Importante risultato della battaglia contro la dote scuola in regione Lombardia

Importante risultato della battaglia contro la dote scuola in regione Lombardia

Per l’Associazione NonUnodiMeno – Giansandro Barzaghi e Nicoletta Bigatti -

Per capire la rilevanza della battaglia condotta dall’Associazione Non Uno di Meno insieme ad un ampio e unitario schieramento di forze e l’importanza della sentenza del Consiglio di Stato ricostruiamo le tappe di questa vicenda. Con delibera del gennaio 2013 la Giunta lombarda conferma va p er l’anno scolastico 2 013/2014 l’assegnazione del cosiddetto “Buono scuola” (fino a 1200 €) agli studenti delle scuole “ dove si paga una retta ” : una formula ipocrita per indicare le scuole paritarie, dal momento che in nessun istituto pubblico statale viene richiesta tale retta, ma solo la tassa d’iscrizione. La m edesima delibera definiva inoltre l’entità di quello che per le scuol e paritarie veniva indicato come “Integrazione al reddito” e per le scuole statali come “ Dote scuola ” o sostegno al reddito, ma che nella sostanza consiste va in entrambi i casi in un aiuto per l’acquisto di libri e materiale scola s tico: a se conda sempre del reddito esso andava da 400 a 950 euro per gli studenti delle private e da 60 a 290 euro per gli studenti delle statali pubbliche. Una differenza assurda e discriminatoria, perché a parità di bisogno (anche se ci sarebbe da discutere sul “bisogno” di chi sceglie per i figli le scuole private… ) un milione di studenti della scuola pubblica si vede va penalizzato in modo inaccettabile rispetto ai 90.000 iscritti alle private!

Contro questa incredibile delibera due genitori, sostenuti da NonUnodiMeno e dall’ Flc /Cgil, hanno fatto ricorso al TAR del la Lombardia, il quale, mentre ha confermato la liceità del Buono scuola (in quanto garantirebbe la “libera scelta delle famiglie in materia di istruzione) ha invece bocciato – definendola del tutto ingiustificata- la d ifferenza di trattamento fra studenti delle scuole pubbliche e studenti delle scuole private per ciò che concerne il sostegno al reddito e ha ordina to l’annullamento di questa parte della delibera. La Regione L ombardia però non si è arresa e ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per ottenere la ricusazione della sentenza del TAR Lomba rdo. Nel frattempo tuttavia dopo la sentenza di quest’ultimo qualcosa si è mosso : grazie al magnifico lavoro dalle compagne/i di NonUnodiMeno , Flc /Cgil e Rifondazione, che hanno dato vita a veri e propri sportelli di consultazione e di aiuto, migliaia e migliaia di famiglie hanno presentato alla Re gione formale istanza per ottenere la differenza fra il contributo ottenuto e quello percepito dagli studenti delle paritarie. La Regione ha contrapposto a questa iniziativa dal basso una sorta di guerriglia su diversi piani, da un lato rifiutando di rispondere alle interrogazioni in merito all’entità numerica delle domande presentate, dall’altro inviando migliaia e migliaia di lettere alle famiglie ch e hanno proposto l’ istanza sostenendo che esse non hanno alcun diritto al risarcimento della differen za e segnalando la pendenza del ricorso al Consiglio di Stato. Una dimostrazione di sicurezza e di arroganza per Maroni e soci tragicamente smentita dai fatti: sebbene qualcuno temesse la scarsa sensibilità del massimo organo di g iustizia amministrativa a tale tipo di rivendicazioni, quest’ultimo ha invece confermato la sentenza del TAR l ombardo , di fatto obbligando la Regione Lombardia a riconoscere ai due genitori ricorrenti la differenza tra quanto da loro percepito come sostegno al reddito e quanto percepito dagli studenti delle scuole private.

MA QUESTO E’ ANCORA NULLA: secondo il parere del loro avvocato prof. Angiolini – docente all ‘Università Statale di Milano – la sentenza è di buon auspicio anche per le centinaia e centinaia di RICORSI che sono statI presentati dagli altri genitori al TA R della Lombardia, ricorsi che andranno a sentenza il pross imo autunno.

U na SENTENZA FAVOREVOLE del TAR della Lombardia POTREBBE COMPORTARE l’OBBLIGO DI RISARCIMENTO ANCHE A TUTTE QUESTE FAMIGLIE .! Se questo accadesse sarebbe IL RISULTATO DELLA VERA E PROPRIA CLASS ACTION che ab biamo organizzato insieme a questi ge nit ori – tutti con reddito SOTTO I 15.500 € – , i quali con tale ricorso potrebbero vedere riconosciuto ciò che questa Giunta sta clamorosamente negando alle famiglie più povere: ovvero il DIRITTO ALLO STUDIO.

In ogni caso la battaglia è solo all’inizio: nelle delibere relative agli anni scolastici successivi al 2013/14 la Giunta Regionale, pur eliminando l’evidente disparità di trattamento in materia di sostegno al reddito (confermando quindi implicitamente che di discriminazione si trattava!), ha infatti azzerato ogni forma di contributo per le scuole elementari e per gli ul timi tre anni delle superiori, r eintroducendo così una nuova ed ul teriore disparità tra studenti delle statali e quelli delle private , che comunque continuano a percepire il Buono scuola.
Rimane poi da contrastare quella visione che ha indotto il Consiglio di Stato a respingere il ricorso in merito alla liceità del Buono Scuola, ritenuto una garanzia per la “libera scelta delle famiglie”. Tesi secondo noi assai ardita , che abbiamo confutato in sede legale (in quanto questa forma di sussidio agli studenti delle scuole paritarie lede il principio di uguaglianza stabilito dall’art. 3 della Costituzione e quello dell’art. 33 , “senza oneri per lo Stato) , ma che avrà bisogno di una più ampia ed intensa mobi litazione culturale e politica.

Anche perché quella che dobbiamo mettere in discussione culturalmente e politicamente è la concezione generale che sta alle spalle di queste scelte, o vvero il SISTEMA INTEGRATO PUBBLICO E PRIVATO dove il p rivato avrebbe addirittura una funzione pubblica, teoria per la quale dobbiamo ringr aziare l ‘ex ministro Luigi Berlinguer ed il PD.
Non a caso nella MalaScuola di Renzi questa concezione viene generalizzata attraverso la trasformazione delle scuola da “organo costituzionale” ( Calamandrei ) a servizio erogato al cliente, servizio da immettere nel mercato e dove pubblico e privato hanno la stessa funzione ed entrano in concorrenza tra loro ed il cliente con maggiore capacità economica può acquistare quel servizio mentre quelli che non possono farlo vengono emarginati.
Quello che Renzi oggi vuole imporre e’ la concezione della SCUOLA COME AZIENDA, LA SCUOLA NON PIÙ ASCENSORE SOCIALE MA STRUMENTO DI DIFFERENZIAZIONE SOCIALE: QUELLA CHE CHIAMIAMO LA “STREPITOSA SCUOLA DELLE DISEGUAGLIANZE” CON SCUOLE DI SERIE A E SCUOLE DI SERIE B.
Fortunatamente il movimento straordinario dei docenti e degli studenti sta dando, con u na continuità sorprendente, molto filo da torcere a chi pensava di passare senza colpo ferire sulle ceneri della Scuo la della Costituzione.
Si tratta di milioni di persone che oggi vedono nella Scuola gerarchic a, monocratica ed autoritaria, nella Scuola Azienda delle disparità e delle diseguaglianze, un pericolo per la stessa democrazia.

NOI SIAMO E SAREMO CON LORO!!!

Questa sentenza e soprattutto questo movimento a difesa e per la riqualificazione della scuola pubblica statale deve costituire un monito per il Governo Renzi.

C’è una sensibilità’ diffusa e sedimentata nella scuola pubblica statale da parte non solo di centinaia di migliaia di docenti e di studenti ma anche di tanti genitori che cominciano a prendere coscienza in modo significativo. Non sarà facile estirparla!!!

LA NOSTRA CLASS ACTION LO STA A DIMOSTRARE!!!

IL 2 GIUGNO A MILANO daremo vita ad una FESTA DELLA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE IN PIAZZA CORDUSIO DALLE 17 IN AVANTI. VENITE TUTTI A FESTEGGIARE!!!


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