Brasile/ Lula: “Noi abbiamo tolto il tappeto che nascondeva la corruzione politica”

Brasile/ Lula: “Noi abbiamo tolto il tappeto che nascondeva la corruzione politica”

Conferenza stampa nazionale ed internazionale dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, giovedì 15 settembre 2016 

 Il 14 settembre 2016 il Pubblico Ministero federale ha presentato (in una conferenza stampa molto appariscente e “tecnologica”)  una denuncia contro l’ex presidente Lula. Secondo Lula e i suoi avvocati la forma con cui la materia è stata trattata, il modo in cui è stata presentata alla stampa, nonché tutto il suo contenuto altro non sono che un gioco di prestigio. Secondo gli avvocati la Operazion Lava Jato vuole imporre a qualunque costo un collegamento indebito fra Lula, la moglie Marisa e altri e l’Operazione stessa. Il procuratore Delton  Dallagnol ha affermato che Lula era il “comandante massimo” dello schema della Lava Jato. Il Pubblico Ministero federale ha anche dichiarato che non ha prove, ma convinzione. Nella denuncia Lula è accusato di avere avuto vantaggi indebiti attraverso la ristrutturazione di appartamenti come compenso da parte di una concessionaria per aiuto nella corruzione della Petrobras. La denuncia non significa che qualcuno degli accusati sia incolpato di crimine. Spetta alla giustizia di accertare o no le argomentazioni dei procuratori. Se saranno accolte, i denunciati diventeranno rei e saranno giudicati. La difesa di Lula è tornata ad affermare, come ha fatto dall’inizio, che l’ex presidente non è padrone degli appartamenti. La Presidente deposta dal golpe Dilma così ha commentato l’attacco a Lula da parte di settori della magistratura vicini all’oligarchia: “E’ evidente che la denuncia serve gli interessi di chi vuole impedire la sua candidatura nel 2018”. Secondo tutte le inchieste, infatti, Lula risulta ancora il più favorito alle presidenziali del 2018, a cui intende ricandidarsi.

Il 15 settembre l’ex presidente Lula in una conferenza stampa di oltre un’ora ha risposto alla procedura atipica del Pubblico Ministero federale, con un discorso di vasto respiro politico e istituzionale di cui si traducono alcune piccole parti riportando direttamente lo stile comunicativo personale e incisivo di Lula. L’intera intervista è disponibile sul sito del PT, Partito dei Lavoratori, www.pt.org.br.

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Non voglio fare un gioco pirotecnico come hanno fatto ieri, non mi voglio comportare come un ex presidente, non come perseguitato, non come qualcuno che rivendichi un favore. Gli avvocati mi difendono con molta competenza. Voglio solo fare una dichiarazione di un cittadino indignato per quello che succede in questo paese.

In primo luogo io credo che in questo paese ci siano poche persone con la vita più pubblica, più controllata della mia. Questo  fin da quando ero dirigente sindacale negli scioperi del 1978-1979.

Quando sono uscito dal sindacato perché si era ampliata la mia coscienza politica (nel sindacato guardi la tua categoria, poi vuoi guardare oltre) ho ritenuto che era necessario creare un partito politico. E sono orgoglioso di avere creato il più grande partito di sinistra dell’America Latina. E di avere creato un partito quando molti ritenevano ciò impossibile e che i lavoratori non avevano competenza né per creare né per dirigere un partito.

La prima elezione è stata una grande frustrazione perché non eravamo riusciti ad avere voti e i lavoratori avevano paura di noi perché ci chiamavano comunisti, settari, matti. E con solo 20 anni di esistenza di partito abbiamo vinto le elezioni (presidenziali) in questo paese. Era una cosa inattesa. Ed allora io che avevo poca fiducia che fosse possibile conquistare la presidenza attraverso il voto, cominciai a pensare che era possibile. E vent’anni dopo sono giunto alla presidenza della Repubblica con quel sogno, che un metallurgico senza diploma universitario aveva vinto le elezioni democraticamente. E loro speravano che io fallissi. Io sapevo che non volevo fallire in nessun caso, altrimenti nessun lavoratore per un secolo sarebbe più stato presidente. Io non promisi il socialismo, ma che se alla fine del mio mandato ogni cittadino avesse avuto tre pasti al giorno, avrei realizzato l’opera della mia vita. Vedete come sono stato umile, semplice. Strada facendo io ho percepito che potevo fare molto di più.

Quando abbiamo cominciato ad avere successo nella presidenza, nel 2005 cercarono di fare quello che hanno fatto con Dilma adesso. Una parte dei media e una parte del potere giudiziario operarono nello stesso modo. Allora io dissi che se volevano togliermi dovevano concorrere con me nelle urne, e sono stato rieletto nel 2006. Ho la coscienza che il mio fallimento avrebbe rallegrato il  mio avversario. Non avrebbe suscitato tanto odio contro il PT. E poi abbiamo avuto la petulanza di eleggere una donna contro candidati impeccabili. E poi l’abbiamo rieletta. E allora sono impazziti: sarà che questo Lula tornerà?

Allora inventarono una bugia. Resero questa menzogna verità agli occhi dell’opinione pubblica e in una notte (18 aprile 2016) che il Brasile mai dimenticherà 347 deputati raccomandarono che la nostra presidente fosse deferita al senato.

Per quanto riguarda l’Operazione Lava Jato, in tutta questa faccenda io ho la coscienza tranquilla e mantengo il mio buon umore. Io mi conosco, so da dove vengo, dove vado, chi mi ha aiutato ad arrivare dove sono arrivato, so chi vuole che me ne vada e so chi vuole che ritorni.

Nessuno ha fatto più di me e Dilma per rafforzare le istituzioni. Ogni commissario (di polizia) sa cosa era la polizia federale quando io sono arrivato al governo. Ho riorganizzato il pubblico ministero federale. Sono persuaso della necessità di istituzioni forti per un  Brasile democratico. Chi è nelle istituzioni più forti deve essere più responsabile.

Non voglio condannare nessuno attraverso la stampa. Oggi in Brasile la logica non è il processo, non sono gli atti del processo, la logica è il titolo di giornale. Chi criminalizziamo con il titolo? Chi  demonizzeremo? E’ stato facendo ciò che dal 2005 il PT è visto come un partito che deve essere estirpato dalla vita politica brasiliana. E’ stato così che hanno fatto con il Partito Comunista negli anni ’50. Ma io credo nelle istituzioni forti. Chi ha creato il Portale della trasparenza? Noi abbiamo tolto il tappeto che nascondeva la corruzione politica. E questo vale per il PT e per qualunque partito politico. Nessuno è al di sopra della legge, né l’ex presidente né il procuratore generale della Repubblica. Io parlo come cittadino indignato, ho una storia pubblica nota. C’è chi vuole continuare a comandare in questo paese.

Ieri sono stato colto da un momento di indignazione. Sinceramente mai, mai avevo pensato di sentire ciò. Hanno convocato una conferenza stampa per denunciare ciò che il criminale Lula aveva fatto. Ero a Brasilia. Parlarono tanto, che pensavo di nascondermi in Cina, dovevo aver commesso un crimine enorme, dovevo avere una malattia della memoria perché avevo dimenticato un crimine enorme. E ho scoperto che sia i miei accusatori che una parte della stampa brasiliana sono più invischiati e compromessi di quanto io pensavo di essere.

Perché hanno costruito una menzogna come se fosse una trama di novella, e sta arrivando la scadenza della serie: hanno già cassato Cunha, hanno già eletto Temer in modo indiretto con golpe, hanno deposto Dilma. Chi è il bandito? Finiamo con la vita politica di Lula. Perché non esiste giustificazione allo spettacolo pirotecnico di ieri. Io non conosco i ragazzi (del pubblico ministero federale) di ieri. Non so se hanno famiglia come me, ma sebbene non li conosca, per l’educazione che ho avuto, forse per non essere di ruolo, io rispetterei di più la loro famiglia di quanto loro hanno mancato di rispetto alla mia.

Forse loro pensano che sia stato facile sopportare l’invasione di casa mia (il 4 marzo 2016) da parte della polizia federale , che ha portato via anche il materasso del mio letto certamente pensando che avessi oro di Mosca o dollari. Hanno invaso la casa di mio figlio, rompendo la porta, perché si comportano arrivando all’alba nella tua casa e dovresti aspettarli con la porta aperta e il caffè. Hanno visitato la casa di un mio figlio che mai si è occupato di politica e lo hanno trattato come un bandito. I miei figli non possono lavorare: chi dà un lavoro a un figlio di Lula? Anche il mio discorso scritto hanno portato via, e fino ad oggi mi hanno restituito le cartellette vuole, ma non il discorso. Sarà per plagiare. Avete visto che sono stato tranquillo, non avete sentito una parola. Ho imparato con la vita, il partito, mia madre, che non serve innervosirsi. Se ti arrabbi soffri di più e fai il gioco dell’avversario. Ieri non ho voluto arrabbiarmi, solo non capivo perché quelle cose. Come convochi una conferenza stampa spendendo denaro pubblico per un albergo, montando una struttura per presentare la prova di un crimine e dici che non hai il crimine, hai una convinzione?

Ho letto un articolo del (giornalista Luiz) Nassif che mi ha colpito. Parla della prova di un elicottero con 400 chili  di cocaina (2013, aereo di un deputato): avevano preso l’aereo, avevano la prova, ma non avevano la convinzione.

Nessuno rispetta la legge come me : faccio tutte le deposizioni che possono chiedere. C’è una cosa che loro devono imparare: loro non sono abituati a trattare con dei cittadini. L’unica cosa di cui ho orgoglio è di avere conquistato il diritto di andare a testa alta. Provino una mia corruzione e io andrò a piedi per essere detenuto. Sinceramente ho pensato di essere in un altro paese.

Credo che il procuratore generale della Repubblica oggi sia meditativo, che ogni commissario di polizia sia meditativo. Che cosa è successo, a quale fine questo spettacolo? A quale fine vendere un prodotto che non può essere consegnato? Discreditare la mia immagine? Stupidata. Tiradentes è stato squartato, ma le sue idee erano diffuse nell’aria e trent’anni dopo abbiamo conquistato la nostra indipendenza. Non serve. Se togliamo Lula dalla politica è tutto a posto. E’ il contrario. Avrete problemi con il golpe che avete fatto, avrete problemi con quello che togliete al popolo lavoratore. Avrete problemi nel tentare di consegnare alle multinazionali il patrimonio nazionale del pré-sal. Questo non è governare, è solo mettere in vendita. Governare è dire che il povero ha addirittura il diritto di essere Procuratore generale della Repubblica.

Io ho una vita politica costruita andando per questo paese. Quello che mi fa camminare per il paese sono le idee. Questa sì che è la mia convinzione, signor procuratore, che questo paese può essere migliore, può risolvere i suoi problemi, qui sì valgono le convinzioni. E ho le prove, io ho cambiato, ho le prove perché ho partecipato alla maggiore inclusione sociale di questo paese, senza sparare un colpo, solo usando gli strumenti legali che la democrazia mi ha dato.

Questo vi disturba, disturba le tv brasiliane. La cameriera, la schiava, può andare dal parrucchiere? Questo è troppo. Ricordo quando lavoravo e non avevo 50 centesimi per prendere il tram e andavo a piedi per chilometri. Non mi sono mai lamentato. Ho scelto di non lamentarmi. Voglio solo che siate veri, onesti con me.

Non conosco i parenti di questi ragazzi (del pubblico ministero federale), ma certo non sono meglio di donna Marisa. Non è poco vedere una donna che è stata prima dama di questo paese non chiedere mai voglio essere a capo di questo e di quello.

Io continuo con la stessa convinzione profonda di prima.

Questo discorso di indignazione di un cittadino di 71 anni è il discorso di un cittadino che vuole avvisare questo paese: io non ho tempo per fermarmi; il paese che sogno è lontano dall’essere costruito. Siamo saliti di uno scalino della scala sociale di questo paese, e stanno togliendolo. Non preoccupatevi di Lula, c’è un mucchio di gente più giovane. Questi ragazzi che vanno nelle piazze sono un Lula di 71 anni moltiplicato per milioni.

Dichiaro che sono a disposizione. Io non ho tempo di essere triste, perché so cosa è la fame. Nulla, solo Dio, può farmi smettere di lottare per quello in cui credo. L’istituto della cittadinanza è vittima di persecuzione.

Basta cercare preda dove non c’è! Cercate altrove! Voglio dire alle persone serie del Ministero pubblico che sono a completa disposizione, alle persone serie della polizia federale che sono a disposizione. Voglio dire che nessuno di noi, né l’ex presidente né il procuratore generale della Repubblica, nessuno è superiore alla legge. Quindi quando trasgredisco la legge mi si punisca, ma quando non trasgredisco, si cerchi altrove.

 

(Traduzione di Teresa Isenburg, San Paolo 16 settembre 2016)


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