2016):
“Secondo voi io posso diventare un pollo da batteria che perde e fa finta di nulla?”.

È stato gli altri (La Repubblica, 31 luglio 2016):
“Personalizzare questo referendum contro di me è il desiderio delle opposizioni, non il mio”.

Governicchi mai (Ansa, 17 novembre 2016):
“Io non posso essere quello che si mette d’accordo con gli altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio”.

Curriculum (#matteorisponde, Facebook, 21 novembre 2016):
“Non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Non ho niente da aggiungere al curriculum vitae”.

Il boy scout (Matrix, Canale 5, 30 novembre 2016):
“Io sono un boy scout, non voglio diventare come gli altri, il mio lavoro deve servire a cambiare il paese. Se vogliono un bell’inciucione, se lo facciano da soli…”.

No agli accordicchi (Comizio ad Ancona, 30 novembre 2016):
“Non sono quello che fa accordicchi alle spalle dei cittadini. Per questo possono chiamare qualcun altro”.

I pop-corn (Repubblica.tv, 30 novembre 2016):
“Se gli italiani dicono No, preparo i pop-corn per vedere in tv i dibattiti sulla casta”.

ringraziamo per l’esercizio di memoria il settimanale L’Espresso: 

Matteo Renzi


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.