Destabilizzazione America Latina e attacco alla Rivoluzione bolivariana

Destabilizzazione America Latina e attacco alla Rivoluzione bolivariana

di Fabio Nobile

Dopo Macri in Argentina e il golpe in Brasile che ha estromesso dalla Presidenza Dilma Rousseff, il piano di destabilizzazione in America Latina sta tentando di portare l’attacco decisivo alla Rivoluzione Bolivariana. Un attacco che avrebbe l’obiettivo evidente di iniziare definitivamente a chiudere i processi di cambiamento progressista, d’indipendenza e rivoluzionari dell’intero continente, invertendo definitivamente la rotta. Processi molto diversi tra loro con in comune una forte spinta all’indipendenza dal dominio asfissiante nordamericano e legati internamente ad un progresso sociale e politico mai visto nei decenni precedenti dominati dal neoliberismo.

Un attacco che si inserisce anche dentro la dialettica tra tali processi e la forza acquisita dai Paesi BRICS rispetto allo strapotere del Capitale Euro Atlantico ed a tutta l’architettura politica e di assetti ad essa collegata. Si può tranquillamente affermare che quanto sta avvenendo in America Latina è dettato dalla volontà di ristabilire il dominio dell’imperialismo nordamericano e della corrotta borghesia locale a danno dei processi di emancipazione popolare attivati in questi anni e si inserisce nello scontro mondiale con i Brics, in particolare con Cina e Russia,  di cui il Brasile rappresenta un pilastro nel continente.

Senza esagerare rischia di essere anche un ulteriore e drammatico tassello della guerra come via d’uscita dalla crisi economica globale e con essa nella ridefinizione delle gerarchie di potere a livello planetario.

Per essere chiari e sconfiggere la propaganda che arriva in questi giorni sui media italiani ed internazionali, non dobbiamo nasconderci le difficoltà e quanto il peso della crisi economica stia aiutando, in termini di consenso, chi vuole affossare i governi legittimi latino americani. I protagonisti della reazione si sono inseriti nel momento di massima debolezza, ovviamente. Certamente le contraddizioni, errori anche gravi, i limiti produttivi, il peso di un passato che è duro a morire in ogni realtà  sono presenti e a tempo debito andranno  indagate. In Brasile come in Venezuela o nella stessa Argentina. L’informazione di mezzo mondo presenta questi motivi, che in realtà hanno origini anche nelle interdipendenze con un mercato mondiale capitalistico in piena crisi sistemica, come la ragione dominante per giustificare lo stupro dei reali processi di cambiamento sociale e politico di questi anni che le corrotte oligarchie locali alleate e subalterne agli interessi Usa stanno realizzando.

In realtà la controffensiva in America Latina va avanti da tempo con i tentativi di Golpe istituzionali che dal 2002 al 2012 hanno provato a realizzare in Venezuela, Uruguay, Paraguay, Bolivia, Ecuador. Quello che Marco Consolo ha definito in uno dei suoi articoli il nuovo “Plan Condor” è in atto da tempo ed oggi ha portato a segno il suo colpo in Brasile ed oggi lo sta tentando in Venezuela.

La guerra mediatica ovviamente sta svolgendo sia qui in Europa sia in tutta l’America Latina un ruolo fondamentale. E il principio fondamentale che viene praticato è quello di rovesciare la realtà.

Questo sta avvenendo ora in maniera quasi maniacale sul Venezuela.  Di fronte all’evidente aggressione economica e politica, che rischia di diventare anche militare, i media trasformano in reazione antipopolare la volontà di resistenza del legittimo Governo Bolivariano. Quando, invece, il boicottaggio economico, che si somma al crollo dei prezzi del petrolio, è l’arma che dall’esterno e dall’interno, tenta da tempo di piegare la resistenza del Governo Venezuelano. Un Governo che, nonostante la crisi, ha continuato a sostenere gli strati popolari con un fortissimo investimento pubblico.

Per tornare a noi, abbiamo il dovere di dare voce alla verità. Paesi che collaborano con Arabia Saudita, Qatar, e le peggiori dittature del mondo accusano di autoritarismo presidenti come Maduro eletti democraticamente o non dicono nulla di fronte all’estromissione golpista di una Presidente come Dilma Rousseff eletta da 54 milioni di brasiliani nel 2014.

E’ necessario manifestare non solo la solidarietà politica verso il Governo Venezuelano e l’America Latina progressista sotto attacco, costruendo un livello adeguato di controinformazione, ma rendere chiaro che non si sta giocando uno scontro locale. L’aggressione ai processi rivoluzionari, di cambiamento e indipendenza in America Latina è una questione che ci riguarda direttamente. Perchè ci pone di fronte dei nodi e delle difficoltà a cui rispondere nella lotta per un alternativa economica e sociale in questa fase.  Perchè ci fa confrontare ancora una volta in questo secolo con la violenza dei veri nemici dei processi di liberazione ed emancipazione dei popoli e delle classi subalterne. Perchè toglie la maschera ipocrita della “democrazia” a chi sta portando l’umanità verso la barbarie in ogni parte del mondo. Perchè riguarda la lotta per il socialismo del XXI secolo. E quindi ci riguarda.

Fabio Nobile-Direzione Nazionale PRC.


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