Canton Ticino, Ferrero (Rc): “Va sfasciata l’Ue per unire i popoli contro multinazionali e banche”

Canton Ticino, Ferrero (Rc): “Va sfasciata l’Ue per unire i popoli contro multinazionali e banche”

Intervista al segretario nazionale di Rifondazione Comunista su intelligonews.it 

“Svizzera o Gran Bretagna sbagliano se pensano che si possano risolvere i problemi impedendo alle persone di circolare”. Questo il pensiero di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, intervistato da IntelligoNews, sul referendum nel Canton Ticino per frenare il flusso dei 60mila frontalieri italiani che ogni giorno attraversano il confine con la Svizzera.

Cosa ne pensa di quanto accaduto nel Canton Ticino?

“E’ la guerra tra i poveri. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa la Lega”.

Borghezio, intervistato oggi da IntelligoNews, ha detto che la Svizzera “teme l’invasione” e si comporta così per colpa del nostro governo che fa “entrare di tutto”.

“Il problema vero è che il razzismo che determina la guerra tra i poveri si rivolta anche contro chi lo fa. A forza di campagne di questo genere in Italia la cosa si sta allargando e siamo alle barbarie che sono il passo prima della guerra”.

Canton Ticino, Ferrero (Rc): ‘Va sfasciata l’Ue per unire i popoli contro multinazionali e banche’
Dopo la Brexit, il referendum del Canton Ticino sui lavoratori, la libera circolazione è sempre più a rischio. L’Europa così come è impostata può sgretolarsi?

“Assolutamente sì, l’Europa è un fallimento, un disastro, l’Ue peggiora le condizioni di vita della gente. Svizzera o Gran Bretagna pensano che si possano risolvere i problemi impedendo alle persone di circolare, mentre continuano a circolare capitale e merci. Noi crediamo che non bisogna mettere i fili spinati alle frontiere ma rovesciare questa Europa ponendo al centro l’occupazione, la redistribuzione dei soldi, lo sviluppo del welfare. L’Ue è un disastro e la risposta delle destre non fa che aggravare questo disastro. La soluzione è da un’altra parte, serve maggior giustizia sociale e controllo sul capitale, non sulle persone”.

Gentiloni ha detto: “Libera circolazione o conseguenze”. Si aspetta una decisa presa di posizione del governo italiano?

“Questi fili spinati, reali o formali, portano alla dissoluzione dell’Europa, il problema non sono le minacce di Gentiloni. Va sfasciata l’Ue per mettere insieme i popoli europei contro le multinazionali e le banche che li sfruttano. Bisogna dare una risposta positiva al disagio dei lavoratori che è sacrosanto, andando a prendere i soldi dove ci sono, tra i ricchi, e non facendo la guerra tra poveri”.

Molti sostengono che dopo la Brexit la Gran Bretagna non ha avuto alcun problema economico-finanziario. Qual è il suo punto di vista a riguardo?

“La Gran Bretagna intanto non è ancora uscita, che non è poco, in più hanno detto chiaramente che sulla libertà di circolazione del capitale e delle merci non faranno nulla, anzi cercheranno di far diventare la City una specie di paradiso fiscale. Quindi l’unica cosa che può venire fuori è simile a quanto fatto dalla Svizzera nel Canton Ticino: bloccare le persone. Da questo punto di vista non ci sono effetti immediati, non cambia quasi nulla. Il problema non è uscire, senza dimenticare che l’Inghilterra ha una delle più grandi piazze finanziarie del pianeta mentre l’Italia avrebbe qualche problemino in più e rischierebbe di essere più ricattata di prima. Serve un’Europa che usi il suo potere economico e finanziario per il benessere dei popoli invece che per quello delle multinazionali. Questo è il nodo. Oggi per mettere la museruola al capitale, che si è globalizzato, bisogna essere grossi quanto lui, serve un’Europa che controlli il capitalismo che metta delle regole, questo non può farlo un singolo Paese, bisogna riuscire a farlo a livello europeo. La nostra battaglia è far saltare questa Europa per costruirne una democratica e basata sulla giustizia sociale. La politica della Lega non intacca minimamente lo strapotere delle multinazionali e delle banche che rimane intonso”.

sul tema segnaliamo sul nostro sito Prima gli Svizzeri. Quando l’emigrato discriminato e’ italiano

 

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