A favore o contro la guerra con la Russia?

A favore o contro la guerra con la Russia?

di Jean Luc Melenchon, Front de Gauche

 Avrei molti altri argomenti da trattare oltre alla preparazione della guerra contro la Russia. Ma una polemica di incredibile ferocia è stata scatenata contro di me (faccio notare come io sia ritenuto aggressivo) su questo tema. Non ne sono sorpreso. Due settimane prima delle elezioni dipartimentali[1], che vengono già proclamate vinte in anticipo dal Front National, scatenare una polemica contro di me in forma di calunnia degradante è una manovra certamente rozza ma molto tradizionale. É tuttavia stupefacente che un giornalista come Thomas Legrand[2] si abbandoni a tale polemica al punto di lanciare un appello, un mattino su “France Inter”, ai dirigenti del  Front de Gauche affinché prendano le distanze da me!

Da quando gli ho rifiutato un intervista per il giornale “LUI”[3], dove pure lavora, mi sembra ancora più irritato di quanto non sia già d’abitudine a causa delle sue opinioni politiche. Non è la sua prima uscita a gamba tesa. Questa persona aveva dato le dimissioni da “Inrocks”, la cui redazione era diretta da Audrey Pulvar, per il fatto che il di lei compagno era allora ministro[4]!

Questa compagna di calunnie segue quella sempre condotta contro di me riguardo la Grecia e si inquadra all’interno dell’obbiettivo di demonizzare la mia persona, che non è altro che un aspetto della lotta che d’ora in avanti sarà condotta contro tutti i portavoce dell’altra sinistra in Europa. Intanto gli articoli pubblicitari a favore del Front National non si fermano nemmeno per un giorno. E questo fatto fa il paio con il precedente.

In ogni caso io non posso credere, neppure per un istante, che quelli che mi hanno subissato di critiche a proposito della Russia in tutti questi giorni siano realmente interessati alle cose che io ho effettivamente detto su questo argomento. È sufficiente leggerli per verificare che ciò che mi imputano non si trova nelle mie proposte. Il loro scopo è quello di utilizzare le cose che io dico per censurare le voci dissidenti e, soprattutto, per contribuire in tal modo alla montatura a favore della guerra.

Io voglio comunque riassumere il mio punto di vista in una frase: io sono contrario alla guerra che si sta preparando contro la Russia. Lo sono totalmente! Irrimediabilmente! Sì, io sono in guerra contro il pericolo di questa guerra. Ho proprio detto in guerra. La sola arma di cui dispongo è la mia parola, i miei scritti che cerco di rendere degli strumenti di disintossicazione.

Non ho scelto io la polemica e la oltranza degli attacchi che mi sono rivolti. Io li subisco. Mi aspetto da parte dei miei amici che non li ricambino. E per i più coraggiosi mi aspetto che vengano ad aiutarmi nell’obbiettivo che perseguo: lottare contro la preparazione della guerra contro la Russia. I miei avversari in questa questione sono sempre gli stessi che lo sono per le altre, gli stessi giornalisti, gli stessi media. Il loro metodo è sempre lo stesso: la calunnia personale, la falsificazione delle intenzioni. E, certamente, l’attribuzione al “fronte nemico”. Anche il grande Jaurès era descritto come un agente tedesco perché combatteva contro la preparazione della guerra che lui sapeva che sarebbe stata mondiale. Molti tra noi sono già stati rappresentati come agenti di Saddam Hussein, come amici di Bachar el Assad o di Kadhafi ogni volta che abbiamo rifiutato la guerra che, così sembrava, doveva risolvere tutto, doveva aggiustare tutto.

Lo show business fa della pace la posta in gioco! Bisogna gettare le proprie forze da questa parte, la parte da cui dipende la civiltà umana! No alla guerra alla Russia!



[1]     Le elezioni che si dovranno tenere tra il 22 e il 29 Marzo e che dovranno eleggere il consiglio generale, ovvero l’organo con funzione deliberante all’interno dei dipartimenti.

[2]     Giornalista assai noto che oltre a lavorare per la radio di informazione e approfondimento politico “France Inter”, collabora con varie riviste.

[3]     Una rivista paragonabile alle italiane “GQ” o “Max”.

[4]     Si tratta di Arnaud Montebourg, membro del Partito Socialista, allora ministro del Reindirizzo Produttivo. É il compagno della nota giornalista di origine martinicana Audrey Pulvar.

traduzione di Stefano Acerbo

POUR OU CONTRE LA GUERRE AVEC LA RUSSIE ?
J’aurais bien des sujets à traiter autre que celui de la préparation de la guerre contre la Russie. Mais une polémique d’une incroyable hargne a été déclenchée contre moi (je rappelle que c’est moi qui suis censé être agressif) sur ce thème. Je n’en suis pas surpris. Deux semaines avant les élections départementales proclamées gagnées d’avance par le FN, déclencher une polémique contre moi dans le style du dénigrement avilissant est une manœuvre certes frustre mais assez traditionnelle. Cependant il est stupéfiant qu’un journaliste comme Thomas Legrand s’y abandonne en appelant un matin sur « France inter » les dirigeants du Front de gauche à prendre leurs distances avec moi ! Depuis que je lui ai refusé une interview pour le journal « LUI », où il travaille aussi, je le sens encore plus crispé qu’il l’est d’habitude du seul fait de ses opinions politiques. Il n’en est pas à sa première sortie en chaussures cloutées. L’élégant personnage avait démissionné des « Inrocks » parce que sa rédaction en chef était dirigée par madame Audrey Pulvar au motif que son compagnon était alors ministre ! Cette campagne de dénigrement vient à la suite de celle menée contre moi à propos de la Grèce. Elle prend place dans l’objectif de diabolisation de mon personnage qui est la forme du combat dorénavant contre tous les porte-paroles de l’autre gauche en Europe. Pendant ce temps la masse des publi-reportages pour le FN ne ralentit pas un jour. Ceci va avec cela.
En toute hypothèse, je ne crois pas un instant que ceux qui m’ont accablé à propos de la Russie pendant plusieurs jours soient réellement intéressés par ce que je dis vraiment sur le sujet. Il suffit de me lire pour vérifier que ce qu’on m’impute ne se trouve pas dans mon propos. Leur but est d’utiliser ce que je dis pour interdire la parole dissidente et surtout pour contribuer par ce moyen même au bourrage de crâne en faveur de la guerre.
Je veux cependant résumer mon point de vue en une phrase : je suis opposé à la guerre qui se prépare contre la Russie. Totalement. Irrémédiablement ! Oui, je suis en campagne contre le danger de cette guerre ! Je dis bien : en campagne. La seule arme dont je dispose est ma parole, mes écrits dont j’essaie de faire des outils de désintoxication.
Je n’ai pas choisi la polémique et l’outrance des attaques qui me sont faites. Je les subis. J’attends de mes amis qu’ils ne les relaient pas. Et pour les plus courageux qu’ils viennent m’aider dans le but que je poursuis : lutter contre la préparation de la guerre avec la Russie. Mes adversaires sont toujours les mêmes sur ce sujet comme sur tous les autres, les mêmes journalistes, les mêmes médias. Leur méthode toujours la même : le dénigrement personnel, la falsification des propos. Et, bien sûr, l’assignation au « camp adverse ». Le grand Jaurès était lui aussi décrit comme un agent allemand parce qu’il combattait la préparation de la guerre dont il savait qu’elle serait mondiale. Beaucoup d’entre nous ont déjà été repeints en agent de Saddam Hussein, en ami de Bachar el Assad ou de Kadhafi chaque fois que nous avons refusé la guerre qui, parait-il, devait tout régler tout arranger. Le spectacle du monde fait de la paix un enjeu ! Il faut jeter ses forces dans cette partie dont dépend la civilisation humaine ! Pas de guerre avec la Russie !


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