Brasile: 22 settembre sindacati bloccano paese, Lula accusa giudici faziosi

Brasile: 22 settembre sindacati bloccano paese, Lula accusa giudici faziosi

Continuiamo a documentare la resistenza contro il golpe neoliberista in Brasile. Pubblichiamo la traduzione dell’editoriale del portale Vermelho del 21 settembre 2016 riguardante la giornata di “paralisi nazionale” lanciata da tutti i sindacati brasiliani contro le misure antipopolari del governo golpista e del comunicato pubblicato martedì 20 sera sul sito dell’ex-presidente Lula sull’ennesimo capitolo della persecuzione giudiziaria nei suoi confronti. Ricordiamo che il 20 settembre 2016 il giudice Sérgio Moro del tribunale di Curitiba ha accettato la inadeguata denuncia del Gruppo di lavoro dell’ Operazione Lava Jato. La denuncia è stata molto criticata da giuristi per la mancanza di prove e per la spettacolarizzazione del processo. Oltre ad includere nelle argomentazioni deposizioni già respinte dalla giustizia, i promotori hanno anche ignorato deposizioni che scagionano Lula. Dopo l’impeachment incostituzionale della legittima presidente Dilma Rousseff ora l’attacco è rivolto al più popolare esponente della sinistra brasiliana. 

Unità dei lavoratori nella lotta per “nessun diritto in meno”.

La lotta politica dei lavoratori acquista dimensione decisiva quando supera le tradizionali rivendicazioni economiche e settoriali, i sindacati assumono la  propria dimensione politica e reagiscono agli attentati contro i lavoratori e i diritti sociali.

Questa dimensione si rafforza  nell’unità dei lavoratori in lotta per “nessun diritto in meno”, che cresce in presenza delle minacce del governo illegittimo di Michel Temer. L’azione unitaria dei lavoratori e delle centrali sindacali non è mai stata così importante.

L’impostazione storica della lotta dei lavoratori è la difesa dell’azione dello Stato e del governo per promuovere lo sviluppo con valorizzazione del lavoro e distribuzione del reddito. E la non accetazione di cambiamenti che rafforzano il grande capitale e la speculazione finanziaria legata alla rendita.

La forza crescente dei lavoratori sarà riaffermata nella grande manifestazione unitaria convocata da otto centrali sindacali (CTB, CUT, Força Sindical, UGT, CSB, NCST, CSP-Conlutas, Intersindical) per giovedì 22 settembre. Sarà il Giorno Nazionale di Paralisi in difesa dei diritti e contro le riforme delle relazioni di lavoro e della previdenza che il governo golpista vuole imporre.

Questo giorno di lotta avviene poco dopo la divulgazione di dati negativi del Ministero del Lavoro, che rivelano la crudeltà del costo del colpo di Stato promosso dalla destra e dai conservatori. Il costo che l’intrigo golpista ha imposto al paese e ai lavoratori è stato di 1,5 milioni di posti di lavoro formali e una caduta accentuata del reddito medio dei lavoratori che è passato da R$ 2.725,28 (1 real=0,27 €) nel 2014 a r$ 2.655,60 nel 2015, secondo la Relazione annuale di informazioni sociali (Rais).

I lavoratori e le centrali sindacali reagiscono contro la situazione catastrofica che il colpo di Stato parlamentare ha provocato. In una nota firmata da tutte le centrali per convocare la manifestazione (intitolata “Lavoratori uniti  in difesa dei diritti sociali e del  lavoro”), esse denunciano il tentativo del governo Temer di scaricare il costo della crisi economica “sulle spalle della classe lavoratrice”. E respingono qualsiasi cambiamento delle leggi sul lavoro come quelle che vogliono fare prevalere la negoziazione su ciò che è stabilito per legge, e la vasta terziarizzazione  che rende precarie tutte le attività professionali, prevista dalla PLC 4330 cheaggredisce gravemente i diritti dei lavoratori.

“I lavoratori non accetteranno di perdere diritti storici conquistati com molte lotte e sacrifici”, dice la nota unitária. E prosegue: “Difendiamo un progetto nazionale di sviluppo incentrato sulla ripresa della crescita economica, con la creazione di posti di lavoro e ristribuzione di reddito”.  Ed in fine celebra l’unità della classe lavoratice “fondamentale per bloccare l’agenda regressiva in atto. Nessun diritto in meno!”.

 articolo originale: http://vermelho.org.br/editorial.php?id_editorial=1627&id_secao=16

brasil dia nacional

Sergio Moro conferma che è fazioso in relazione a Lula
L’obiettivo è quello di escludere dalla vita politica il leader più popolare e il miglior presidente della storia del Brasile

 “Nell’accettare l’inadeguata denuncia del Gruppo di lavoro della Lava Jato contro l’ex presidente Lula, il giudice Sérgio Moro ha confermato la sua parzialità in relazione a Lula, che già è stata denunciata  al Supremo Tribunale Federale e alla Corte Internazionale di Diritti Umani dell’ONU. Moro semplicemente ha dato proseguimento allo spettacolo di persecuzione politica iniziato la settimana passata dai procuratori.

Il mondo giuridico brasiliano sa che la denuncia del Gruppo di lavoro ha un carattere eminentemente politico, essendo il risultato di una serie di arbitrarietà e violazioni di diritti  – come la conduzione illegale di Lula per deporre, la violazione e divulgazione di telefonate dell’ex presidente e addiritura di suoi avvocati, l’invasione della sua casa, delle case dei suoi figli e di direttori dell’Istituto Lula.

Dopo due anni di indagini che hanno coinvolto 300 agenti del Pubblico Ministero, della Polizia Federale e dell’Agenzia delle entrate, non è stato trovato nulla per collegare Lula alle frodi nella Petrobrás. Nessun conto segreto, in Brasile o all’estero; nessuna impresa di copertura; nessun pagamento illegale, diretto o indiretto.

Al Gruppo di lavoro sono rimaste solo ipotesi  e “convizioni” al riguardo di un immobile che non è e mai è stato di Lula, oltre al costo di immagazzinamento dell’insieme di documenti riuniti nel periodo di governo di Lula. Su questa base priva di consistenza è stata presentata una denuncia inverosimile e insostenibile nel Diritto Penale, accolta da un giudice notoriamente fazioso nei confronti di Lula.

Il popolo brasiliano e la comunità internazionale sanno bene che Lula è vittima di una persecuzione, di una vera caccia giudiziale, largamente appoggiata dalla grande stampa brasiliana, con obiettivi politici che non possono essere nascosti. Una persecuzione che non risparmia neppure donna Marisa Letícia [la moglie di lula ndr].

Il popolo brasiliano e la comunità internazionale sanno che siamo in presenza di un processo con carte truccate, con il chiaro obiettivo di escludere dalla vita politica il maggior dirigente popolare e il miglior presidente della storia del Brasile”. 

http://lula.com.br/sergio-moro-confirma-que-e-parcial-em-relacao-lula

lula sandwith

Lanciata a New York campagna #Standwithlula

La Confederazione Sindacale Internazionale (ITUC/CSI), che rappresenta 180 milioni di lavoratori sindacalizzati di 162 paesi  ha lanciato martedì 20 settembre la campgna internazionale “Stand with Lula” (“Siamo con Lula”). Secondo la segreteria generale dell’ITUC/CSI l’obiettivo è difendere l’ex presidente da abusi giudiziari in Brasile e denunciare i “potenti interessi” che cercano di impedire la sua libera azione politica. La campagna è stata presentata a New York contemporaneamente all’apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Sono presenti all’iniziativa alcuni dei principali dirigenti sindacali degli Stati Uniti, avvocati, giuristi e difensori dei diritti umani di peso internazionale, con la partecipazione dell’ex presidente Lula in video conferenza. 

La pagina web della campagna: www.standwithlula.org

(Traduzione di Teresa Isenburg, San Paolo, 21 settembre 2016)


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