Israele: Fiamma e Bibi, una coppia fatale

Israele: Fiamma e Bibi, una coppia fatale

di Moni Ovadia

Bibi e Fiamma dav­vero una cop­pia fatale. Cop­pia politico-diplomatica sia chiaro, a scanso di equi­voci. Li uni­sce la comune pas­sione per il sio­ni­smo di estrema destra, ovvero un nazio­na­li­smo israelo-ebraico radi­cale decli­nato con la com­pli­cità di uno dei peg­giori fana­ti­smi reli­giosi mes­sia­nici che operi oggi e che sia mai com­parso nella plu­ri­mil­le­na­ria e tra­va­gliata sto­ria degli ebrei.
Sono i pas­sio­nari asso­luti dell’unica demo­cra­zia del Medio­riente, come loro stessi, i loro soste­ni­tori e alcuni esi­mii opi­nio­ni­sti dei media la chia­mano ad ogni piè sospinto: lo stato d’israele. Una demo­cra­zia che occupa e colo­nizza da cinquant’anni le terre di un altro popolo che ne demo­li­sce le case, ne sra­dica gli uli­veti, che giu­daizza con la forza e la per­ver­sione della giu­sti­zia Geru­sa­lemme est, la Geru­sa­lemme araba, che pra­tica come rou­tine la deten­zione ammi­ni­stra­tiva, che discri­mina fra i suoi cit­ta­dini, che attua forme sem­pre più estese di apar­theid. Ma, per Bibi e Fiamma e i loro sodali, que­ste sono calun­nie anti­se­mite. Per loro è sem­pre e comun­que la «pic­cola Israele» la povera vit­tima e ogni azione poli­tica o atto di pro­pa­ganda deve mirare ad affer­mare que­sta verità incon­tro­ver­ti­bile. Chi non è d’accordo con loro è un nemico di Israele e del popolo ebraico tout court.

La para­bola politico-ideale della Niren­stein è stata esem­plare, di una rara e lumi­nosa coe­renza. Ha attra­ver­sato tutte le mili­tanze poli­ti­che, dalla «estrema» sini­stra all’estrema destra, con gran­dis­sima disin­vol­tura. È pur vero che si suole dire che solo gli stu­pidi non cam­biano idea, ma di que­sto con­cetto si può pro­porre una variante al con­tra­rio, ovvero che solo gli arro­ganti impu­denti per­dono la capa­cità di discer­nere rispetto ai pro­pri con­ti­nui smot­ta­menti verso l’estremo oppo­sto. Tut­ta­via la para­bola per­corsa dalla pasio­na­ria sio­ni­sta è stata gui­data da un solo faro: l’idea tote­mica che Israele abbia sem­pre e comun­que ragione, anche quando il suo governo si mac­chia di evi­denti cri­mini. A mio parere un’idea ido­la­trica e poco ebraica. Rin­cor­rendo i fedeli e acri­tici amici di Israele in Ita­lia la Niren­stein è appro­data alla corte di Ber­lu­sconi ed ha accet­tato di sedere in Par­la­mento di fianco a certo Ciar­ra­pico, anti­se­mita dichia­rato, e ad allearsi con tutto il nazi-fascistume di risulta imbar­cato dal Sil­vio nazio­nale pur di raschiare voti. Ma la Fiamma del sio­ni­smo lo ha fatto solo «a fin di bene», per la causa dei governi più rea­zio­nari della sto­ria di Israele.

Bibi ha scelto bene non c’è che dire. La sua amba­scia­trice a Roma farà il lavoro che gli serve, c’è da scom­met­tere che sarà la sua ombra, in Ita­lia e in Europa. Si farà carico della pro­pa­ganda mirante a dipin­gere Israele come la vit­tima e a fare scen­dere l’oblio e il silen­zio sui diritti vio­lati del popolo pale­sti­nese. Dif­fon­derà il verbo del peri­colo Iran, il nuovo Hitler, sosterrà le forze più oltran­zi­ste filo Neta­nyahu anche oltre oceano appro­fit­tando dell’autorevolezza con­fe­ri­tale dallo sta­tuto diplo­ma­tico e forse sti­lerà liste di pro­scri­zione per impe­dire ai cri­tici della scia­gu­rata poli­tica del governo israe­liano — soprat­tutto a quelli ebrei — di acce­dere ai grandi media per rac­con­tare la ver­go­gna dell’oppressione e dell’imprigionamento di un intero popolo.

Ma, a quanto si apprende dalla stampa tutto ciò non filerà pro­prio liscio. Pare che sulla nomina della Niren­stein ci siano parec­chi mal di pan­cia e per­ples­sità all’interno dell’ebraismo italiano.

Invece il nostro governo, che deve pur essere stato infor­mato, non sem­bra mani­fe­stare alcun dub­bio sulla nomina di un’oltranzista di destra a rap­pre­sen­tare l’unica «demo­cra­zia» medio­rien­tale. Ma non c’è da stu­pirsi visto che il nostro governo si incarna nel pre­si­dente del con­si­glio Renzi, unico domi­nus della poli­tica nazio­nale ed estera. Bibi, nel corso del recente viag­gio di Mat­teo in Terra Santa, gli avrà comu­ni­cato la scelta e Mat­teo che ha dime­sti­chezza con gli ideali della destra avrà appro­vato senza dif­fi­coltà. Di una cosa Mat­teo, troppo preso da se stesso non si accor­gerà: la signora Niren­stein, suo mal­grado, darà un fat­tivo con­tri­buto al vero lavoro di Bibi, quello di met­tere a serio rischio il pre­sente e il futuro del suo Paese, come acu­ta­mente ha osser­vato sul quo­ti­diano pro­gres­si­sta Haa­retz, il gior­na­li­sta Yoel Mar­cus in un arti­colo dal pal­mare titolo: «Ben­ja­min Neta­nyahu è un peri­colo per Israele».

fonte: il manifesto


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