TTIP e CETA – Forenza (Altra Europa-GUE): Cerchiobottismo della Commissione europea, che deve fare i conti con la necessità di ripensare la politica commerciale dell’Ue. Continuare con la mobilitazione per bloccare TTIP e CETA

TTIP e CETA – Forenza (Altra Europa-GUE): Cerchiobottismo della Commissione europea, che deve fare i conti con la necessità di ripensare la politica commerciale dell’Ue. Continuare con la mobilitazione per bloccare TTIP e CETA

COMUNICATO STAMPA

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Oggi la Commissione Europea, in un esercizio di raro equilibrismo politico, - dichiara Eleonora Forenza, deputata europea dell’Altra Europa con Tsipras – gruppo GUE/NGL -  ha fatto sapere che sebbene sia convinta della natura esclusivamente comunitaria dell’accordo con il Canada, proporrà che il Ceta venga trattato come un accordo misto e quindi che sia votato da tutti i parlamenti nazionali dei ventotto (temporaneamente 28) Stati dell’Unione.
Al tempo stesso, la Commissione depotenzia questa scelta chiedendo che il Ceta entri in vigore in maniera provvisoria subito dopo l’approvazione da parte di Consiglio UE e Parlamento europeo, quindi prima che si esprimano i Parlamenti nazionali. Se da una parte questo esercizio di “cerchiobottismo” è il risultato delle mobilitazioni dei Parlamenti e dei cittadini e movimenti che si sono battuti per non tagliare fuori i parlamenti nazionali dalla ratifica di trattati importanti per il futuro dell’Europa come TTIP e CETA, dall’altra la decisione di permettere l’entrata in vigore dell’accordo è un inganno teso a mettere i parlamenti nazionali di fronte al fatto compiuto di dover bloccare o ratificare un accordo già pienamente operativo.
Non è ben chiara inoltre la fretta di far entrare in vigore un accordo commerciale di questa portata mentre ancora siamo in attesa che la Corte europea si esprima sulla natura mista o esclusiva dell’accordo tra EU e Singapore, un caso che farà scuola per tutti gli accordi successivi. Inoltre sempre oggi sia il governo francese che quello italiano hanno ammesso che le possibilità che si possa chiudere un accordo sul TTIP prima dell’estate sono pari a zero. In entrambi i casi la Commissione europea, che avrebbe preferito continuare come se in queste settimane tra mobilitazioni europee e Brexit non fosse successo nulla, si trova invece a dover fare i conti con la necessità di ripensare la politica commerciale della UE: da parte nostra come parlamentari del GUE/NGL continueremo a batterci, dentro e fuori il Parlamento europeo, per ampliare il dibattito pubblico su questi trattati e aumentare le pressioni affinché il TTIP e CETA vengano fermati. In questa direzione va anche il rapporto di cui sono relatrice e che  è stato approvato oggi durante la plenaria: affermare che i diritti umani e sociali così come gli standard ambientali non possono essere subordinati alla logica del profitto o affidati alla favola della deregolamentazione che produrrebbe prosperità per tutti».5 luglio 2016

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