
“Deforma” Franceschini: il bavaglio al dissenso
Pubblicato il 4 feb 2016
di Tomaso Montanari
Se un provvedimento come questo, firmato ieri l’altro dal soprintendente archeologico di Roma, fosse uscito sotto Bondi ci sarebbe stata la rivoluzione. Ringrazio la Cgil per avermelo fatto conoscere, e lo pubblico qua sotto. ( nostra trascrizione, qui il testo dell’originale in .pdf)
1 febbraio 2016, prot. N. 2208
oggetto: Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.M. 23 dicembre 2015)
In seguito all’adozione del Codice in oggetto, come comunicato via intranet in data 18 gennaio u.s., si ritiene opportuno precisare quanto segue.
Le modalità di comunicazione agli organi d’informazione (giornali, radio, TV) relative ad attività istituzionali dovranno essere preventivamente sottoposte al dirigente, per il tramite dell’addetto stampa dr. Luca Del Frà e/o delle strutture istituzionali Ufficio Stampa e Ufficio Comunicazione o, in caso urgente, al Dirigente. Ogni iniziativa autonomamente presa dalle SS.LL. in maniera difforme è ritenuta non consona al disposto dell’art.3, comma 8 del codice di comportamento.
arch. Franco Prosperetti
Noi paghiamo lo stipendio (miserabile, peraltro) dei soprintendenti perché difendano il nostro patrimonio dalle pressioni del potere politico e di quello economico. Ora tutto questo viene spazzato via dalla Legge Madia che sottopone i soprintendenti ai prefetti, cioè ai rappresentanti del potere esecutivo. A questo è funzionale la riduzione delle soprintendenze da tre ad una sola: perché una testa si piega, e si taglia, meglio di tre.
Il bavaglio ai soprintendenti è un altro, odioso, passo in questa direzione. Ed è un attacco diretto alla democrazia, e agli interessi dei cittadini: perché mira a far tacere coloro che più e meglio di tutti possono spiegare come e perché la ‘deforma’ Franceschini uccide la tutela del patrimonio.
Coprire le statue antiche, imbavagliare gli archeologi: c’è del metodo, in questa follia.
Sostieni il Partito con una
Appuntamenti