Il doppio segno  delle Olimpiadi: l’orgoglio nazionale e i fischi a Temer

Il doppio segno delle Olimpiadi: l’orgoglio nazionale e i fischi a Temer

di Teresa Isenburg

L’apertura dei Giochi Olimpici di Rio e Janeiro nella sera del 5 agosto (ora di Brasilia) è stata una festa meravigliosa e molto brasiliana. Poca pirotecnica tecnologica, molto sentimento e partecipazione umana.

È stata una festa progressista che ha incluso l’Inno Nazionale cantato da Paulinho da Viola, la delegazione degli atleti rifugiati politici nella sfilata, la modella Lea T con il cartello “Brasile” che apriva la delegazione del nostro paese – e anche il potente fischio per l’impostore Michel Temer.

Il mondo democratico ha assistito all’imbarazzo di un impostore senza coraggio né requisiti per apparire in pubblico e rappresentare il Brasile in una solennità così importante, pur occupando la presidenza della Repubblica.

L’apertura delle Olimpiadi d Rio de Janeiro produce un sentimento contradditorio nei democratici.

Da un lato la festa corona e dà seguito a grandi aventi internazionali avvenuti in Brasile, come i Giochi Pan-Americani (2007), la Coppa del mondo di calcio (2014) e, adesso, i Giochi Olimpici. Tutti questi giochi furono conquistati dal governo di Luiz Inácio Lula da Silva e rendono onore ai brasiliani. Corrispondono alle grandi speranze di cambiamento economico, sociale e politico che hanno attirato l’attenzione e l’ammirazione del mondo.

Sono feste internazionali che dimostrano la forza creativa e organizzativa dei brasiliani, insieme al vigore dell’economia, che ne fa una delle 10 maggiori del pianeta. E, nel passato recente, mostrano la vitalità della democrazia brasiliana.

Qui sta il sentimento negativo che l’apertura delle Olimpiadi produce: la democrazia oggi è sotto seria minaccia. Il rischio di arretramento è stato esposto al mondo attraverso i fischi che mostrano il ripudio dei brasiliani del golpe di Stato in corso, che ha dato origine al governo interino impostore. La cui mancanza di legittimità può essere vista nella stessa delegazione di capi di Stato e di governo presenti a Rio de Janeiro. In essa si distaccano solo i presidenti della Francia François Holande (che disputa la scelta di Parigi come sede delle Olimpiadi 2014) e dell’Argentina, Maurício Macri, politicamente vicino al governo interino. Il mondo accompagna i brasiliani di spirito democratico e non accetta il colpo d Stato di destra e dei conservatori brasiliani.

L’ambiguità di sentimenti è reale, allo stesso modo come è veritiero l’orgoglio nazionale che i Giochi Olimpici rivelano e rafforzano. Il deputato comunista Orlando Silva (PXdB-SP) ha ragione quando sottolinea questo rafforzamento dell’orgoglio nazionale, È stato ministro dello sport e, in tale posizione, ha svolto un ruolo decisivo, insieme al presidente Lula, per portare in Brasile questi eventi dello sporto mondiale.

Con una punta di orgoglio egli dice: i giochi olimpici permettano che il mondo “conosca la forza di questo paese”. E allo stesso tempo rafforzano la percezione della “violazione grave della democrazia che il nostro paese vive in questo momento”.

Una festa di apertura come quella vista ieri ha il doppio segno, dell’orgoglio nazionale e del potente fischio a Michel Temer. Non poteva essere diversamente!

La generosità e la bellezza esibite nell’apertura solo potevano rigettare Temer, che è il contrario di tutto ciò che la festa rappresenta.

 Editorial di Portal Vermelho

6 agosto 2016

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 Per evitare fischi, Rio 2016 non cita il nome di Temer nell’apertura

La blindatura attorno all’interino Michel Temer, bersaglio di proteste a Rio de Janeiro e San Paolo venerdì 5 agosto 2016, ha creato una rottura di protocollo a Rio 2016.

Il nome di Temer non è stato annunciato a fianco di quello di Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (COI). Il protocolla prevedeva la duplice presentazione, ma solo del secondo, cioè di Bach, il nome è stato pronunciato al microfono.

Secondo il protocollo consegnato alla stampa dall’organizzazione nel pomeriggio di venerdì, il nome di Temer avrebbe dunque essere annunciato appunto assieme a quello di Thomas Bach all’inizio della cerimonia. Ma questo non è accaduto.

L’inno nazionale è stato eseguito da Paulinho da Viola.Poi è stato reso omaggio a indi, schiavi e immigranti che segnano la formazione del popolo brasiliano

Dopo la sfilata delle delegazioni di atleti, i presidenti del COI e del COB hanno fatto brevi discorsi e hanno salutato le autorità, senza pronunciare il nome del presidente interino.

 

Con informazioni di Brasil 247 e Agência Brasil su Portal Vermelho

6 agosto 2016

 

Traduzione di Teresa Isenburg.

Nel segno della misura e dell’estetica, lo spettacolo di apertura è stato intenso e sobrio, con 2000 figuranti amatori, in maggioranza della maggioranza del popolo brasiliano, cioè mulatti e neri. L’esecuzione dell’Inno nazionale di Paulinho da Viola è stata struggente.  L’icona di pace e ambiente creata da Ziraldo come tema di apertura intensa.

6 agosto 2016

Opening Ceremony Rio 2016 Olympic Games


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