La lotta dei lavoratori di Cinecittà

La lotta dei lavoratori di Cinecittà

di Stefania Brairedazionale

Oggi i lavoratori di Cinecittà tornano in piazza. Nel silenzio generale – delle istituzioni ma anche del mondo del cinema – i lavoratori degli Studios continuano la loro battaglia per difendere non solo il posto di lavoro, ma un patrimonio pubblico di inestimabile valore. Sono passati più di due anni dall’inizio della loro lotta. Oggi  90 lavoratori sono in solidarietà, 39 in cassa integrazione. Abete, Della Valle, De Laurentiis e Haggiag – che sono i principali azionisti della Ieg, la società cui è stata affidata la gestione privata degli Studios – hanno trovato ben 250 milioni di euro per realizzare il nuovo parco giochi ma continuano da anni a non pagare gli affitti degli Studios allo Stato. Il piano di Abete per “rilanciare” Cinecittà è andato talmente a buon fine che è già apparso il “liquidatore” della società Deluxe.

Nel silenzio generale si sta distruggendo una istituzione culturale pubblica: un patrimonio di professionalità uniche al mondo, un patrimonio culturale e produttivo che tutti ci invidiano.

Nel silenzio generale l’unica politica messa in campo dal ministro Franceschini – in perfetta linea con il governo Renzi – è quella di detassare gli investimenti privati: si finanziano cioè con soldi pubblici le imprese, non le opere e la produzione culturale. Si continuano a tagliare i fondi per la cultura provocando la chiusura di teatri, di sale cinematografiche, di biblioteche e dei tanti luoghi della cultura del nostro territorio.

Rifondazione comunista è come sempre a fianco dei lavoratori degli Studios: Cinecittà deve tornare ad essere a maggioranza pubblica con un progetto pubblico di investimento nelle attività, nei servizi, nella ricerca e nella formazione.

STEFANIA BRAI
Responsabile nazionale cultura del Prc


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