Noi ci siamo: un appello dalla Lombardia

Noi ci siamo: un appello dalla Lombardia

Siamo compagne e compagni della Lombardia che credono e si impegnano da molto tempo per la costruzione, finalmente anche in Italia, di un soggetto politico unitario della sinistra, utile, credibile ed efficace in quanto in grado di diventare la casa comune della grande maggioranza di quanti e quante, in forme e in ambiti diversi si oppongono alla distruzione che il neoliberismo persegue in Italia e in Europa.

La sottoscrizione da parte di tutte le attuali componenti della sinistra italiana del documento “Noi ci siamo, lanciamo la sfida” ci aveva indotto a sperare finalmente nell’apertura di una fase nuova in grado di invertire le tendenze alla disgregazione politica e sociale, una necessità storica oltre che un desiderio condiviso di unità a sinistra e di uscita dalla marginalità politica.

Infatti eravamo e siamo coscienti che se non troveremo il modo, quanto prima, di connettere, coordinare, dare un senso comune ed una prospettiva unitaria a tutti i soggetti individuali e collettivi che pur provenendo da culture diverse, si oppongono al dominio ad ogni livello della finanza e dei mercati sulle nostre esistenze, la crisi di civiltà che da un po’ di tempo ci sta letteralmente travolgendo diventerà ancora più devastante.

Ora questo processo si è arrestato per il riaffiorare di differenze nei modi stessi di concepire la soggettività politica, la rappresentanza, l’organizzazione…  Diversità che non possono essere rielaborate immediatamente e ricondotte nella costruzione di un nuovo “Partito”. Costruzione che non può essere considerata di per sé  salvifica, sia perché è fuori discussione  lo scarso appeal e la palese diffidenza verso questo nobile strumento della politica non solo tra le persone comuni  ma anche tra quante/i sono impegnate/i a fare la propria parte, sia per la critica consapevole e diffusa  della forma Partito e per la necessità di ripensarla, sia per il suo essere legata a identità forti e a fasi vittoriose del ciclo politico, sia per la nuove forme di espressione della soggettività politica  e del senso di appartenenza . Il nuovo soggetto si dovrà confrontare con questi problemi, con una nuova pratica della democrazia e della composizione della molteplicità, non giocata solo dal rapporto   maggioranza/minoranza né nella riduzione all’uno del molteplice.

Queste divisioni interne, queste pregiudiziali astratte e divisive, avvantaggiano soprattutto il “partito della nazione”, creatura di Renzi e naturale evoluzione di un Partito Democratico che ormai ha gettato la maschera e rivelato la sua vera natura, facendo prevalere gli interessi di pochi sul benessere dei più, la logica del profitto su quella di una reale distribuzione della ricchezza e delle risorse. Chi punta a dividere il fronte delle sinistre tradisce con questa battuta d’arresto, irresponsabilmente, la fiducia di chi ancora crede nei valori della Sinistra.

Ovviamente non possiamo ignorare o rimuovere le varie contraddizioni ancora aperte… prima tra tutte la sua inevitabile partenza da un tavolo di forze politiche  centralizzato a Roma, un “dall’alto necessario “ma anche foriero, se non transitorio, di pratiche pattizie e verticistiche ,già di per sé capaci di essere freno fortissimo del progetto, che ha bisogno di generosità, passione, convinzione di contare ed essere decisivi a partire dal più lontano e decentrato nucleo di partecipanti     Ma il documento “Noi ci siamo, lanciamo la sfida” presenta una novità forse non sufficientemente valutata : la novità di affidare il percorso, alla partecipazione e al principio di una testa e un voto, e non ai soggetti che lo sottoscrivevano. A tutti noi era demandato anche il compito di affrontare i problemi ancora presenti (elezioni amministrative, forma del soggetto, rapporto con i soggetti preesistenti). Proprio per questo eravamo pronti e convinti, dal basso, a dare il nostro contributo.  Per superare i suoi limiti a partire dai territori, dalle città, dai luoghi di vita e di lavoro.  Convinti che le contraddizioni ancora ben presenti, in primo luogo, nel rapporto con la politica dominante ed i suoi attori di governo, locali e nazionali, possano essere superate solo lungo un percorso comune, aperto e democratico, che ponga al centro contenuti programmatici e conflittualità sociale.

Insomma siamo coscienti delle difficoltà che si frappongono alla partenza di un processo costituente tra chi proviene da culture politiche diverse e tra chi ha fatto diverse scelte politiche e strategiche. Lo sappiamo, lo abbiamo vissuto e lo viviamo anche noi in Lombardia. Ma siamo altrettanto convinte e convinti che le cose che ci uniscono siano tanto più numerose di quelle che ci dividono da rendere imbarazzante, al limite dello sgomento, questa battuta d’arresto.

Ora non ci rassegniamo alle divisioni che si sono determinate e che sembrano riportarci indietro e a più processi costituenti divergenti tra loro (che equivarrebbero a processo zero nei risultati, e a una lotta fratricida senza senso) Non possiamo, ne vogliamo arrenderci a questo quadro devastante che congelerebbe nuovamente, e per anni, lo status quo e gli animi degli attivisti costretti a praticare il meno peggio. La nostra preoccupazione e rabbia ci impongono di cambiare questo contesto: dobbiamo tenere aperto il percorso delineato da “noi ci siamo” e lanciare veramente la sfida.

Ora è necessario che chi sogna un’altra Europa ed un’altra Italia possa dire che trova inaccettabile la svolta che ha preso il percorso costituente da dopo la firma del documento comune in poi. L’unità non risolve certo tutti i problemi che abbiamo, ma è la base necessaria a sollecitare nuove energie. Per questo ci sentiamo di proporre a tutte e tutti di non rassegnarsi. Per questo prendiamo l’iniziativa di sottoscrivere il documento “Noi ci siamo, lanciamo la sfida”, che era stato un importante risultato unitario e di invitare ad andare avanti con il percorso delineato. La situazione di stallo che si sta determinando costituisce infatti una ragione in più per ripartire dal basso; per dare centralità ai territori, piuttosto che alle sedi nazionali; per dare centralità ai cantieri progettuali e alle vertenze sociali aperte nelle città, piuttosto che “ai palazzi” e alla politica mediatica dominata dai “salvatori della patria”.

Invitiamo tutte e tutti a promuovere insieme a noi, a titolo personale, quest’appello come primo momento di un’iniziativa dal basso di cui decidere poi, insieme, i passi successivi.

PER SOTTOSCRIVERE L’APPELLO “NOI CI SIAMO – LOMBARDIA” 
scrivere all’indirizzo mail: lombardia.noicisiamo@gmail.com

Noi Ci Siamo – Lombardia – pagina facebook

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