Sud, il governo si dimentica delle infrastrutture

Sud, il governo si dimentica delle infrastrutture

Fabrizio de Feo intervista Andrea Del Monaco -
Sud, il governo si dimentica delle infrastrutture
L’esperto di fondi Ue Del Monaco: «Tagliati 17 miliardi di euro con la legge di Stabilità»

Roma La suggestione del Mezzogiorno che rinasce attorno a progetti simbolo. La necessità di ricucire un tessuto sociale sfiduciato. La volontà di ripartire dai progetti «lasciati a metà da troppo tempo». La distanza tra lo storytelling renziano e la realtà si scontra spesso con i dati. E così nei giorni in cui, dopo la tragedia del disastro ferroviario tra Corato e Andria, si torna a discutere animatamente della questione meridionale partendo dalle considerazioni su una rete ferroviaria di cui al Sud su 16.673 chilometri complessivi si contano solo 5.733 chilometri, il nodo cruciale è l’effettivo stanziamento del governo per gli investimenti.
Districare la matassa delle cifre non è impresa facile. Renzi continua a smentire di aver diminuito i fondi per il Meridione. In realtà su questo punto da mesi Michele Emiliano sfida il governo a una operazione verità. Chi su questa materia porta un contributo di chiarezza è l’esperto di Fondi Ue, Andrea Del Monaco, che non ha dubbi sulla riduzione delle risorse per il Sud da parte del governo.
«Il Sud ha subito un taglio superiore a 17 miliardi» spiega Del Monaco. «I dati sul Fondo Sviluppo e Coesione sono rintracciabili nella tabella E della Legge di Stabilità 2016. Il Fondo, interamente italiano e programmato insieme ai Fondi Ue, ammonta a 38,7 miliardi. Secondo la Stabilità 2014, l’80% della dotazione del Fsc deve essere investito nel Mezzogiorno. Facciamo i conti. L’80% di 38,7 miliardi è pari a 30,9 miliardi: questa è la quota del Sud. Bene, il Masterplan per il Sud destina al Meridione solo 13,4 miliardi provenienti dal Fondo; 13,4 non 30,9. Mancano 17,5 miliardi. Non è finita qui: l’allocazione di quei soldi è spalmata negli anni: 2,8 miliardi nel 2016, 3 miliardi nel 2017, 3,1 miliardi nel 2018, 29,7 miliardi per gli anni 2019 e seguenti. Insomma, poiché la spesa di 29,7 miliardi è rinviata a dopo il 2019, concretamente quei 38 miliardi sono una favola. Inoltre, poiché il Fsc viene ridotto e la sua spesa posposta, non ci sono i soldi per realizzare le infrastrutture meridionali».
Del Monaco entra nel merito. «La dorsale ferroviaria Napoli-Bari-Lecce-Taranto costa 7,1 miliardi: al 31
dicembre 2015 sono stati spesi 700 milioni, servono 6,4 miliardi per concluderla. La dorsale ferroviaria Salerno-Reggio Calabria costa 504 milioni: al 31 dicembre sono stati spesi solo 207 milioni, ne servono altri 296. Difficile pure il completamento della dorsale ferroviaria Messina-Catania-Palermo. Costa 5,1 miliardi: sono stati spesi 1.058 milioni, servono altri 4 miliardi. Infine l’Autostrada Sassari/Ogliastra costa 930 milioni: ne sono stati spesi 215, servono altri 715 milioni. Queste 4 opere costano 13,6 miliardi: al 31 dicembre sono stati spesi 2,18 miliardi, servono altri 11,47 miliardi».

(da Il Giornale di sabato 16 luglio 2016)

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