
Il day-block della logistica: facchini in sciopero
Pubblicato il 23 mar 2013
di Anna Curcio e Gigi Roggero
È iniziato prima dello scoccare della mezzanotte lo sciopero generale dei lavoratori della logistica: depositi e magazzini della Tnt, della Bartolini, dell’Sda, della Dhl e delle altre imprese nelle principali città protagoniste delle lotte degli ultimi anni (Verona, Padova, Bologna, Milano, Piacenza) sono stati bloccati a partire dalla sera di giovedì. Al passare delle ore hanno iniziato a prendere corpo i numeri dell’adesione allo sciopero: si arriva al 100% o quasi, i principali poli della logistica per oltre 24 ore sono svuotati del lavoro vivo. Il dato di rilievo è che la giornata di mobilitazione è andata ben oltre gli ormai consolidati centri della mobilitazione, arrivando al centro-sud: a Roma, ad esempio, i livelli di partecipazione allo sciopero alla Sda e in altre imprese della logistica sono stati pressoché totali. Ciò permette il rafforzamento dei conflitti dove già c’erano e il loro esordio nei posti in cui finora erano assenti.
I camion messi in fila
La giornata di ieri non si è esaurita negli straordinari numeri di adesione allo sciopero. Prima che l’alba facesse capolino, sono cominciati i picchetti e i blocchi dei principali snodi della circolazione delle merci. A Bologna l’interporto è stato completamente paralizzato, le file di camion fermi in entrata e in uscita erano lunghe chilometri. La composizione è quella vista nella vittoriosa lotta all’Ikea e in altre occasioni: al fianco dei facchini ci sono studenti, precari e militanti. Poco prima delle 10 del mattino, come in un tam tam, nei picchetti è girata la notizia di una prima violenta carica della polizia ad Anzola, tra Bologna e Modena, per provare a sgomberare i cancelli della Coop Adriatica (il fiore all’occhiello della sinistra e ganglio nevralgico del blocco di potere politico-economico del modello di governo emiliano-romagnolo, che ha smentito con un comunicato che le cariche siano avvenute davanti ai suoi cancelli). Anche qui tutti i lavoratori delle cooperative hanno incrociato le braccia. Il picchetto ha resistito alla carica per poi occupare la via Emilia, arteria centrale della circolazione: intorno a mezzogiorno sono arrivati in soccorso i partecipanti al blocco dell’interporto.
Nel frattempo, a Verona e a Padova sono state bloccate le tangenziali e le strade della zona industriale. A Padova, lo sciopero è iniziato con un presidio, ma è proseguito con un corteo di macchine che si è diretto verso la zona industriale, che è stata bloccata.. Per tutta la giornata, c’è stato un’alternanza di picchetti e cortei improssivati, fino a quando un corteo di macchine è giunto nel centro cittadino. Qui i manifestanti hanno chiesto un incontro con il prefetto.
A Treviso fin dalla notte di giovedì è stata bloccata l’impresa Bartolini. Il blocco e lo sciopero vedono l’adesione di moltissimi lavoratori.a, Roma è presidiata la sede dell’Sda, a Torino e Genova ci sono iniziative in imprese specifiche. Nell’area metropolitana di Milano sono stati tre i concentramenti principali: all’interporto di Carpiano, dove sono state bloccate l’Sda e la Dhl, nella zona strategica di Linate, infine a Settala, dove i lavoratori hanno picchettato due grossi centri della Dhl. Qui il delegato della Cgil ha provato a «sfondare» i picchetti per fare entrare i crumiri, l’uno e gli altri sono stati cacciati via dai lavoratori. A Piacenza, dopo aver nuovamente bloccato il deposito Ikea a partire dalle 6 del mattino, nel pomeriggio si è formato un corteo che ha raggiunto il centro cittadino.
La giornata bolognese è stata lunga. Poco dopo le 14 poliziotti e carabinieri hanno indossato nuovamente caschi, scudi e manganelli per sgomberare il picchetto davanti alla Coop Adriatica e Unilog. Le cariche sono state ripetute e violente. Cercando di sfuggire alla cariche delle forze dell’ordine, tre lavoratori sono stati investiti da un camion. Quando è arrivata l’autombulanza, uno dei tre lavoratori è stato portato con urgenza all’ospedale, mentre gli altri due sono rimasti a terra. La strada Emilia è rimasta bloccata, mentre i manganelli sono tornati a inseguire i corpi dei manifestanti, che si sono spostati in corteo per dirigersi verso un parco vicino la via Emilia, dove poi si sono riuniti in assemblea.
L’impensata fragilità
Le immagini dei poliziotti che scortano i camion carichi di merci sembra una fotografia del capitalismo contemporaneo e della violenza dei processi di accumulazione. Ma queste lotte, innanzitutto, ne hanno indicato i livelli di fragilità e di possibile rottura.
La sciopero di ieri è stato un successo. Unanime era tra i partecipanti ai cortei e ai picchetti la sensazione che, oltre al consenso conquistato, i lavoratori sono riusciti a sviluppare una capillare e efficace «comunicazione autonoma» che – attraverso siti, twitter e social network di movimento – ha creato il tessuto connettivo della giornata di sciopero (l’hashtag #logistica è stato tra i principali “trending topic” in Italia). In molti luoghi lo sciopero andrà avanti fino a questa mattina, mentre in alcune città è stata avanzata la proposta di di protrarlo ulteriormente.
ANNA CURCIO e GIGI ROGGERO
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