Regionali 2015: Italia, disuguaglianze da urlo. Lavoro, reddito, pensioni: cambiare si deve!

Regionali 2015: Italia, disuguaglianze da urlo. Lavoro, reddito, pensioni: cambiare si deve!

di Roberta Fantozzi -

L’ultimo rapporto dell’Ocse racconta un paese in cui le disuguaglianze sono tali da mettere in discussione ogni principio di giustizia sociale e solidarietà umana.

 

L’1% più ricco della popolazione detiene il 14,3% della ricchezza nazionale, quasi il triplo rispetto al 40% più povero, che ne detiene solo il 4,9%. 600.000 persone hanno il triplo della ricchezza di 24.000.000.

Il 20% più ricco detiene il 61,6% della ricchezza e il 20% appena al di sotto dei più ricchi ne detiene il 20,9%. Il restante 60% della popolazione si deve accontentare del 17,4% della ricchezza, con appena lo 0,4% per il 20% più povero.

La ricchezza in mano al 20% più ricco è 154 volte quella del 20% più povero.

 

Qualche tempo fa un altro rapporto aveva evidenziato come dal 1976 al 2006, nei trenta paesi Ocse, la quota dei redditi dal lavoro sul totale della ricchezza prodotta, fosse diminuita di 10 punti percentuali, a favore di rendite e profitti. In Italia i punti erano 15, pari a oltre 240 miliardi di euro a valori correnti del Pil. Ed oggi la situazione è peggiorata.

 

Dietro i numeri ci sono le vite delle persone. C’è chi può permettersi ogni lusso e chi sopravvive con l’ansia di cosa succederà il giorno, la settimana, il mese dopo.

E insieme ai numeri ci sono le politiche che fa il governo Renzi: che non restituisce i soldi ai pensionati e dice che comunque i pochi che darà saranno tolti dalle risorse per la povertà. Che non fa la patrimoniale, ma continua a privatizzare e tagliare su scuola, sanità, trasporti, servizi. Che precarizza ancora il lavoro per renderlo più ricattabile e povero, che non fa il reddito minimo.

 

Il governo continua a dire che le risorse sono scarse, per convincere le persone che al massimo si può avere qualche briciola, togliendola a chi sta accanto: lavoratori pubblici contro i privati, disoccupati e precari contro lavoratori “stabili” e pensionati , nativi contro migranti. Ma non è così.

 

Ci battiamo perché si faccia un piano per creare un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro con investimenti e assunzioni pubbliche, nella riconversione ecologica dell’economia, nel rilancio di scuola, ricerca, università pubbliche, della cultura e del welfare. Ci battiamo per la riduzione dell’orario di lavoro e l’abrogazione della controriforma Fornero delle pensioni. Ci battiamo per il reddito minimo per i disoccupati, perché nessuna persona sia sotto il livello della povertà.

 

Si può fare,  redistribuendo anche solo parte della ricchezza oggi concentrata in poche mani.  Si può fare smettendo di dare fiducia a chi fa politiche per pochi a danno di molti, e ricostruendo la possibilità di una vita dignitosa e libera per tutte e tutti.

 

Il 31 maggio vota per l’uguaglianza

vota a SINISTRA.

31 vota per l'uguaglianza


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.