Pierre Laurent: volevano la testa di Alexis Tsipras

Pierre Laurent: volevano la testa di Alexis Tsipras

Pubblichiamo il testo dell’intervento del compagno Pierre Laurent, segretario del Partito Comunista Francese e presidente del Partito della Sinistra Europea, al Senato francese sull’accordo del 13 luglio con la Grecia. 15-7-2015. Così Pierre Laurent lo ha presentato in un post sulla sua pagina facebook: “Ecco l’intervento che sto per pronunciare tra qualche minuto al Senato a nome del gruppo CRC, per la maggioranza contro l’accordo. è un no di combattimento, in sostegno al popolo greco e a Tsipras. E’ un no per dire ai pazzi furiosi che hanno utilizzato la strategia dello choc contro la democrazia “mai più”.  E’ un no di dignità e di lotta”. 

Non ci approcciamo al voto cruciale di oggi, sempre sotto choc, e convinti che il colpo portato questo week-end contro la democrazia segnerà a lungo le menti e le relazioni tra i paesi europei.

Tre sentimenti animano il gruppo CRC:

La volontà di difendere l’interesse del popolo greco che ha avuto il coraggio di sollevarsi – il 25 gennaio e il giorno del referendum – per gridare in faccia all’Europa la sua sofferenza la sua esigenza di vedere togliere il maglio che lo schiaccia!

Viva il popolo greco orgoglioso e libero. E viva Alexis Tsipras il cui coraggio e la cui responsabilità politica sono esemplari.

Il secondo sentimento è di rabbia contro la violenza della classe dirigente della UE, al cui vertice vi sono Angela Merkel e Wolfgang Schauble.

Hanno appena mostrato che interessi difendono.

Un popolo si ribella contro l’ordine liberista e la gerarchia finanziaria, e loro si danno da fare per sottometterlo e punirlo.
Dal primo giorno, non hanno mai cercato un accordo accettabile con la Grecia e hanno organizzato il suo soffocamento finanziario.

Volevano la testa di Alexis Tsipras.

Il referendum è stata una doccia fredda per il loro tentativo di colpo di forza.

Si sono allora accaniti fino all’ultimo minuto per provocare un «grexit» di fatto.

Alexis Tsipras, avendo con sé il mandato del suo popolo di restare nella zona euro e di far rispettare la sovranità della Grecia, nella UE, si è rifiutato con giusta ragione.

Per tanto, la loro scelta è stata l’umiliazione e il ricatto per mettere il coltello sotto la gola, un nuovo piano drastico per la Grecia.

Questi dirigenti e il loro metodo sono la vergogna dell’Europa! Non servono che i poteri finanziari, pronti a appoggiarsi sull’estrema destra.
Milioni di Europei non lo dimenticheranno.

Il terzo sentimento è quello di una grande inquietudine per il futuro dell’Europa. Essa muore nei cuori e nelle teste se continua così.
Tutti coloro che continuano a sostenere tali metodi assumono una grandissima responsabilità davanti alla storia!

Dalle delusioni e dalle umiliazioni generate da una tale arroganza e dalla sola legge del più forte nasceranno dei mostri politici! Già crescono in seno all’Europa!

La prima lezione da imparare, è l’imperiosa necessità di una rifondazione sociale e democratica della UE, e la sua emancipazione urgente dalle logiche finanziarie che la strozzano.

L’accordo che ci viene sottoposto a prima vista scarta il «grexit» che era e che resta l’obiettivo dei dirigenti tedeschi.

Alexis Tsipras ha detto ieri, con un grande lealtà di fronte al suo popolo, in quali condizioni ha accettato un accordo vincolante e forzato, per evitare questo incubo alla Grecia.
So, che davanti alla brutalità di questo accordo, alcuni arrivano a pensare che il grexit non sarebbe che un male minore.

Non lo credo.
I Greci nemmeno. Perché un’uscita dalla zona euro farebbe passare la Grecia dalla crisi umanitaria all’ecatombe.

Perché tutte le nostre economie sarebbero destabilizzate.

Perché è anche una questione politica e geopolitica che può aprire il cammino a un nuovo conflitto delle nazioni.

Guardate come alle spalle degli irresponsabili come il signor Schauble, Marine le Pen e i suoi attendono il «grexit» come la vittoria infine riportata, che segnerà la fine della solidarietà europea!

Ma l’accordo non ha per nulla eliminato questo rischio, scegliendo di imporre alla Grecia una messa sotto tutela insopportabile e nuove misure di austerità draconiane.

Joseph Stiglitz, premio nobel, ha dichiarato: «gli sforzi chiesti a Atene superano la severità, raggiungono una volontà di vendetta!» come se il popolo greco dovesse pagare il prezzo della sua insubordinazione.

Se le richieste dei creditori venissero tutte rispettate, esse si dimostreranno ancora una volta ingiuste socialmente e impediranno gli obietti di ripresa produttiva del paese.

Alexis Tsipras ha ribadito la sua volontà di proteggere i più deboli e a cercare nuove entrate fiscali tra coloro che si arricchiscono. Ha ribadito la necessità assoluta di investimenti produttivi per rilanciare l’economia e di alleggerire il peso del debito.

Ma è stato fatto di tutto per impedirlo.

Così si dà l’avvio al programma demenziale di privatizzazioni. Gli avvoltoi sono già in agguato.

Vinci è già pronta sul pezzo per comprare gli aeroporti!

Molti impegni finanziari sono previsti dall’accordo su richiesta della Grecia:

- un programma di rifinanziamento da 82 a 85 miliardi di euro.

-un rinegoziazione parziale del debito

-un piano di investimento che può arrivare fino a 35 miliardi di euro.

Senza questi impegni, tutti lo sanno, nessun rilancio sarà possibile!

Sotto la pressione della Germania, tutti questi impegni sono resi ipotetici e saranno sottomessi al ricatto permanente dei creditori.
Quanto alla Francia, se il Presidente della Repubblica ha giocato tardivamente un ruolo per evitare il «grexit», ha accettato che il prezzo esorbitante da pagare fosse fissato da Angela Merkel, che ha dettato, una volta di più, le sue condizioni.

Io lo dico solennemente, per la Grecia ma anche per la Francia, non siamo esenti.

Non possiamo, ancora meno dopo questo, rincominciare a celebrare, come se nulla fosse successo, la coppia «indistruttibile» franco-tedesca.

La battaglia non è che all’inizio.

Tsipras è in prima linea.

Alcuni vorrebbero richiudere la perentesi greca.

Il nostro interesse comune, greco, francese, spagnolo, europeo di tutte le nazionalità è al contrario di spingere al cambiamento in tutta l’Europa, di liberarla dalle forze liberiste e dei mercati finanziari.

La Francia deve agire immediatamente per:

-ottenere lo sblocco immediato di liquidità dalla BCE senza sottometterla a nuove condizioni

-mobilitare il prima possibile i 35 miliardi di investimento previsti, impegnando senza attendere il contributo della Francia e proponendo a altri paesi di unirsi nella creazione di un fondo di sviluppo per la Grecia che potrebbe prefigurare un fondo di sviluppo per l’Europa tutta intera.

- Lavorare a concretizzare la rinegoziazione del debito.

Il nostro voto è oggi un atto di lotta e di solidarietà a fianco del popolo greco, di Alexis Tsipras e dei nostri compagni di Syriza.

Noi siamo solidali con le loro scelte e ci facciamo carico del loro difficile e coraggioso combattimento.

Noi siamo al loro fianco per dire di no all’espulsione dalla Grecia.
Ma noi diciamo nuovamente, in nome della Francia, che l’accordo scandaloso imposto a Bruxelles non è degno dell’Europa e che nessuna salvaguardia nell’euro lo può legittimare.

Il Gruppo CRC voterà a maggioranza contro.

 

 

 


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