“La Francia riconosca la Palestina”

“La Francia riconosca la Palestina”

di Anna Maria Merlo – da il manifesto

Voto all’Assemblea Nazionale. La sinistra quasi al completo vota a favore. La destra contro (con poche eccezioni). Il governo prede tempo e prepara un testo per l’Onu, alternativo a quello dell’Autorità palestinese. L’Ump accusa il Ps di motivazioni “elettoraliste”. Israele mette in guardia contro possibili “violenze” nel paese che ospita le più grosse comunità arabe e ebree d’Europa

Con un voto sim­bo­lico, che non avrà per il momento con­se­guenze pra­ti­che, l’Assemblea nazio­nale fran­cese ha appro­vato con 339 voti con­tro 151 (16 asten­sioni, 68 depu­tati assenti) l’”invito” al governo fran­cese di rico­no­scere la Pale­stina. Que­sto testo era pre­sen­tato dai socia­li­sti, una ver­sione redatta dal Pcf sarà sot­to­po­sta al Senato l’11 dicem­bre. Il voto fran­cese — “sto­rico” per il Ps — assume una par­ti­co­lare rile­vanza, poi­ché qui con­vi­vono le due più impor­tanti comu­nità di arabi e di ebrei in Europa. Circa 200 per­sone hanno pro­te­stato per il voto di fronte all’Assemblea. Le orga­niz­za­zioni ebrai­che uffi­ciali non erano pero’ pre­senti, c’erano invece soprat­tutto espo­nenti della Ligue de Défense juive e del Betar, movi­menti radi­cali che sono stati pro­ta­go­ni­sti degli scon­tri che hanno avuto luogo ai mar­gini delle mani­fe­sta­zioni vio­lente per Gaza alcuni mesi fa.

La quasi tota­lità dei depu­tati socia­li­sti (con defe­zioni di rilievo tra i radi­cali di sini­stra), i Verdi e il Front de gau­che hanno votato a favore, assieme a qual­che rap­pre­sen­tante dell’Ump e dell’Udi (cen­tro). La grande mag­gio­ranza della destra e del centro-destra (Ump e Udi) ha votato con­tro. L’estrema destra si è divisa: Marion Maréchal-Le Pen del Fronte nazio­nale, che aveva dichia­rato di voler votare a favore, alla fine si è aste­nuta, men­tre l’altro depu­tato (eletto sotto i colori Bleu Marine), Gil­bert Col­lard, ha scelto il “no”, con un discorso molto duro (il Ps “abbrac­cia Hamas, il terrorismo”).

Il dibat­tito fran­cese ha ripro­dotto quelli già avve­nuti altrove. Pra­ti­ca­mente, tutti i depu­tati sono favo­re­voli allo stato pale­sti­nese, ma diver­gono sui tempi e sui modi. Per esem­pio, Nico­las Sar­kozy, che ha ricon­qui­stato la pre­si­denza dell’Ump, ha incon­trato i suoi depu­tati prima del voto e li ha invi­tati a votare “no”, ma nel 2008 da pre­si­dente aveva soste­nuto l’iniziativa del rico­no­sci­mento della Pale­stina da parte dell’Unesco. La prin­ci­pale cri­tica della destra è che il Ps ha usato que­sto voto in modo “elet­to­ra­li­sta”, per cer­care di ricon­qui­stare il voto delle ban­lieues e dei musul­mani, allon­ta­nati non solo a causa delle scelte eco­no­mi­che del governo ma anche dalla legge Tau­bira sul matri­mo­nio omosessuale.

Il governo ha lasciato fare il par­la­mento, ma non ha nes­suna fretta di tra­sfor­mare l’”invito” par­la­men­tare in una deci­sione diplo­ma­tica. Il mini­stro degli esteri, Lau­rent Fabius, ha pre­ci­sato che non c’è da parte del governo “nes­sun impe­gno sulla data del rico­no­sci­mento” e sarà “l’esecutivo e lui solo a giu­di­care l’opportunità poli­tica”, come gli ha rico­no­sciuto la depu­tata Eli­sa­beth Gui­gou, che ha pilo­tato i lavori dei socia­li­sti sulla Pale­stina: “il governo e il pre­si­dente con­ser­vano ogni libertà di scelta sul prin­ci­pio e sul momento” del rico­no­sci­mento. Per Fabius, la Fran­cia “non vuole un rico­no­sci­mento in trompe l’oeil”. Parigi lavora su altro fronte: vuole pro­porre all’Onu un testo alter­na­tivo a quello dell’Autorità pale­sti­nese, che chiede la fine dell’occupazione israe­liana per il novem­bre 2016 ma che rischia di scon­trarsi con il veto Usa. La Fran­cia pro­pone di acco­gliere una con­fe­renza inter­na­zio­nale e di dare due anni di tempo per por­tare a ter­mine nuovi nego­ziati. Secondo il rap­pre­sen­tante pale­sti­nese all’Onu, Riyad Man­sour, il testo fran­cese all’Onu potrebbe essere pre­sen­tato a metà dicembre.

L’ambasciatore israe­liano Yossi Gal ha con­dan­nato il voto e messo in guar­dia con­tro pos­si­bili “vio­lenze” in Fran­cia, men­tre l’Autorità pale­sti­nese ha accolto il risul­tato con favore. Ben­ja­min Neta­nya­hou aveva defi­nito pre­ven­ti­va­mente il voto fran­cese “un grave errore”, aggiun­gendo: “è que­sto che hanno da fare in Fran­cia, men­tre in Medio­riente ven­gono deca­pi­tate le per­sone, tra cui un cit­ta­dino fran­cese?” (il rife­ri­mento è all’alpinista Gour­del, rapito e ucciso in Alge­ria a fine ottobre).

Il Par­la­mento euro­peo si pro­nun­cerà sul rico­no­sci­mento dello stato pale­sti­nese nella ses­sione di dicem­bre, dopo aver riman­dato (su pres­sione del Ppe) un voto in un primo tempo pre­vi­sto il 27 novem­bre. Lo stato pale­sti­nese è già stato rico­no­sciuto da 136 paesi nel mondo. In Europa, la Sve­zia ha rico­no­sciuto la Pale­stina a fine otto­bre e nelle ultime set­ti­mane i par­la­menti di Gran Bre­ta­gna e Spa­gna hanno invi­tato i rispet­tivi governi a fare altrettanto.

ANNA MARIA MERLO

da il manifesto


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.