E’ morto Gianni Alasia, un vero socialista

E’ morto Gianni Alasia, un vero socialista

di Diego Novelli

È morto Gianni Alasia, è un morto un vero socialista. Un socialista dal rosso antico. Un socialista che di fronte alla tragedia dell’8 settembre non esito a schierarsi dalla parte giusta. Un antifascista che concepiva questo suo essere un valore assoluto perché contro la violenza, per la libertà, l’uguaglianza.
Senza retorica era un figlio di quella che un tempo si chiamava classe operaia. Fu tra gli organizzatori degli scioperi del marzo ’43 in pieno regime dittatoriale fascista.
Dopo la guerra partigiana, a cui prese parte come esponente del Partito Socialista Italiano di Pietro Nenni e di Riccardo Lombardi, si dedicò al sindacato e fu nominato uno dei segretari della Camera del Lavoro di Torino.
Al momento della rottura del Psi aderì allo Psiup «come socialista», come lui soleva ripetere. Aderì successivamente alla fusione del Psiup con il Pci. Sempre come socialista.
Dopo lo scioglimento del partito fondato da Antonio Gramsci e sciolto da Achille Occhetto non aderì alla “Cosa 1”, tantomeno alle altre formazioni che ne seguirono: “Cosa 2”, Pds, Ds , rimanendo socialista con la tessera di Rifondazione Comunista.
Gianni ha rappresentato non solo per il movimento operaio, ma per tutti i democratici, progressisti un esempio di coerenza di rettitudine di grande dignità. Amava il confronto delle idee, la forza della ragione rifiutando il fanatismo ideologico.
Era un vero socialista.

Nota:

L’articolo di Diego Novelli è stato pubblicato sul quotidiano on line Nuova Società. Alla storia del socialismo di sinistra Rifondazione Comunista dedicò un convegno al quale portò il suo contributo con un intervento sulla figura di Rodolfo Morandi anche Gianni Alasia. Potete riascoltarlo qui.


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