A Bologna ci sono problemi

A Bologna ci sono problemi

di Raffaele Tecce -

Nei giorni scorsi sono arrivate a molti compagni in giro per l’Italia  mail di Ugo Boghetta e della segreteria provinciale di Bologna. Mi pare doveroso informare i compagni e le compagne del partito dei problemi politici che ci sono a Bologna al fine di fornire un quadro più chiaro della vicenda.

Il primo problema è il seguente: il partito bolognese ha partecipato nei mesi scorsi alla costruzione di una lista civica posizionata a sinistra, autonoma ed alternativa al PD. Durante il percorso di costruzione della lista vi sono state varie forzature di SEL che hanno alla fine portato alla decisione di fare le primarie per individuare il candidato a sindaco della lista.

Alle primarie si sono candidati una compagna espressione della società civile ed un compagno espressione di Sel .Rifondazione ha regolarmente partecipato alle primarie ed ha  sostenuto la candidatura civica .

A questa consultazione – in cui avevano diritto di voto i residenti di tutta la provincia di Bologna – hanno partecipato poco più di 1500 persone. Il candidato proposto da SEL ha vinto le primarie con poco più di 900 voti. Non vi è stata alcuna contestazione della regolarità delle primarie. In seguito all’esito delle primarie il gruppo dirigente della federazione di Bologna del PRC ha deciso –con un documento approvato dal Cpf  del 1 marzo – di uscire dalla lista civica e ha fatto una conferenza stampa in cui ha manifestato questa intenzione.

Un tale comportamento non ha alcun precedente nella storia del nostro Partito e non ha nulla a che vedere con il costume dei comunisti che si è sempre contraddistinto per uno stile diverso.

Noi ci siamo sempre comportati in un altro modo: o non partecipiamo alle primarie – per ragioni di profilo politico della coalizione o dei candidati – oppure se partecipiamo alle primarie poi accettiamo l’esito delle stesse. Partecipare alle primarie e poi uscire dalla coalizione perchè si è perso – peraltro in una situazione di scarsissima partecipazione e quindi del tutto aperta dal punto di vista del risultato – è un comportamento che toglie ogni credibilità al nostro partito.

Trattandosi di una tra le più importanti città che vanno al voto la vicenda colpisce anche il nostro profilo e la nostra immagine a livello nazionale.

Non credo vi sia necessità di motivare ulteriormente questo punto di fondamentale etica politica. Detto questo vi sono poi altri elementi da tenere in considerazione relativamente all’incomprensibilità politica delal scelta. Da un lato perchè Martelloni (il compagno che ha vinto le primarie) ha pubblicamente dichiarato che non farà alcun apparentamento con il PD nel secondo turno nè che darà indicazioni di voto per il PD nel secondo turno stesso. In secondo luogo perchè a sostegno di Martelloni, oltre a SEL, Possibile, una parte dei „civici“ che avevano dato origine alla lista, vi sono con ogni evidenza la sinistra Cgil ed altri esponenti della sinistra.

Il secondo problema che abbiamo a Bologna riguarda la modalità di gestire il dibattito politico. Il 2 marzo il segretario nazionale ha chiesto di poter fare un attivo della federazione di Bologna per discutere della linea politica locale e nazionale. L’attivo di federazione è stato alla fine fissato per il 13 aprile perchè il segretario della federazione non ha dato alcuna disponibilità prima dell’11 aprile. Quaranta giorni (40 avete letto bene) per fare una riunione di discussione con il segretario nazionale e nel mentre convocare il Comitato politico federale-tenutosi il 6 marzo – per assumere tutte le decisioni in merito alle amministrative è un po‘ troppo…. Il Partito della Rifondazione Comunista è uno solo e non può funzionare come una sommatoria di federazioni o di correnti. Siamo un partito comunista, non una somma di feudi.

Ritengo, perciò, prioritaria l’esigenza di lavorare per offrire un’alternativa politica, sociale ed anche elettorale alle cittadine a ai cittadini di Bologna a partire dalle lavoratrici e dai lavoratori, dai ceti più deboli ed emarginati che hanno visto negli ultimi anni enormemente peggiorata la loro condizione di vita e di convivenza civile e sociale a Bologna. Ritengo  che sia interesse di tutti i ceti più colpiti dalla crisi e dell’antagonismo sociale avere un’unica lista alternativa al Pd, sia al ivello comunale che a livello delle circoscrizioni, che cerchi di coniugare storia civica della sinistra bolognese, ruolo della sinistra di alternativa,del movimento di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori ed esperienze importanti come quella degli studenti fuorisede e dei centri sociali.

Questi, in breve, sono i problemi che ci sono a Bologna.

 

 

 

 


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