Roma, fuori dal recinto delle primarie c’è Medici

Roma, fuori dal recinto delle primarie c’è Medici

di Checchino Antonini -
Ma chi l’ha detto che si debba morire stritolati dal fiscal compact, dalle logiche del patto di stabilità? Chi l’ha detto che una città debba affamare gli strati più deboli della sua popolazione per pagare un debito di cui non ha deciso alcun termine? «Congelare il debito di Roma Capitale sarà il primo atto che farò come Sindaco. Non è una provocazione, è una cosa che si può e si deve fare, rimandando il pagamento agli anni successivi. Non ci sono altre strade, visto che al 31 luglio l’amministrazione si ritroverà nell’impossibilità di pagare i servizi sociali e alla persona. Siamo sull’orlo del baratro», così dice Sandro Medici, candidato indipendente a sindaco di Roma, che parla a una tv privata della necessità di un audit sul debito a margine della conferenza stampa di lancio della sua campagna da un teatro della Garbatella. «Vogliamo voltate pagina – ha detto Medici – perchè da troppo tempo a Roma, in Italia, in Europa, vengono imposte come normali e inevitabili politiche che hanno dimostrato di essere dannose. Per noi è tempo di cambiare, e per farlo dobbiamo innanzitutto dire no al Patto di stabilità interno di Roma Capitale, che strangola la spesa pubblica, spezza il fiato dei ceto meno abbienti e preclude la possibilità di creare tutela sociale. Contestiamo anche le scelte non democratiche dettate dall’Europa, che hanno bruciato milioni di posti di lavoro: non spetta a noi pagare i debiti e i guasti provocati da decisioni scellerate».

Medici ha confermato la sua candidatura forte dell’esperienza di due mandati da mini-sindaco del decimo municipio. La sua lista civica si chiamerà “Repubblica Romana” e probabilmente sarà affiancata da una lista di Rifondazione e della sinistra radicale: «Una lista aperta, di cittadinanza, che sarà composta per il 50% da donne, con criteri di selezione trasparenti, e lo stesso avverrà in ogni municipio e stiamo anche pensando di istituire una nuova figura, quella della co-sindaca, che mi affianchi nel lavoro. La Repubblica Romana, oltre al chiaro riferimento a esperienze storiche della città, è anche «la risposta al bisogno di riappropriazione della funzione pubblica da parte dei cittadini». Il Movimento Cinque Stelle – spiega – «ha inciso e inciderà sulla realtà romana» perché «raccoglie una domanda pressante che arriva dalle persone e che le forze politiche non riescono a raccogliere. Invece il M5s offre uno sbocco a questa insofferenza. Ma noi vorremmo dare una risposta più consapevole a questa inquietudine. Ed è anche questo il nostro bacino elettorale: vorremmo valorizzare la protesta e farla diventare proposta amministrativa e di governo».

Svelato il programma elettorale per il governo della città costruito attraverso tavoli tematici, assemblee pubbliche, discussioni online su liquid feedback. Dieci le idee principali, che rappresentano anche i primi 10 articoli costituenti della Repubblica Romana: dal diritto all’abitare (blocco degli sfratti, requisizione degli stabili sfitti per giovani e famiglie in difficoltà) al trasporto pubblico e alla mobilità alternativa (mezzi pubblici gratuiti, città a misura di pedoni e ciclisti), dalla tutela ambientale attraverso lo stop alle concessioni edilizie speculative e alle grandi opere alla lotta alla precarietà e al lavoro nero a partire dal Comune di Roma, dalla difesa dei beni comuni e la ripubblicizzazione dell’acqua alle strategie per la riduzione e il riciclo dei rifiuti, da un modello di sviluppo economico alternativo (ecologico, solidale) ai diritti civili (coppie di fatto, testamento biologico, cittadinanza simbolica ai figli di immigrati nati a Roma), dal sostegno alla cultura (sazi di produzione indipendente, patrimonio artistico, istruzione pubblica, nuove criteri di graduatoria per i nidi) all’audit pubblico sul bilancio di Roma fino al free software negli uffici capitolini. E ancora la rivitalizzazione delle periferie con biblioteche, centri culturali, spazi per bambini o anziani, strutture sanitarie, scuole.

Con lui giovani, attivisti, associazioni, comitati di donne e una lunga lista di cittadini e intellettuali che hanno sottoscritto l’appello “Roma può. Con Medici sindaco”. Tra gli altri, Elio Germano, Massimo Carlotto, Domenico Starnone, Ilaria Cucchi, Sandro Portelli, Don Andrea Gallo, Carla Ravaioli, Marco Revelli, Guido Viale, Paul Ginsborg e Vauro Senesi, presente sul palco dell’Ambra: «Medici non l’ho conosciuto su Youtube, non era un candidato virtuale. E’ un uomo di sinistra con una storia che ha difeso e affermato, anche nell’amministrazione del X Municipio, i valori dell’antifascismo, della solidarietà, della difesa degli ultimi. Non bastano brave persone per amministrare questa città, servono figure che racchiudano in sé valori umani e valori politici. E Sandro Medici ha queste caratteristiche». Nella presentazione, Medici, giornalista del manifesto in politica dai tempi del primo Rutelli sindaco, s’è soffermato sull’idea che Roma ha bisogno di un generalizzato lavoro di manutenzione e di cura, reinvestendo in servizi sociali e culturali il denaro sperperato in opere inutili gestite spesso in modo clientelare e dietro a cui si cela l’odore della criminalità. Pensando a Renato Nicolini, Medici dice anche che «dobbiamo tornare a sorridere, ritrovare la politica del piacere, riallacciare relazioni umane, tornare a conoscerci, a stare insieme». Sul palco dell’Ambra, tra gli ospiti, anche la ricercatrice sociale Anna Simone e una rappresentante del Partito dei Pirati, collegato alla Lista «Repubblica Romana X Medici Sindaco».


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