Un’analisi del voto USA

Un’analisi del voto USA

di Luca Cerpelloni

L’analisi del voto basata sulle interviste agli exit polls della CNN ci dice alcune cose sull’elettorato

Composizione demografica :

Razza, Sesso, Età , Istruzione, urbanizzazione , religione e stato coniugale

Guardando  i quattro valori singolarmente risulta che la Clinton vince tra gli under45, i non-bianchi, le donne e coloro che hanno un basso livello di istruzione (diploma o inferiore). Ma aggregando i dati risulta che Trump vince, anche se in maniera minore, anche tra le donne e gli under45 bianchi, vince tra i laureati maschi bianchi e perde solo tra le donne laureate bianche mentre i non bianchi a prescindere dall’età, dal genere e dal grado di istruzione hanno votato Clinton.  Per quanto riguarda il tasso di urbanizzazione il voto a Trump aumenta con il diminuire del tasso di urbanizzazione, infatti perde nelle aree urbane, vince di misura nelle aree suburbane e stravince nelle aree rurali. La questione religiosa vede Trump vincere tra i cristiani e perdere tra i non credenti e le altre confessioni religiose, tra i cristiani vince con larga misura tra protestanti e mormoni, in misura molto più contenuta tra i cattolici (che ricordiamo non rientrare nel paradigma WASP tanto amato dai conservatori). Anche la pratica religiosa influisce: Trump vince con il crescere della frequenza alle funzioni religiose. Infine lo stato coniugale: tra i “single” vince la Clinton mentre tra gli sposati vince Trump, scomponendo per genere Trump vince tra i maschi sposati mentre tra le donne sposate vince la Clinton, quest’ultima vince anche tra i single a prescindere dal genere, seppure in misura decisamente più larga tra le donne.

Ceto Sociale
Se si guarda il reddito la Clinton vince tra i ceti medio-bassi (sotto i 50.000) e perde di misura dai ceti medi in su (il salario medio di un metalmeccanico è di $45,000 circa mentre quello di un infermiere è di circa 69000$). La cosa smentisce  la vulgata comune che vede Trump fare man bassa tra i ceti medio-bassi e la classe media mentre la Clinton viene votata dalle elites. La maggiore distanza pro-Clinton è infatti tra i ceti più bassi (sotto i 30.000$) con 12 punti percentuali, mentre la maggiore distanza pro-Trump è nel ceto medio propriamente detto (50-100.000$) ed è intorno ai 4 punti.

 

Altri fattori sociali: Sindacato ed Esercito

Negli USA la sindacalizzazione è piuttosto bassa, così come la percentuale  di coloro che sono stati nelle forze armate non essendovi coscrizione (i votanti iscritti al sindacato sono il 18% mentre i votanti “veterani” il 13%). La Clinton vince tra gli iscritti ai sindacati e perde tra i non iscritti, mentre Trump vince tra chi ha servito nelle forze armate e perde tra chi non lo ha fatto.

 

 

 

 

 I Candidati , l’orientamento politico e  quello che ha influenzato le scelte.

 Apprezzamento del candidato votato

Valutando in tre gradi l’apprezzamento del candidato (Fortemente a favore, ho delle riserve, non mi piace l’avversario) risulta che 4 elettori su dieci apprezzano fortemente il candidato votato, in maggioranza “clintoniani”, 1 elettore su 3 ha delle riserve con un sostanziale equilibrio tra gli elettori di Trump e Clinton , ben 1 elettore su 4 perlopiù “trumpiani” ha scelto il candidato perché non gli piaceva l’opponente.

Le qualità del candidato votato

La qualità più importante del candidato, chi ha risposto doveva scegliere tra :
“Porterà un cambiamento”
“Ha l’esperienza giusta”
“Ha capacità di giudizio”                                                                                                                      “Si occuperà di me”

Una maggioranza relativa di 4 su 10 (perlopiù “trumpiani”) ha indicato il “cambiamento”, le altre qualità sono scelte soprattutto dai clintoniani, l’ultima ovvero “si occuperà di me” è la meno gettonata oltre ad essere quella con meno differenza di schieramento .

 

Le priorità
Sulle priorità del paese  la maggioranza crede che sia l’economia (tra questi la maggioranza ha votato la Clinton), gli altri si dividono tra “politica estera” (con larga maggioranza di clintoniani) ,
 “immigrazione” e “terrorismo”(queste ultimi due priorità sono perlopiù presenti tra gli elettori di Trump).

 

L’orientamento politico

Negli USA gli orientamenti politici sono riassumibili grossolanamente in “liberal”(sinistra), ”moderate”(centro),”conservative”(destra), ovviamente spostandosi verso destra  il sostegno a Trump aumenta , ma la Clinton è vincente anche tra i “centristi” .

Una cosa interessante è che gli americani considerano tendenzialmente entrambi i candidati due cretini inaffidabili e preoccupanti, ma se si guarda cosa pensano del proprio candidato gli elettori ci sono più elettori di Trump che schifano Trump rispetto a quelli della Clinton che schifano la Clinton (base dati CNN)

 

 

Le Politiche

Il muro , gli immigrati , Obama , l’ISIS, il Governo.

 

La maggioranza assoluta degli intervistati si oppone al muro ed è per regolarizzare gli immigrati (soprattutto clintoniani), sempre la maggioranza pensa che la Clinton non combatta bene l’ISIS  (soprattutto trumpiani).

L’Obamacare spacca l’opinione pubblica, mentre l’amministrazione Obama riscuote approvazione  (soprattutto tra i clintoniani), il commercio estero è visto più come minaccia che come possibilità, infatti una maggioranza relativa (soprattutto di trumpiani) sostiene che faccia perdere posti di lavoro, mentre chi lo vede come opportunità (fa guadagnare posti di lavoro) o non lo vede rilevante (non incide sui posti di lavoro) è soprattutto clintoniano.

Nell’elettorato USA vi è una sfiducia generalizzata nel governo federale come istituzione, specie tra i sostenitori di Trump che pensano che il governo debba “fare di meno”.

 

Opinione su ogni  candidato

Hai un’opinione positiva o negativa? Consideri il candidato onesto e affidabile?  Pensi che abbia il temperamento giusto per fare il presidente? È qualificato per fare il presidente? Come ti sentiresti se vincesse?

Gli elettori americani hanno un’opinione negativa di entrambi i candidati , nessuno dei due è considerato onesto e affidabile (coloro che hanno espresso valutazioni negative su entrambi han votato soprattutto Trump). La Clinton è considerata qualificata e con il giusto temperamento dalla maggior parte degli intervistati (anche da molti trumpiani) mentre Trump è considerato non qualificato e con il temperamento sbagliato dagli intervistati (anche da molti trumpiani).

Infine come si sente l’elettore se vince Clinton? e se vince Trump?  In entrambi i casi l’elettore la vede male (da preoccupato a spaventato) .

 

Conclusioni

Dalle interviste viene fuori anche un’America che si sente povera, che non ha fiducia nei partiti tradizionali e che teme che le prossime generazioni staranno peggio.

 I due candidati hanno sostanzialmente pareggiato, con una vittoria con i voti popolari da parte della Clinton (nonostante il sistema elettorale abbia assegnato la vittoria a Trump), dalle interviste sembra che Trump abbia  intercettato un’America  piccolo-borghese rurale  bianca, cristiana, arrabbiata e spaventata.

Trump ha scosso questa piccola borghesia bianca dentro un’America che in genere non si fida dei politici tradizionali che ha votato un candidato che spesso nemmeno apprezza o considera onesto, un’America che  ha paura del futuro, che ha paura di perdere il suo primato

Il voto a Trump è sicuramente un voto di protesta, così come lo è stato il consenso inaspettato a Sanders alle primarie. Il voto a Trump non è un voto dei poveri contro le elites liberal, ma un voto razzialmente connotato, un voto di rifugio nelle tradizioni della famiglia e della cristianità, un voto della piccola borghesia bianca spaventata di perdere i propri privilegi.

 potete consultare datitrump-donald-cleveland sul sito CNN


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