La prima visita in Italia della compagna Figen Yuksekdag, copresidente dell’HDP

La prima visita in Italia della compagna Figen Yuksekdag, copresidente dell’HDP

di Giovanna Capelli -

Chi è la compagna Figen Yuksekdag?

Nata nel 1971 a Ceyhan, piccolo centro rurale poco distante dalla città di Adana, nel sud della Turchia, Figen Yüksekdağ inizia a occuparsi di politica in giovane età. Nona di dieci figli, Yüksekdağ proviene da una famiglia contadina turca molto numerosa.Durante la scuola superiore comincia a interessarsi alla politica ed entra in contatto con il movimento socialista, scegliendo di impegnarsi in difesa dei diritti delle donne. Viene arrestata per la prima volta a diciotto anni, durante una manifestazione di piazza. Otto mesi dopo si trasferisce a Istanbul e prende a frequentare la redazione del giornale Özgür Gençlik (Gioventù libera), organo della Federazione delle Associazioni Giovanili Socialiste (SGDF). Lavora poi come membro del comitato di redazione del giornale Atılım e ricopre l’incarico di direttore editoriale della rivista Sosyalist Kadın (Donna Socialista). Si sposa poi con Sedat Şenoğlu, con il quale ha lavorato nella redazione di Atılım, mentre lui si trova ancora in carcere. Figen Yüksekdağ, che nel frattempo ricopre l’incarico di presidente del Partito Socialista degli Oppressi (Ezilenlerin Sosyalist Partisi, ESP), viene votata  nel giugno del 2014, durante il secondo congresso generale dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli, Halklarin Demokratik Partisi), co-presidente del partito insieme a Selahattin Demirtaş. Nelle elezioni del 7 giugno 2015 viene eletta in Parlamento nella circoscrizione della città di Van, nell’est della Turchia.

Il contesto del viaggio in Italia e i suoi obiettivi

La compagna Figen Yuksekdag,segretaria del Partito socialista  degli oppressi ,eletta Copresidente del nuovo Partito l’HDP turco è stata ospite di Rifondazione Comunista dal 25 al 27 giugno 2016.Il programma delle iniziative è stato molto intenso e aveva un dupplice obiettivo:da un lato costruire incontri partecipati per illustrare la emergenza democratica e umanitaria che il regime di Erdogan va determinando in Turchia e che la stampa e la politica europea passano disinvoltamente sotto silenzio,dall’altro portare questa denuncia nei luoghi istituzionali più alti per fare in prospettiva terra bruciata politica ed economica nei confronti di quel regime,smascherando le connivenze, che la UE e il governo italiano mantengono con la Turchia. Infatti quel paese appartenente all’Alleanza Atlantica è patner commerciale importante dell’Italia acquirente  e venditore di armi e ora il soggetto contraente con la UE di un accordo incivile sui migranti che impegna la Turchia a fermare i profughi che fuggono dalla Siria o dalle altre terre devastate dalla guerre portate dagli Usa e dalla Ue.Saranno ammassati in campi profughi come schiavi in cambio di 3 miliardi di Euro.

A Milano la compagna è stata accolta il sabato 25 giugno  dal Segretario Paolo Ferrero e dalla Parlamentare Europea Eleonora Forenza in una serata affollatissima alla festa Regionale Lombarda del PRC.Dopo una domenica passata al Centro sociale Macao con la stampa ,la comunità curda e gli attivisti dei centri sociali milanesi ad approfondire il tema della rivoluzione delle donne in Medio Oriente,la delegazione si è spostata a Roma per una conferenza stampa alla Camera,per un incontro con Luigi Manconi,presidente della Commissione Bicamerale Diritti Umani e per un breve passaggio alla Casa Internazionale delle Donne,il luogo dove con più chiarezza e passione è emersa dalla parole di Figen la centralità della lotta delle donne nello sviluppo della nuova rivoluzione che sovverte contestualmente l’ordine patriarcale millenario,mette in crisi il regime totalitario e criminale di Erdogan e sperimenta forme inedite di democrazia diretta ponendosi come punta avanzata nella lotta contro l’Isis.Le donne sono ovunque ,combattenti contro l’Isis,sindache nei villaggi curdi,sindacaliste,attiviste ,non più subalterne e silenti,ma portatrici di cambiamento e di tenacia in una lotta che non si risolve in un tempo breve.

Dopo queste giornate è più chiara a tutti e a tutte la novità politica rappresentata dal HDP nel contesto turco e delle forze che combattono l’ordine neoliberista:l’HDP nel 2015 consegue un grande successo elettorale ,superando lo sbarramento del 10% (sapientemente costruito per espungere dalla rappresentanza parlamentare il conflitto sociale e le minoranze ). E subito diviene l’oggetto della repressione del regime sia nel corpo militante che nella sua base elettorale : perseguitato e aggredito in ogni modo per fiaccarne il radicamento sociale e il consenso popolare.HDP è  un partito che innova la forma della politica ,che si costituisce come insieme di più partiti ,di associazioni,di minoranze religiose, di più nazionalità non solo per necessità tattica,per superare le altissime soglie di sbarramento del sistema elettorale del regime di Erdogan ,ma che teorizza la necessità strategica della unità delle diversità, una organizzazione politica ,che si dichiara plurietnica,femminista ,tanto che tutte le cariche politiche e istituzionali sono di un uomo e di una donna, contraria alla omofobia così da eleggere nelle sue file rappresentanti del movimento GLBTQ,in un paese in cui le manifestazioni del Pride vengono sciolte dalla polizia. Questo partito rimuove, nella forma dello stare insieme che si è dato, arretratezze culturali millenarie attraverso la pratica della democrazia  e nello stesso tempo sostiene uno scontro durissimo contro le politiche di austerità e la violenza crescente di un potere corrotto ,che vuole spazzar via ogni opposizione,che persegue gli accademici e i giornalisti dissidenti,con arresti,torture,attentati,limitazioni alla libertà di stampa e nelle zone curde attua una vera e propria occupazione militare che ha impedito l’esercizio pieno del diritto di voto nel secondo confronto elettorale voluto da Edogan e ostacola ogni giorno lo sviluppo dell’autogoverno democratico in quei territori che si fanno carico anche della accoglienza dei profughi attaccati dall’ISIS.

La compagna  Figen Yuksekdag ha illustrato la gravità della situazione democratica della Turchia,dove si violano continuamente i diritti umani e le regole democratiche ,dove ogni giorno cadono vittime del regime non solo militanti politici e sociali ma la popolazione civile delle zone curde .Colpisce il racconto di ciò che è successo a  Cizre, occcupata da 10 mila soldati turchi ,dove , il coprifuoco è iniziato il 14-12-2015, ventiquattr’ore su ventiquattr’ore, ed è durato settantanove giorni.A Cizre i morti accertati dall’inizio del coprifuoco sono stati 258 (tutti civili) di cui 50 donne e alcuni bambini. Poi ci sono i “dispersi”. Gli edifici della città distrutti dai bombardamenti e dalle cannonate sono stati oltre 3 mila. Sono stati uccisi 80 giovani venuti dalle periferie per protestare contro questo massacro. Molti corpi straziati sono stati sepolti insieme alle macerie dei palazzi distrutti e poi spianati dalle ruspe. Molti corpi risultano bruciati perché l’esercito turco, supportato dai servizi segreti e da squadre di mercenari, ha incendiato gli edifici e le cantine dove le persone si erano rifugiate dopo l’improvviso e ingiustificato attacco. Lo scopo dei governanti turchi sarebbe quello di costringere la popolazione kurda a fuggire dalle loro zone devastate e sostituirla con altre etnie (arabi, ceceni ecc.) e, in modo particolare, con i profughi siriani cui sarebbe riconosciuta la cittadinanza turca, cercando così di ridimensionare il radicamento e il  ruolo dell’HDP.

Anche le rappresentanze parlamentari del HDP sono minacciate:è stata votata nel Parlamento turco una riforma della Costituzione che toglie la immunità ai parlamentari e questo colpisce soprattutto 56 parlamentari di HDP che hanno processi in corso per motivi politici. Anche i due copresidenti del HDP  Demirtas e Yuksekdag sono stati già chiamati a rispondere di ciò che dicono nei loro comizi contro Erdogan e le sue politiche, accusati di vilipendio e di fiancheggiamento del terrorismo.

Dopo questa visita va ribadito il nostro impegno come Partito a sostenere HDP e la lotta del popolo curdo, a rafforzare le iniziative di solidarietà e di controinformazione ,a smascherare il fascista Erdogan e a lavorare politicamente per denunciare le responsabilità della UE, di Mogherini e del Governo Renzi, complici di questi scempi.

 


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