Un anno di Sinistra – Un anno di Battaglia: Andiamo avanti

Un anno di Sinistra – Un anno di Battaglia: Andiamo avanti

di AlexisTsipras

Il discorso al Palasport di Palaio Faliro a un anno dalla vittoria elettorale.

Care compagne e compagni, care amiche e cari amici,
La vostra presenza qui oggi, in un giorno di festa e storico, dà un messaggio di ottimismo e di lotta per continuare il grande sforzo che abbiamo iniziato da un anno per dare respiro, speranza e una visione al popolo greco.
Soprattutto vogliamo dare una speranza, una visione e un respiro ai giovani e le giovani, che stanno imparando ora che il cambiamento di questo mondo e la lotta per il suo cambiamento non è solo una teoria nei libri, ma è pratica quotidiana, pratica e lotta per far diventare realtà la nostra visione.
Si chiude un anno da quando abbiamo cominciato tutti e tutte insieme con il popolo greco, il viaggio verso il sogno e la speranza.
E siamo confrontati con la storia.
Abbiamo osato prendere sulle nostre spalle responsabilità più grandi dalla nostra altezza.
Responsabilità storiche, non solo per il nostro popolo, ma anche per la sinistra europea e mondiale.
Responsabilità storiche per tutti i popoli dell’Europa.
E oggi, un anno dopo, siamo orgogliosi di abbiamo dato queste lotte. Che non ci siamo da vigliacchi di fronte all’asimmetria caotica dei rapporti di potere e di forza. Abbiamo lottato con dignità per un popolo ferito.
Ci siamo scontrati con l’establishment conservatore dell’ Europa, che insiste – lo avete visto – con insistenza dogmatica sulle fallite ricette di austerità e ci dice che non è colpa delle ricette di austerità, ma di coloro che non le applicano bene.
Siamo orgogliosi che siamo scontrati e abbiamo dato le battaglie che hanno fatto emergere con la nostra lotta il grande vuoto di democrazia in Europa.
Ma anche il fatto che abbiamo portato la democrazia e il verdetto popolare di nuovo sotto i riflettori, sia nel nostro paese che in Europa.
E siamo particolarmente orgogliosi che, nonostante le battute d’arresto e le difficoltà, stiamo con forza ai nostri piedi e continuiamo di dare battaglia per finire una volta per tutte con tutto quello che ha portato il nostro paese sull’orlo del disastro.
Di finire in primo luogo con il vecchio establishment politico dell’oligarchia, dell’clientelismo e dell’intreccio tra politica e affari.
Con i ricatti dei circoli più reazionari d’Europa.
Con la disuguaglianza, l’arbitrio e la corruzione.
Nonostante la rabbia degli interessi compatti del passato.
Nonostante gli oligarchi e le relazioni tra politica e affari, nel fuoco incrociato degli oligarchi dei mezzi di informazione, continuiamo di camminare con i nostri obbiettivi, fiducia e autostima. E siamo sicuri che ce la faremo.
La Grecia andrà avanti.
Non rimarrà ostaggio né dei ricattatori né degli interessi organizzati. Perché ora tutte e tutti abbiamo una esperienza. Gli conosciamo bene.
Gli abbiamo conosciuto nel modo più duro. Gli abbiamo avuti di fronte durante tutti i mesi delle lunghe trattative. Gli avevamo di fronte a noi, allora ogni giorno per sei mesi, per sentire le loro denunce perché non firmavamo in fretta e furia e nel peggior dei modi tutti quello che ci chiedevano i creditori.
Gridavano allora per darci firmare le cose peggiori, mentre avevano preparato la trappola. Inizialmente la trappola della liquidità allo scopo di sottometterci con la minaccia del strangolamento economico.
E quando hanno visto che non facciamo indietro, hanno messo la trappola del Grexit per farci diventare l’esempio della punizione più crudele in Europa.
Per non alzare mai più la testa la sinistra o i popoli che stanno lottando.
Abbiamo evitato entrambe le trappole grazie al costante sostegno del nostro popolo. Questo sostegno senza precedenti del nostro popolo che ci ha dato un voto di fiducia su tre, non una, non due, elezioni crucialo. Tre elezioni e votazioni cruciali in meno di un anno.
Forse la contrapposizione più difficile, la più drammatico è stata quello del referendum. Quando abbiamo trovato di fronte a noi gli interessi costituiti per seminare paura e panico.
Che aspettavano la distruzione del nostro popolo solo per rivendicare la propria sottomissione da cinque anni e non accettare che non hanno negoziato.
Per espiare le loro scelte disastrose.
Il nostro popolo ci ha dato una risposta imprevista e storica con una stragrande maggioranza del 62% al referendum.
Inviando il messaggio più clamoroso di democrazia e di dignità in Europa.
E quando in alleanza con le forze progressiste dell’Europa abbiamo potuto evitare anche la trappola del Grexit, abbiamo chiesto di nuovo il mandato popolare per andare avanti.
Abbiamo chiesto dal popolo di decidere e abbiamo preso di nuovo e nonostante tutta la rabbia dell’establishment il mandato popolare con enorme differenza.
Per continuare il grande sforzo di ricostruzione del paese, si scontrarci con gli interessi intrecciati e clientelari, per uscire dalla crisi con giustizia e democrazia.
Oggi, un anno dopo dalle prime storiche elezioni e pochi mesi dopo la nostra rielezione, la battaglia non è finita, è ancora di fronte a noi.
Tuttavia, l’impronta storica del triplice verdetto popolare non può essere né cancellato né ignorato.
E l’Europa di oggi, un anno dopo, non è la stessa dopo l’esperienza greca della dura negoziazione.
Il seme gettato trova ora il terreno fertile e cresce nel Sud Europa.
E abbiamo già i primi frutti di questo sviluppo.
Abbiamo già un governo progressista, il governo di Sinistra in Portogallo, con il sostegno del Blocco di Sinistra, dei Socialisti e dei Comunisti.
E crediamo che presto avremo anche in Spagna un governo della sinistra, un governo progressista, soprattutto dopo il grande successo di Podemos e la proposta storica che ha fatto ieri per un governo progressista in Spagna contro le politiche di austerità.
Ma vedendo recentemente anche una svolta, forse retorica ma comunque importante, dal primo ministro dell’Italia Renzi, che parla contro l’austerità e la burocrazia europea, come un caloroso sostegno alla Grecia dalla Francia di Francois Hollande.. Tutti questi sono cambiamenti che non sarebbero mai accaduti se non eravamo rimasti vivi.
Se SYRIZA non vinceva le elezioni, se SYRIZA non era al governo in Grecia, per mantenere acceso il faro del grande cambiamento progressista e democratica in Grecia.
Se, invece, avevamo ceduto anche alle stupide eroiche voci e i consigli di certi a scontrarsi ciecamente e di ignorare la trappola del Grexit, oggi anche inconsapevolmente noi avremmo creato un grande male alle forze popolari, la gente del lavoro in Grecia, ma involontariamente avremmo trasformato i nostri compagni in Spagna e in Portogallo dalla parte di quelli che denunciavano ad una posizione di apologia della distruzione. E noi non avevamo questo diritto morale e storico di commettere questo crimine contro i nostri compagni, i nostri compagni di lotta in Europa, perché abbiamo obiettivi comuni e non possiamo cambiare l’Europa se contemporaneamente non cambiamo gli equilibri in tanti paesi n Europa. E questo lo sappiamo fin troppo bene.
Tutto questo è così vivo nei ricordi e nei cuori del nostro popolo, perché, anche se tutto è successo così in fretta, è già parte delle nostre esperienze e della nostra storia.
Tuttavia, ancora oggi alcuni che non sono pentiti cercano di riscrivere a storia. Cercano di contraffare la memoria viva del nostro popolo.
Impenitenti e dogmatici lottano di nuovo per configurare scenari di deviazione e macchinano di nuovo il mana della caduta del governo che è stato rieletto solo quattro mesi fa. E per di più essendo stati eletti per la prima volta, mettendo nel giudizio del popolo greco un accordo importante. Per la prima volta le elezioni hanno avuto luogo dopo e non prima l’accordo con i creditori. E non dimentichiamolo.
Tentano di nuovo, ma vi deluderanno di nuovo. Come sono stati smentiti tante volte in un solo anno. E per questo gli diciamo che devono digerire questo fatto: Per quando combattono contro questo governo andrà avanti. Per quando sono pieni di rabbia andrà avanti per tirare il paese fuori dalla crisi con il popolo in piedi, con la società in piedi, chiuderà la valutazione e verrà la riduzione del debito. E cominceremmo tutti insieme la lotta per lo sviluppo e riaggiustare i mali sociali..
La grande battaglia per le riforme profonde che ha bisogno il paese e la società greca.
Alcuni non devono tanta fretta per creare una certa atmosfera perché per molti anni si stancheranno a sedersi sui banchi dell’opposizione. Quarant’anni hanno governato. Beh, è arrivato il momento di governare il paese una nuova forza politica e sollevare il paese. Si stancheranno di trovarsi questi quattro anni e i prossimi quattro anni in opposizione.
Speriamo, almeno, che questa opposizione sia costruttiva, altrimenti si bruceranno scaldandosi per tornare al governo. Ricordatelo, si bruceranno riscaldandosi per fare opposizione a SYRIZA che avanza con l’appoggio del nostro popolo.
Molti dicono che abbiamo sbagliato un anno fa che non abbiamo lasciato il signor Samaras di tirare lui il serpente dal buco (le castagne dal fuoco).
Rispondiamo: Per fortuna che non lo abbiamo lasciamo di avvolgere il serpente al collo del paese. Per fortuna abbiamo assunto la responsabilità per il paese e il nostro popolo.
Perché questo popolo non ha la memoria dei pesci rossi. E ricordiamo tutti gli impegni di Samaras, e sappiamo calcolare cosa sarebbe successo se fosse rimasto al potere.
E ‘stato impegnato per surplus primari del 3% l’anno scorso e del 4,5% dall’anno in corso in poi. Il che significa – per dirlo con parole semplici – che aveva accettato di adottare ulteriori misure di almeno 20 miliardi di euro per il 2015, il 2016 e 2017.
Allo stesso tempo, aveva accordato nuovi licenziamenti nel settore pubblico e la liberalizzazione dei licenziamenti nel settore privato.
Aveva accordato l’abolizione immediata delle pensioni di solidarietà EKAS e la completa liberalizzazione dei prestiti rossi compressi della prima casa.
E tutto questo senza alcuna copertura del fabbisogno finanziario e senza nessun impegno per diminuire il debito, perché, come vi ricordate dove si trovava e passava a destra e a sinistra diceva che il nostro debito è sostenibile e non ha bisogno di essere alleggerito.
È almeno di grande arroganza ascoltare oggi il signor Mitsotakis che parla per SYRIZA sostenendo che con la negoziazione ha messo più dediti al paese.
È di grande arroganza parlare del nostro accordo che ha alleggerito il bilancio di 20 miliardi di euro quando loro con in loro SI a tutto, con la linea di non negoziazione hanno affonjdat il PIL del paese del 25%, cioè hanno spazzato via un patrimonio di oltre 50 miliardi in soli quattro anni.
Dicono inoltre che era sbagliato che abbiamo fatto quel referendum cruciale i drammatici giorni e le ore di luglio.
Certamente scordano ciò che conteneva l’ultimatum dei creditori che ha respinto solennemente il popolo greco.
Lo anno scordato anche quelli che allora hanno fatto campagna per il SI e ora gli vedo che si trovano in prima linea nella lotta contro il governo, come alcuni leader del sindacato del settore privato GSEE o alcuni grandi sindacalisti del settore agricolo di PASEGES. Allora avevano fatto la campagna per il SI e ora sono contro le misure impopolari.
Possiamo ricordare noi che proponevano. Proponevano ancora più dure misure e senza un soldo, senza un euro di finanziamento.
L’abolizione completa e immediata delle pensioni di solidarietà di EKAS.
L’abolizione di tutte le prestazioni sociali.
La liberazione dei licenziamenti.
La privatizzazione immediata della società pubblica delle reti elettriche ADMHE, della società di telecomunicazioni OTE e qualsiasi infrastruttura dello stato greco.
Ma la cosa più importante è che chi firmava allora sapeva che in 6 mesi, cioè alla fine dello scorso anno, doveva di ridiscutere un nuovo pacchetto di finanziario.
Vale a dire il 4o memorandum. Inoltre subito dopo l’applicazione di misure molto più severe dall’accordo che ora dobbiamo applicare.
In poche parole, il piano era chiaro:
Volevano costringere il governo di SYRIZA e Greci Indipendenti o a dimettersi immediatamente o di capitolare, un fatto che significherebbe l’applicazione di misure più severe e dopo la caduta del governo per mancata illiquidità, per fare tornare la vecchia politica, la Nuova Democrazia, per applicare un accordo ancora più duro.
Questo era esattamente il piano.
Questo piano abbiamo evitato con il referendum.
Questo piano ha respinto il coraggio del nostro popolo, che nonostante le intimidazioni alzò la sua statura e ha dato la schiacciante maggioranza del 62%.
Dicono inoltre tanti altri che questo accordo è il peggio che è stato firmato finora. Non voglio di abbellire niente. Ma dobbiamo parlare il linguaggio della verità. Probabilmente loro avranno dimenticato quello che includeva il primo e il secondo memorandum.
Aggiustamento fiscale di 65 miliardi in soli quattro anni.
Tagli salariali nel settore pubblico, l’abolizione della contrattazione collettiva, che noi abbiamo promesso di ripristinare insieme con le forze progressiste e le forze di lavoro in Europa. E la ripristineremo.
Ci sembra che non ricordano ciò che è accaduto negli anni scorsi, con una riduzione del salario minimo nel settore privato con un semplice atto di governo.
Essi non si ricorderanno, avranno dimenticato gli 11 tagli alle pensioni, che sono scese del 40%.
L’abolizione della tredicesima di Natale e la metà paga di Pasqua.
Il forte tuffo della spesa per la sanità e l’istruzione.
La ricapitalizzazione delle banche che hanno nascosto sotto il tappetto i prestiti rossi.
La caccia spietata alle persone che avevano piccoli debiti al fisco.
Essi probabilmente non ricordano le aule dei tribunali riempite da persone che non erano oggettivamente in grado di pagare.
E allo stesso momento i grandi evasori giravano liberamente al quartiere lussuoso di Kolonaki e i quartieri ricchi del nord di Atene.
Essi non ricordare il taglio disastroso dei titoli greci dopo che avevano in mano i fondi governativi e previdenziali.
Nel migliore dei casi finora solo questo taglio del debito PSI dei signori Venizelos e Samaras ha costato 13 miliardi di euro.
Sono 13 miliardi di euro persi dai fondi pensione. E ora muovono il loro dito contro di noi.
Dopo che hanno costretto i fondi di previdenza sociale a perdite di 13 miliardi di euro, dopo che avevano saccheggio gli stessi fondi con i loro governi per 20 anni, e ora muovono il loro dito contro di noi.
Chiedono anche il resto e rifiutano inoltre di proporre una soluzione alternativa.
E dicono, che è colpa nostra la situazione dei fondi pensione, che abbiamo fatto una dura negoziazione e abbiamo alzato la statura del popolo greco.
Beh, questo è troppo, amiche e amici.
Il nostro popolo non è stato preso in giro.
Se alcuni fanno fine che non ricordino, il nostro popolo ricorda e sa molto bene che nella casa dell’impiccato è meglio che non si parla di corde.
Perché il nostro popolo ha dei fatti per confrontare e sa che il difficile accordo, che con il suo voto ci ha dato alcuni mesi fa un mandato di attuare per uscire finalmente dalla crisi, può avere delle difficoltà, di avere decisioni difficili, ma per la prima volta offre una via di uscita.
Perché per la prima volta non prevede surplus primari irreali e recessivi.
Che cono l’altra faccia dell’ austerità.
Non prevede licenziamenti e la mobilità di migliaia di dipendenti pubblici, che è il lavoro di una vita del sig. Mitsotakis, né diminuisce gli stipendi dei statali con il nuovo libro paga unificato del settore pubblico
Non include clausole per la liberalizzazione dei licenziamenti di massa nel settore privato, mentre apre la strada per il ripristino della contrattazione collettiva, come ho detto prima, che sarà la battaglia delle battaglie per il governo di Sinistra.
Non è un accordo sottomesso alle negative del diritto inglese.
E vi invito a prendere in considerazione:
Quale sarebbe oggi la situazione reale del paese, un anno dopo, se non avevamo avuto la grande responsabilità di scontrarci contro gli equilibri di allora e assumere la responsabilità della battaglia?
Quale sarebbe la situazione nel paese, se Samaras, Mitsotakis, l’ala di estrema destra di Nuova Democrazia che fa capo ad Adonis Georgiadis e i loro amici, rimanevano nel governo a luogo?
Avremmo avuto almeno 20 miliardi di euro in misure aggiuntive dall’accordo che loro stessi avevano fatto, licenziamenti di massa nel settore privato, licenziamenti nel settore pubblico, una diminuzione ulteriore dello stipendio minino, svendendo le infrastrutture delle reti elettriche dell’ADMHE, dei debiti, rossi, della prima casa.
Per quale società dovevamo parlare?
Per quale uguaglianza?
Per quale coesione?
Per quale protezione?
Per quale uscita dalla crisi?
Perché dicono in tanti che una volta firmato il presente accordo di luglio non ha alcun significato chi lo applicherà dopo le elezioni.
Dicono che sarebbe lo stesso per qualunque che lo applicava.
Davvero?
Avrebbe dato la battaglia la Nuova Democrazia del signor Mitsotakis per tutelare le pensioni dei pensionati che hanno visto una riduzione delle loro pensioni del 40% negli ultimi quattro anni?
È recente il ricordo nel nostro popolo dalle dichiarazioni elettorali di settembre. Le dichiarazioni pre-elettorali del responsabile per le questioni del lavoro della Nuova Democrazia, il signor Vroutsi, che diceva che ai sensi dell’accordo, se lui sarebbe stato il prossimo ministro del Lavoro avrebbe portato una proposta, perché così dice l’accordo, e quindi sarebbero costretto alla riduzione orizzontale di almeno del 30% delle pensioni integrali e la completa scomparsa delle pensioni sussidiarie.
È questa la proposta portata ora dal nostro ministro Katrougalos? La stessa proposta avrebbe portato il signor Vroutsis e la stessa proposta ha portato Katrougalos?
Qualcuno crede che la neoliberista Nuova Democrazia del signor Mitsotakis avrebbe combattuto per non lasciare andare alle mani del mercato prestiti rossi e di proteggere la prima casa delle famiglie dal pignoramento, come abbiamo raggiunto noi per oltre il 60% dei mutui?
Crede qualcuno che la Nuova Democrazia avrebbe dato la battaglia per le reti elettriche dell’ADMHE, avrebbe dato battaglia per la proprietà pubblica, per essere utilizzare d’ora in poi per non essere svenduta?
Avrebbe dato la battaglia per ridurre a 9 le nazionalizzazione, come siamo stati in grado di fare, per la creazione di un nuovo fondo che non privatizzerà d’ora in avanti la proprietà pubblica, ma utilizzerà il 50% dei rendimenti delle entrate per l’economia reale?
Non avrebbero dato queste battaglie perché non credono a queste battaglie. Perché le loro idee, il loro programma, la loro ideologia sono proprio quelle che credono i creditori e il FMI. Per questo non avrebbero dato mai queste battaglie che diamo noi per la protezione del nostro popolo.
O crede qualcuno, visto che siamo vicini ai quartieri popolari del Pireo, che la Nuova Democrazia avrebbe dato la battaglia per escludere la zona dei fertilizzanti di Drapetsona dalla concessione al investitore, un’area che presto sarà offerta al Comune di Drapetsona, i residenti della zona, come uno spazio di verde pubblico e ricreativo con libero accesso al mare?
Noi, amiche e amici, continueremo questa strada delle battaglie.
La strada delle rivendicazioni, facendo attenzione continuamente per trasformare le condizioni di sicurezza e stabilità.
Sulla strada della ripresa per proteggere i deboli, della coesione sociale e della giustizia.
Con costanza e la pazienza.
Per vincere passo dopo passo sempre di più cose per popolo greco
Quelli che ci hanno portato a questo punto, quelli che hanno saccheggiato e distrutto il paese durante gli anni di crescita, quelli che si sono arresi senza combattere a tutti gli appetiti dei creditori e ora muovono il dito contro di noi, quest’alleanza dei volenterosi del Sì, devono dare le loro risposte.
Li vediamo che si concentrano di nuovo. Per giocare i loro resti di nuovo.
Per farci tornare agli anni della corruzione, del riciclaggio del denaro sporco, l’evasione fiscale e del pizzo.
Negli anni di illegalità per i potenti proprietari dei mezzi di informazione e degli oligarchi.
Negli anni che non esisteva nessuna legge per i potenti e negli anni dei dissanguamento dei tanti.
Li vediamo do nuovo oggi di cercare di trasformare la prima valutazione in uno strumento di ricatto politico del governo, di pari passo ai circoli più reazionari dell’Europa.
Li vediamo, anche, nascondendosi dietro il FMI su questioni critiche come la riforma delle pensioni
E con arroganza e ipocrisia di dire che presumibilmente sostengono le mobilitazioni dei gruppi di professionisti
Ma sapete una cosa? Non è possibile che in questo paese si può essere sia con il poliziotto sia con il gendarme. Essere sia con chi protesta sia con il FMI.
O con le mobilitazioni o il Fondo monetario internazionale.
Perché signor Mitsotakis:
Non potete essere con i blocchi stradali dei agricoltori e il FMI.
Non potete essere con i cortei e con i creditori.
Vi invitiamo di prendere una posizione chiara ora.
Di finire con il nascondiglio e le parole evasive.
E devono dirci chiaramente: Quale è la loro proposta per la riforma delle pensioni che i loro governi hanno distrutto, saccheggiato i fondi nel corso degli anni e portato in questa posizione?
Quali sono le loro controproposte e qual è la loro proposta per gli agricoltori che loro hanno impoverito e ora rivendicano?
Noi sappiamo – e potete essere sicuri di questo – troppo bene le difficoltà e le ansie dei strati popolari.
Inoltre queste ansie stiamo rappresentando e per questo stiamo combattendo.
Forse questa è la differenza più fondamentale tra il SYRIZA e la Nuova Democrazia del signor Mitsotakis.
Conosciamo meglio le ansie dei strati popolari, perché grazie a questi strati siamo qui. Siamo stati eletti al governo perché gli strati popolari nei quartieri popolari hanno dato la grande maggioranza a SYRIZA. Mentre il signor Mitsotakis è leader di Nuova Democrazia perché la gente dei quartieri di nord di Atene, dei ricchi quartieri di Atene e del resto della Grecia lo ha fatto capo. Questa è la grande differenza. Ognuno rappresenta gli interessi sociali dell’ideologia che esprime.
Noi sappiamo molto meglio le ansie dei strati popolari. Sono anche le nostre ansie.
Questo è il motivo per cui siamo aperti al dialogo.
Siamo pronti ad esaurire tutte le possibilità di flessibilità e di qualsiasi spazio per la negoziazione.
Lo abbiamo già dimostrato.
E la riforma delle pensioni può accettare correzioni, senza dubbio. Ma si va avanti.
È necessario procedere.
Il paese non resiste.
I fondi delle pensioni non resistono.
E questo lo sappiamo bene tutti e tutte.
Il dilemma di fronte a noi è:
O la riforma del sistema delle pensioni o il crollo del sistema.
Questa è la situazione attuale.
E tutti sanno che SYRIZA non è responsabile di questo.
Noi non siamo responsabili per gli 1,5 milioni di disoccupati, per il crollo dei fondi pensione dopo il taglio del debito PSI o per il problema demografico.
Non siamo noi il governo che ha portato il paese ad un recessione del 25%.
Non abbiamo fatto noi 11 consecutivi dolorosi tagli orizzontali alle pensioni dal 2010 fino ad oggi.
Noi siamo quelli che dobbiamo stare con responsabilità, ognuno deve stare con responsabilità di fronte ad un grande problema nazionale e di capirlo:
Non è possibile che un paese con meno di 4 milioni di popolazione attiva, di cui 1,5 disoccupati, di sostenete 2,5 milioni di pensionati.
Ma anche all’interno di queste condizioni soffocanti che ci hanno lasciato in eredità, noi facciamo di tutto per preservare intatto e illeso l’importo delle pensioni attuali, mentre cerchiamo di creare un sistema basato sull’equità, l’uguaglianza e la giustizia sociale.
Mettere fine alla frammentazione, il corporativismo, i privilegi e la logica che alcuni sono più uguali dagli altri.
E contemporaneamente dando da prospettiva per un aumento delle pensioni ai pensionati futuri.
Collegando l’importo della pensione alla crescita del PIL.
Perché noi abbiamo scelto e consigliamo una riforma che non taglia di nuovo le pensioni che hanno già sofferto ripetuti dolorosi tagli.
E abbiamo consigliato l’onere del cambiamento necessario per condividere tutti con giustizia e non per ennesima volta di fare pesare una riforma a carico dei più deboli e i più poveri.
E abbiamo scelto di avere le risorse necessarie non sa un taglio delle pensioni, ma da un piccolo aumento dei contributi dei datori di lavoro dell’1%.
Un aumento che per loro onore l’hanno accettato le organizzazioni dei datori di lavoro.
Ma quale è l proposta di Nuova Democrazia?
Perché nei due mesi che si discute l riforma delle pensioni non dice una parola?
Vuole o non vuole il piccolo aumento dei contributi dei datori di lavoro – che gli stessi accettano- per non ridurre le pensioni?
O forse vuole un taglio orizzontale delle pensioni, per dimostrare che SYRIZA faccia le stesse cose con la Nuova Democrazia? Qual è il suo obiettivo?
Abbiamo chiesto a loro di lasciare le parole evasive e presentare la loro proposta chiaramente, chiaramente al popolo greco. Per conoscere ciò che propongono.
E, infine, per risolvere qualsiasi malinteso e finire la disinformazione:
Noi siamo già pronti per procedere alle correzioni necessarie per i liberi professionisti, i commercianti e gli scienziati, attraverso un dialogo costruttivo con loro.
Per non avere oneri eccessivi e insopportabili.
E soprattutto per trovare il modo per proteggere i giovani scienziati, i giovani professionisti e i redditi medi.
Questo è il nostro obiettivo.
Ma voglio chiarire una cosa.
Questo governo non accarezzerà gli evasori fiscali.
Non metteremo nello stesso sacco i piccoli e medi avvocati, ingegneri e medici, gli giovani senza garanzie di lavoro o quelli con le ricevute d’acconto e l’IVA con i proprietari di grandi imprese di costruzione, degli grandi studi legali di avvocati, i grandi centri privati di medici e diagnostici che protestano con le loro gravate. Noi proteggeremo i giovani ricercatori, quelli delle partite IVA e delle ricevute d’acconto, i redditi bassi.
Questo è il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo è una distribuzione equa degli oneri e una equa redistribuzione della ricchezza.
Lo stesso atteggiamento, atteggiamento di giustizia sociale vogliamo conservare anche di fronte gli agricoltori.
Vogliamo fare un dialogo significativo e completo.
Un dialogo onesto e sincero con i loro rappresentanti, che rifletta le ansie e i problemi del mondo rurale.
Perché non si può che alcuni di quelli che ha fatto campagna per il Sì al referendum ora appaiono come rivoluzionari.
Quindi siamo pronti per un dialogo significativo.
Sui problemi reali e aperti.
E mettere in chiaro: molte cose si sentono per la riforma del sistema fiscale. Sarebbe buono che nessuno creda pubblicazioni e notizie. Siamo aperti a discutere su tutto, ma finora non è in discussione con le istituzioni. Non è inclusa nel prerequisiti per la prima valutazione.
Ma siamo aperti di discutere con gli agricoltori tutti quei modi per difendere in sostanza il loro reddito e la loro fatica.
Per il 2016 si applicherà agli agricoltori in materia fiscale che quello che era in vigole nel 2015.
Allo stesso tempo, le necessarie modifiche che si faranno alle pensioni degli agricoltori non sono, come dicono, cosi negative. Con la pensione nazionale quasi si raddoppiano le pensioni per gran parte del mondo rurale. Per quanto riguarda i contributi per previdenza sociale si matureranno in quattro anni. Mentre il reddito che si definisce come la base per la definizione del contributo assicurativo degli agricoltori sarà al 80% dei contributi di un manovale.
In ogni caso, tuttavia, anche in questa questione siamo aperti ad ascoltare i suggerimenti e trovare soluzioni.
Gli agricoltori però devono di sapere una cosa. Faremo di tutto per proteggere il loro reddito e per risolvere i problemi cronici del settore agricolo.
Perché al di là delle pensioni non ho sentito parlare di questi problemi.
E mi chiedo perché?
Non ci sono improvvisamente altre rivendicazioni?
E tutti sanno che il nostro governo fin dal primo momento ha dato battaglie per gli agricoltori e persino è riuscito appena un mese fa di mettere, attraverso l’organismo per gli agricoltori OPEKEPE, ai conti degli agricoltori che avevano diritto sussidi per 2 miliardi di euro per il periodo 2008 – 2014, che i precedenti governi hanno ritardato per anni.
Inoltre per la prima volta siamo riusciti nel tempo giusto di dare questo soldi per l’intero importo e senza multe da parte della Commissione europea.
Io non credo che sia per questo che non mettono tutte le questioni sul tavolo.
Voglio credere in un dialogo onesto e sincero.
E abbiamo di fronte a noi per i prossimi cinque anni la possibilità di avere circa 20 miliardi di euro di risorse per la popolazione rurale e per la ricostruzione produttiva.
In primo luogo dal Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, che prevede investimenti per 6 miliardi di euro
E in secondo luogo i 14 miliardi degli aiuti dell’UE.
Ditemi quale altra classe sociale nel paese ha la capacità di assorbire tali fondi nei prossimi cinque anni.
Tuttavia, la questione che si pone è se si tratta di una distribuzione equa e produttiva di queste risorse.
Perché dobbiamo ammettere che la ripartizione dei fondi comunitari per tanti anni non era né giusta né produttiva.
Perché so bene che nelle mobilitazioni degli agricoltori ci sono agricoltori che prendono centinaia di migliaia di euro in aiuti e degli agricoltori che sono la maggioranza che ottengono meno dei loro costi.
Noi ci preoccupiamo per loro. Per la popolazione rurale che vive in condizioni di povertà. Che ottiene sussidi sotto i suoi costi. Questo mondo vogliamo proteggere e con questo mondo vogliono avere un dialogo significativo e comunicare.
È per questo che la nostra scelta di base è l’equa distribuzione delle risorse e degli oneri.
Il rafforzamento del cooperativismo.
La trasparenza e la giustizia. Ma anche un nuovo quadro per le cooperative agricole che ha bisogno il mondo rurale per poter girare pagina.
Chiudiamo un anno.
Un anno difficile e ruvido.
Ma se le cose non erano cosi facili non dovevamo essere noi qui per gestirle.
Dobbiamo sapere che noi siamo venuti per le cose difficili.
Per tirare le castagne dal fuoco e per finire con i problemi cronici dello stato greco.
Ma alcuni ci dicono gli ultimi giorni, riproducendo le più gialle delle pagine gialle che hanno sostenuto con le unghie e i denti l’establishment politico di questo paese, che siamo tutti uguali.
Presumibilmente che noi non siamo venuti al potere per cambiare le cose, ma siamo arrivati al potere per mettere alle poltrone dei nostri.
E cannibalizzano contro le persone con una storia politica, lotte sociali e senza propri fini.
Non lo permetteremo.
E non permetteremo quando con un modo cosi miserabile distorcono la verità.
Vogliamo dare allora delle risposte.
La verità è che il primo atto del governo era quello di ridurre il numero di dipendenti civili temporanei, cioè dei statali che si trasferiscono al dipendenze di politici, del 25%.
E ora, un anno dopo il governo SYRIZA e Greci indipendenti abbiamo 630 impiegati statali revocabili, lavoratori interinali e collaboratori stretti nei ministeri quando il governo di Samaras e Venizelos aveva 1200, siamo a 1200 630. Questo è lo stato partitico che hanno creato SYRIZA ed Greci Indipendenti. E hanno l’arroganza di parlare di clientelismi e nepotismo.
Chi sono i partiti che hanno trasformato la famiglia in uno stato?
Questo è troppo.
Qualunque cosa che vediamo troviamo esempi e elementi di questo clientelismo e nepotismo.
Ma noi gli rispondiamo, che non arriveremo mai in questa tentazione.
Non possiamo condurre la polemica politica così in basso.
Loro hanno come leader politico la stampa gialla, è un loro diritto.
Noi dovremo dare solo risposte politiche.
E noi rispondiamo che i posti politici sono posti politici politiche e la pubblica amministrazione è la pubblica amministrazione.
Due cose separate.
Che sono una cosa i collaboratori di fiducia, che rappresentano una scelta personale dei parlamentari e dei ministri – ed alla fine – nessuno può pensare che le persone che sceglie uno per avere come collaboratore più vicino lo avrebbe scelto con qualche altro modo dall’unico criterio di fiducia, ed che sono un’altra cosa gli amministratori o direttori dei ministeri. È un’altra cosa ciò che noi chiamiamo la pubblica amministrazione e per anni in Grecia è stata una pubblica amministrazione prevalente di favori politici, clientelismi e partitocrazia.
In questo caso SYRIZA ha abbassato la metà del personale trasferito ai politici del governo dal settore pubblico rispetto alla prima proposta del 25%, dal momento che è chiaro che SYRIZA non ha messo nel settore pubblico vero e proprio altri che non erano le donne delle pulizie licenziate dal Ministero delle Finanze, i guardiani delle scuole, e tutti coloro che illegalmente e incostituzionalmente erano stati licenziati dai governi precedenti.
Dal momento che le cose sono cosi, ma perché allora abbiamo avuto questo tumulto di attacchi dai gruppi dei media che sostengono il signor Mitsotakis e la Nuova Democrazia su queste questioni?
Ma a quanto pare sembra che valutano come peso il nome del nuovo leader di Nuova Democrazia e cercano di scrollarsi di dosso il fardello del suo nepotismo famigliare con distrazioni populisti a buon mercato.
Gli possiamo garantire che fano male di pensare con sensi di colpa.
Noi non accuseremo mai il signor Mitsotakis per le sue radici e la sua famiglia.
Gli faremo la guerra per le sue idee e sempre usando come arma le nostre idee.
E naturalmente gli faremo la guerra anche per le sue azioni. Perché le azioni contano.
Per quello che ha fatto come Ministro della Riforma Amministrativa, per esempio:
Quando con una circolare ha destituito tutti i direttori della pubblica amministrazione in una sola notte, mentre sapeva che veniva un cambiamento politico.
E oggi nei ministeri abbiamo i direttori e i capi reparto che ha scelto in una notte il signor Mitsotakis. E anche quando il governo in cui era Ministro aveva trasformato in modo scientifico il clientelismo, il favoritismo e la partitocrazia con il sistema 4 di Nuova Democrazia, 2 di Pasok e 1 di Sinistra Democratica, il sistema 4-2-1.
Dobbiamo accusare il signor Mitsotakis per le loro azioni. Perché ha destituito in un sola notte anche coloro che sono stati giudicati competenti dai consigli interni dei ministeri. Ed è passato a mettere direttamente i direttori nella pubblica amministrazione.
Noi a differenza di quanto ha fatto il signor Mitsotakis e i governi di Nuova Democrazia abbiamo portato in Parlamento una legge che porta una frattura nella pubblica amministrazione.
Si abolisce una volta per tutte il clientelismo e il favoritismo e si istituzionalizza la meritocrazia nel personale della pubblica amministrazione.
E la domanda è solo una:
Sosterrà l’apparentemente riformista signor Mitsotakis e i suoi cherubini riformisti, i cherubini di Fiume (Potami), questa profonda riforma che porterà in una incisivo cambiamento lo Stato e la pubblica amministrazione eliminando favori politici e partitocrazia?
La voteranno? La sosteranno? Lo chiedo a loro. E mi aspetto una risposta.
Il disegno di legge introduce per prima volta l’istituzione del Registro Nazionale per i posti – incarichi esecutivi nella pubblica amministrazione, e per la prima volta, l’istituzione del segretario generale del Ministero che sarà un funzionario di servizio e non sarà cambiato ogni volta che va via un ministro e cambia un governo.
Voteranno o insisteranno per far diventare Prima Notizia il populismo spicciolo, l’informazione gialla e il giornalismo corrotto?
Chiediamo a loro di prendere una posizione.
Come chiediamo a loro di prendere una posizione anche per il grande problema della legalità.
I supposto riformatori e sostenitori del libero mercato ostinatamente da tre mesi, bloccando l’elezione del Consiglio Nazionale di Radiotelevisione ESR e le autorità indipendenti in Parlamento per non lasciar procedere al concorso e per non procedere alle licenze legali per il funzionamento dei mezzi di informazione.
Le conclusioni sono vostre.
Sono note le cambiali politiche e non solo che ripagano.
Ma devono sapere che siamo determinati di andare avanti.
Siamo determinati a mettere ordine nel panorama delle trasmissioni radiotelevisive.
Essi cercano di ritardare tutto ma non saranno in grado di fermarci.
Perché in questo paese ci sono le modalità in quanto c’è la volontà del popolo greco, che tutti dovremmo rispettare ed è stata espressa in modo sovrano e ha trasformato gli equilibri nel Parlamento.
Il Parlamento prenderà le sue decisioni nei prossimi giorni, deciderà in modo sovrano.
E il concorso per le licenze in entrambi i casi si svolgerà immediatamente. Forse, anche nel mese successivo.
Spero che fino ad allora anche la Nuova Democrazia avrà acconsentito perché sarà esposta irrimediabilmente.
Lasciatemi a questo punto di fare un breve resoconto, un breve racconto di alcuni cambiamenti importanti. In un periodo difficile, abbiamo lasciato una scrittura politica da campioni.
Dentro una situazione di assedio abbiamo cominciato e abbiamo ottenuto:
Arginare la crisi umanitaria – che era la prima legge del governo di Sinistra dopo le elezioni del 25 gennaio.
La legge per le 100 dosi per pagare i debiti allo stato, he ha tolto il cappio del debito dal collo di migliaia di famiglie.
Abbiamo dato il diritto e il lavoro a quelli che sono stati licenziati ingiustamente.
Abbiamo abolito l’escursione di 5 euro negli ospedali. Abbiamo aperto il fronte dei contratti collettivi e abolito la legge per il precetto obbligatorio contro gli scioperanti.
Abbiamo rotto il lucchetto alla radiotelevisione pubblica ERT.
Abbiamo votato la legge sulle unioni civili e abbiamo messo in pratica la parità e l’eguaglianza indipendentemente dal sesso o l’orientamento sessuale.
Andiamo avanti, lottiamo e abbiamo avuto successo con piccole e grandi vittorie.
Continuiamo di dare un battaglia quotidiana contro l’evasione fiscale: Abbiamo accelerato il processo di legiferare sule questioni della trasparenza per il finanziamento dei partiti politici, l’unificazione e il potenziamento degli organismi di controllo.
Abbiamo acceleriamo il controllo alle diverse liste di persone che hanno grandi conti bancari all’estero. Diamo materiale e respiro alla Giustizia per fare il suo lavoro.
I grandi evasori non possono dormire sonni tranquilli più.
Con procedure rapide senza precedenti abbiamo preso dalle autorità fiscali della Renania settentrionale-Vestfalia e consegnati direttamente alla giustizia – senza essere inserita nei cassetti dei ministri – la lista delle persone con conti nelle banche all’estero.
L’identificazione delle persone della lista è stata completata e hanno già iniziato di pagare.
Sono venuti nelle nostre mani anche dati di supporto che essenzialmente hanno fatto rivivere la lista Lagarde.
Cosa dicono i signori Samaras e Venizelos per tutto questo? Cnoscevano queste liste?
Che cosa dice il signor Mitsotakis per il stretto collaboratore del signor Samaras che allora ci diceva che dovevamo avere ancora altri dieci, e ora dico io che magari di avere altri venti per pagare allo stato per i soldi tirato fuori all’estero, sperando di avere la possibilità essere in grado di mettere in piedi lo Stato, gli ospedali, l’istruzione pubblica, e dove abbiamo bisogno.
Nel campo dell’economia già si fano avanti segnali molto positivi.
La ricapitalizzazione delle banche è stata completata rapidamente e con successo. E la partecipazione del pubblico è stata solo di 5,7 miliardi di euro invece dei 25 previsti dai creditori.
Abbiamo per la prima volta da decenni superato le entrate di 2 miliardi, nonostante le avverse condizioni dei controlli sui capitali.
Voglio dire tutto questo perché sono notizie che non solo non passano come notizie minoro. Nemmeno le dice la gran maggioranza dei media.
E so che ora che può sentirci il popolo greco e sentire che si fano cose importanti, nonostante le difficoltà e si deve fermare questo catastrofismo.
Nel momento che tenta di alzare la sua testa e la sua la gente cercano di piegarlo con il catastrofismo e l’allarmismo.
Abbiamo difficoltà di fronte a noi, ma le supereremo.
Come abbiamo avuto successo finora, così potremo realizzare un altro successo nei prossimi tre mesi critici per far uscire il paese dall’impasse. Per portare il paese fuori dalla crisi con il nostro popolo in piedi.
Dicono che abbiamo un buco fiscale per il 2016 mentre avevamo un surplus di 2 miliardi di euro sopra gli obbiettivo per il 2015.
Noi invece di un deficit primario abbiamo avuto un avanzo primario. E queste cose le deve sentire la gente.
Come il fatto che il nostro paese per la prima volta è stato il primo, non l’ultimo come al solito, ad assorbire i fondo europei di ESPA tra gli 28 paesi dell’UE. L’assorbimento dei fondi è stato del 97% e i 5 miliardi raggiungendo i nostri obiettivi.
Perché per tanti anni siamo stati gli ultimi e ora siamo stati i primi? Forse perché pianificavano i programmi dei fondi strutturali ESPA per offrigli ai loro, mentre noi gli abbiamo pianificato per essere assorbiti nel loro insieme e rispondere alle reali esigenze dell’economia?
Per il 2016 si stima che saranno assorbiti dall’economia greca 8 miliardi dalle banche di investimento e i programmi cofinanziati.
Già partiranno grandi opere che da mesi o da anni erano congelati. E cominceranno non con le stesse condizioni, ma con condizioni migliori per il governo greco.
E tutto perché l’obiettivo di questo governo non è il pizzo.
Il nostro obiettivo è la rinegoziazione con gli appaltatori e nuovi accordi non sotto il tavolo, ma sopra il tavolo e a condizioni migliori per l’interesse pubblico.
E tutto questo per non dimenticare sono le grandi riserve per la grande negoziazione per la prima valutazione. Che per la prima volta sarà data con più alleati e da una posizione di forza.
Infine, prepariamo due importanti iniziative legislative.
Una riguarda la legge di sviluppo che offrirà incentivi sostanziali per lo sviluppo ed una che prepara il Ministero degli Interni per cominciare un dialogo con i partiti per una nuova legge elettorale proporzionale che porteremo al parlamento con dialogo per mettere in pratica quello che abbiamo promesso da molti anni. Vogliamo dare la possibilità che ogni voto dei cittadini greci abbia lo stesso peso dentro il parlamento greco.
E quando si supera la prima valutazione, allora apriremo la discussione sulle riforme necessarie, i profondi cambiamenti che ha bisogno il paese e la riforma costituzionale.
Non per fare un favore ad alcuni che vogliono costruire università private, ma per approfondire la democrazia e per far sì che la Costituzione greca non permetterà certo di vendere l’acqua pubblica e la ricchezza pubblica. Per fare questa grande riforma, che permetterà alla nostra Costituzione di salvaguardare e approfondire la democrazia e la sovranità popolare.
I dilemmi che abbiamo oggi, un anno dopo, sono forse più chiari che mai.
Si cristallizza ora, a livello politico, lo scontro di classe che si è aggravato gli anni precedenti.
Si delineano chiaramente i due poli contrapposti.
Da una parte c’è la destra. La Nuova Democrazia del signor Mitsotakis. Del neoliberista signor Mitsotakis, sostenuto dagli amici di estrema destra del signor Samaras, che hanno ottenuto anche incarichi importanti come quello del vicepresidente del partito.
Da l’altra parte c’è la sinistra, di SYRIZA, il nostro polo.
Noi, i molti, di fronte i pochi.
La grande maggioranza sociale che, nonostante le difficoltà, nonostante la strada in salita, rimane senza oscillazioni a favore della sua scelta storica di andare avanti per far cambiare la rotta del paese.
I lavoratori e i disoccupati, i giovani e gli strati medi che non vogliono diventare ancora una volta ostaggio del vecchio regime.
Non vogliono essere per ancora una volta sacrificati sull’altare dell’oligarchia economica e dei suoi clientelismi e interessi intrecciati.
E noi faremo di tutto per dare ragione a questa grande maggioranza sociale e di classe.
Una grande coalizione dei ceti bassi e medi che metteranno una barriera all’impunità.
Per vendicare e dare ragione alle attese e alle speranze.
Perché Syriza aveva detto una volta, che è figlio del bisogno e della rabbia.
Oggi vi dico che SYRIZA non è e non sarà una fiammata della Storia.
È il grande schieramento popolare e progressista che rappresenta il mondo del lavoro e della cultura, il mondo della creazione e dell’innovazione. È il mondo popolare che respira e si sforza onestamente per guadagnarsi la vita, con la sua forza-lavoro.
Noi siamo il partito che difende il mondo di fatica e di lavoro.
Che ora vive in difficoltà.
E noi lottiamo, ogni giorno e ogni ora che passa, per alleggerire i suoi pesi.
Per tutti che ci hanno dato la loro fiducia, camminiamo insieme con questi, per questi esistiamo e per questi continuiamo.
Compagne e compagni,
La Sinistra, se sa fare una cosa bene e di dare le battaglie.
E di dare le battaglie insieme con il popolo.
Non in nome del popolo e contro di lui.
La nostra forza è il mondo dei strati popolari.
Persone, donne e uomini, che hanno sperimentato sulla loro pelle in modo drammatico le politiche dell’austerità selvaggia e della crisi.
Per questa gente lottiamo e a questa gente siamo appoggiati, a questa gente ci rivolgiamo oggi, un anno dopo.
Noi lo sappiamo, lo sappiamo bene.
Ci sono domande, preoccupazioni, obiezioni, frustrazioni.
Gli strati popolari hanno ragione di essere ansiosi, di uscire in strada, di manifestare.
Vogliamo che esce per le strade per manifestare. Sono forza e sostegno le lotte per un futuro migliore.
Non abbiamo paura delle piazze.
Non vediamo le persone che manifestano, che scioperano, come nemici del governo.
La Storia non si scrive con in silenzio, ma con le lotte.
Con questa gente, con questi strati sociali vogliamo un dialogo duraturo e significativo.
Per ottenere ciò, in queste circostanze difficili, il miglio possibile.
Questa è la nostra differenza con il campo del vecchio establishment, il blocco conservatore e neoliberista.
Ed [ una differenza di sostanza, non solo di stile e morale.
Noi stiamo combattendo per la società dei molti, quando, allo stesso tempo, la neoliberista Nuova Democrazia del signor Mitsotakis sta facendo tutto il possibile per perpetuare il dominio dei pochi a scapito dei poveri.
Noi siamo con il dialogo e non con la repressione.
Noi siamo una parte della gente che lotta e non contro questa gente.
Il nostro nemico non è il popolo che lotta. Il nostro nemico è l’austerità, la politica che espande la povertà, la politica che aumenta le diseguaglianze sociali.
E alla domanda:
Chi può lottare per le sue ragioni e i suoi diritti il popolo sa che la risposta è una sola: SYRIZA può lottare per i diritti e farli diventare realtà.
SYRIZA dare risposte alle lotte, i sacrifici, le mobilitazioni del popolo greco.
Per questo, tutte e tutti, ci facciamo avanti.
Andiamo ad ogni angolo della Grecia per parlare con la gente, per convincere per le nostre posizioni e il nostro progetto.
Lo sappiamo che ad ogni nostro passo troveremo di fronte a noi gli interessi intrecciati e la destra, che parafrasa e distorce la storia, le posizioni, le intenzioni nostre.
Perché abbiamo aperto gli armadi con gli scheletri e hanno una enorme fretta di ostacolarci per non aprirli ancora di più. Vogliono che noi chiudiamo gli armadi.
Loro lo sanno e per questo hanno paura di noi.
Lo sappiamo e per questo ci moviamo con determinazione.
Quest’anno sarà l’anno della rottura con il vecchio.
L’anno zero per la ricostruzione del nostro paese. Per uscire dalla crisi, per recuperare la nostra sovranità e per mettere l’inizio della fine del pluriennale commissariamento del nostro paese.
Così ci troveremo in un’altra posizione e con un altro spirito per progettare il futuro.
In modo che entro cinque anni, entro il 2021, che si chiuderà il 200o anniversario dalla Rivoluzione Greca, saremo riusciti a creare un’altra Grecia capace di svolgere un ruolo di avanguardia per promuovere la democrazia, la giustizia sociale e la cultura in tutta Europa .
Scriviamo la Storia con le nostre lotte.
Andiamo avanti.
E se le nostre visioni non trovano spazio nella realtà attuale, noi non abbandoniamo né le visioni, né la realtà.
Ma lottiamo di portare la realtà vicino alle nostre visioni.
Per cambiare la realtà.
Lottiamo di cambiare la Grecia
Per cambiare l’Europa.
Per rimanere un faro, un’avanguardia nella grande lotta per il cambiamento democratico dell’Europa.
Per sconfiggere le forze di austerità e le forze della dogmatica insistenza nel neoliberismo.
Possiamo cambiare la Grecia, possiamo cambiare l’Europa.
Siamo in grado di sconfiggere quelli che fino a ieri sembravano invincibili.
Continuiamo a lottare, andiamo avanti.
Un anno di Sinistra, un anno di battaglia, un anno di lotta per cambiare la nostra vita.
Per la Grecia della dignità, della solidarietà, della giustizia sociale.
Ci riusciremo perché è la nostra vita. È il nostro futuro. È il futuro di questo paese.
Ce la faremo.
Ciao a tutte e tutti.

Trad. di A. Panagopoulos


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