Manifestazioni in tutto il Brasile denunciano le misure di Temer per togliere diritti

Manifestazioni in tutto il Brasile denunciano le misure di Temer per togliere diritti

di Railídia Carvalho

Il 22 settembre 2016 in modo unitario tutte le centrali sindacali brasiliane hanno proclamato un giorno di paralisi nazionale. Di seguito un breve resoconto delle manifestazioni, alle quali vanno aggiunte le moltissime fermate e assemblee interne sui luoghi di lavoro. L’importanza della giornata è data soprattutto dal fatto di essere unitaria fra le differenti sigle sindacali.

 22 settembre 2016

Le fermate di giovedì 22 settembre hanno denunciato al paese le minacce contro i diritti sindacali, previdenziali e sociali rappresentate dal governo di Michel Temer. Le manifestazioni hanno riunito centrali sindacali, giovani, organizzazioni del mondo agricolo, educatori, funzionari pubblici e bancari, insieme ad altre categorie. L’obiettivo è preparare uno sciopero generale che fermi il paese, il quale si trova davanti ad uno scenario di arretramento dei diritti sociali storici. Le manifestazioni si sono realizzate in cerca 20 Stati.

A Rio de Janeiro la mobilitazione ha riunito centinaia di persone che hanno fatto un corteo concluso a Cinelândia. Forte la partecipazione di giovani in protesta contro il progetto “Scuola senza partito”.

A Rio Grande do Sul le proteste sono state in diverse città. A Porto Alegre la Brigata Militare ha fatto uso di gas urticante, bombe di affetto morale e gas lacrimogeno per impedire il blocco degli autobus nei depositi.

In Pará “il tratto distintivo è stato l’unità contro il governo Temer e la sua politica antinazionale e antipopolare”, ha affermato José Marcos Araújo, presidente della CTB-PA. La manifestazione a Belém ha fatto un corteo di 3,5 km fino al centro. Secondo la CUT Pará si è protestato anche contro l’intransigenza dei banchieri (i bancari sono in sciopero da 17 giorni).

In Goiás le misure di Michel Temer, il governo dello Stato di Goiás e il giudiziario locale sono stati oggetto di protesta nella capitale Goiânia. Le proteste hanno chiesto la liberazione dei “prigionieri politici di Goiás”: il 17 settembre sono stati arrestati 40 studenti, mentre continuano in carcere leader del MST.

A Spirito Santo la concentrazione è stata di fronte alla Assemblea legislativa (dello Stato) in difesa dei diritti dei lavoratori e in preparazione dello sciopero generale.

A San Paolo capitale e Stato in particolare si sono fermati dipendenti pubblici, educatori e bancari. A fine pomeriggio un grande corteo ha percorso il centro della capitale, dopo un sit-in davanti alla Fiesp-Federazione delle industrie di San Paolo (molto attiva nel golpe). A Diadema, Osasco, Santo André, Sorocaba e São Bernardo fermate, assemblee e cortei si sono tenuti nelle fabbriche.

A Bahia, nella capitale Salvador la presidente Dilma è stata presente insieme alla candidata a sindaca Alice Portugal (PCdoB-BA). Molte manifestazioni nelle città dell’interno dello Stato. Hanno preso parte lavoratori della sanità, elettrici e grandi imprese come Nestlé, Coelba e Embrasa.

In Ceará al mattino lavoratori di diverse categorie si sono riuniti nel centro della capitale Fortaleza. Nel pomeriggio la manifestazione è continuata di fronte a una della maggiore imprese della capitale, la Contax.

A Belo Horizonte in Minas Gerais la protesta è stata di fronte alla sede della Compagnia Energetica di Minas Gerais (Cemig). Fra le catgorie in lotta in questo secondo semestre ci sono bancari, lavoratori delle poste, elettrici, metallurgici e lavoratori del settore petrolifero, che hanno fatto un corteo in centro.

Cortei e fermate nei luoghi di lavoro hanno avuto luogo anche negli Stati di Paraíba, Distretto Federal, Santa Catarina, Paraná, Piauí, Pernambuco, Rio de Janeiro, Sergipe, Rio Grande do Norte, Mato Grosso e Mato Grosso.

 

Da Portal Vermelho, con informazioni della CUT e Portal CTB

(Traduzione di Teresa Isenburg, San Paolo 23 settembre 2016).

san paolo

 


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