Una lettera ai tedeschi

Una lettera ai tedeschi

di Franco Berardi Bifo

Quella che segue è è la risposta che ho mandato agli organizzatori del Festival Poetishce QUelle che si tiene a Berlino tra il 30 agosto e il 4 settembre per comunicare che sono costretto a sospendere la mia partecipazione a iniziative culturali che si tengano sul territorio del loro paese, a causa delle politiche colonialiste e austeritarie che il governo tedesco e il sistema finanziario stanno imponendo a tutti i paesi europei.

Caro Michael, grazie per il tuo messaggio

Comprendo il tuo ragionamento e so bene che in Germania come in ogni altro paese del mondo la gente non può essere considerata responsabile degli atti e delle decisioni dei governi.

Inoltre so che tu, i tuoi colleghi e il pubblico che parteciperà al Festival siete colpiti e indignati per la violenza del governo tedesco e del sistema finanziaria che stanno spingendo il popolo greco (e non solo) verso un abisso di umiliazione, miseria e presto probabilmente di guerra civile.

Vi prego di credere che parlo con voi come amico, e sono profondamente dispiaciuto di non poter essere con voi nei giorni del Poetische Quelle Festival. Dal momento che mi dici che credi nella forza delle parole ti prego di accettare le parole che seguono, come contributo al Festival.

Io non identifico il popolo tedesco con il passato regime nazista, lungi da me una simile intenzione. Non credo neppure nell’esistenza del popolo. Credo nelle singolarità, nelle classi sociali che si battono per i loro interessi e nelle temporanea aggregazioni di gente che condivide le stesse aspettative e gli stessi desideri.

Tuttavia so anche questo: una maggioranza schiacciante delle persone che incontrerei nelle strade tedesche di una città tedesca sostengono le misure di austerità che hanno distrutto la vita di milioni di persone e che stanno distruggendo la solidarietà europea.

Molte volte sono stato a Berlino negli ultimi anni, e ho avuto la possibilità di parlare con molti amici che come te vogliono vivere in pace e creare reti di solidarietà e scambio culturale tra uguali. Ma in questo momento, nel momento in cui i miei amici greci sono umiliati e impoveriti, mentre l’Europa è trasformata in un protettorato coloniale della Deutsch Bank, considererei ipocrita venire a chiacchierare educatamente in uno spazio pubblico dello stato colonizzatore.

Scrivo queste parole dalla Grecia, un paese che nel passato lontano fu distrutto dal terrore di guerra tedesco e ora è distrutto dal terrore finanziario tedesco.

Penso che il mio dovere intellettuale sia oggi trasmettere il senso di disgusto diffuso che il terrore finanziario della Germania sta provocando nel cuore di milioni di persone.

Io non diserto il Festival: questo messaggio parla per me.

Finora non abbiamo sentito forte e chiara la protesta degli intellettuali tedeschi contro l’infamia dei loro leader anti-europei.

Chiedo che le mie parole possano aiutare le persone per bene nel tuo paese a fermare questa infamia, prima che sia troppo tardi.

fonte: pagina fb di Franco Berardi


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