La lotta per le case popolari va intensificata

La lotta per le case popolari va intensificata

di Walter De Cesaris e Vincenzo Simoni – da unioneinquilini.it

Care compagne e cari compagni, la mobilitazione che abbiamo promosso contro il progetto di vendita all’asta delle case popolari ha raggiunto un risultato straordinario.

Il decreto ministeriale, che già aveva avuto il consenso della Conferenza Unificata con le regioni e i comuni, ed era in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, di fatto è stato congelato.

Nell’incontro che abbiamo avuto nella giornata di ieri con i diretti collaboratori del Ministro Lupi, il capo della segreteria politica e il responsabile della segreteria tecnica del ministro, ci è stato esplicitamente detto che il decreto sarà modificato.

L’insieme delle critiche che abbiamo avanzato sono così stringenti che anche i responsabili del Ministero hanno dovuto riconoscere la loro fondatezza.

La conseguenza necessitata è che l’iter istituzionale deve riprendere il suo corso, con un nuovo coinvolgimento della Conferenza Unificata.

Nella sostanza politica tutto ciò equivale al ritiro del decreto.

Si tratta, ripetiamo di un fatto straordinario che è stato ottenuto grazie alla nostra mobilitazione e alla capacità di far emergere la questione all’attenzione della stampa e delle televisioni.

Se a questo punto ci fermassimo, faremmo un errore madornale, almeno per due ragioni:

-       l’impegno a modificare il decreto non garantisce che il nuovo testo sarà soddisfacente. Se lasciassimo la presa ora, il rischio è di una operazione trasformistica di qualche miglioramento che lascia però inalterato l’essenziale (la procedura di vendita all’asta).

-       Il nostro obiettivo di fondo è quello di modificare nella sostanza la direzione degli interventi. La priorità per il governo (non solo nazionale ma anche regionale e dei comuni) per noi deve essere l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica, non la dismissione del patrimonio. Per questo, abbiamo chiesto un rovesciamento degli interventi: si pensi a come incrementare l’offerta di abitazioni a canone sociale e si sospendano i piani di vendita. Uno dei nostri cavalli di battaglia, anche tattico nella prospettiva di un intervento generale, deve essere l’applicazione dell’articolo 4 della Legge 80 (che prevede lo stanziamento di 500 milioni di euro per un piano di interventi di manutenzione straordinaria a  partire dagli alloggi popolari oggi non assegnati in quanto inagibili).

Oggi pertanto è necessario rilanciare la vertenza, a partire dai territori.

Dobbiamo pretendere che le Regioni e i Comuni stavolta si facciano sentire. Anche qui, possiamo spendere molti argomenti, ciascuno di per se decisivo:

-       Regioni e comuni debbono difendere le proprie prerogative. Lo Stato non può dettare norme per pianificare le dismissioni di un patrimonio immobiliare che non è suo. Su questo punto, è totalmente sostenibile un ricorso alla Corte Costituzionale per un evidente conflitto di competenze.

-       Oggi la priorità, a fronte della disperata condizione della sofferenza abitativa del Paese, è l’incremento del patrimonio pubblico e non la sua dismissione. Per questo chiediamo la sospensione dei piani di vendita e l’adozione di un piano strategico per l’incremento dell’offerta di alloggi a canone sociale attraverso il recupero e il riuso a fini abitativi del patrimonio pubblico dismesso, vuoto o in dismissione.

In ogni caso:,

-       Le case popolari non possono essere vendute all’asta perché questo criterio è oggettivamente una privatizzazione in quanto consente di poter far diventare proprietari di questi immobili, che hanno per legge una funzione sociale, soggetti che non hanno diritto a stare nell’ERP.

-       Non si possono gettare gli assegnatari in una condizione di precarietà abitativacome logicamente le aste comporterebbero in quanto i prezzi di vendita sarebbero decisi all’interno di quelle procedure di mercato (spesso non proprio limpide).

-       Gli assegnatari debbono avere una tutela assoluta del mantenimento del diritto ad abitare nell’alloggio in cui risiedono, anche nel caso di non acquisto.

La Campania e il Lazio hanno già preso un posizione formale che chiede al governo di ritornare nella Conferenza Unificata e modificare radicalmente l’impostazione del decreto.

In tutti e due i casi, il risultato è stato ottenuto dopo due manifestazioni, in Campania a livello unitario ma con una presenza dell’UI maggioritaria e nel Lazio con una autonoma nostra manifestazione.

Anche comuni importanti, come Roma, si stanno apprestando a votare mozioni da noi proposte, che vanno nella stessa direzione.

L’appello che rivolgiamo a tutte le sedi e a tutte le attiviste e gli attivisti è di muoversi rapidamente ed energicamente nella stessa direzione, anche attivando tutti i mezzi di informazione che si sono dimostrati molto sensibili alle nostre argomentazioni.

Il messaggio che vogliamo dire chiaro e forte è che abbiamo vinto solo il primo tempo della partita. Anzi, forse, sarebbe meglio dire che siamo riusciti a parare un rigore all’ultimo istante con un eccezionale scatto di reni.

La partita vera, comincia adesso ! Il fatto di giocarla, cominciando da zero a zero, non ci garantisce affatto la vittoria.

Continuiamo le mobilitazioni, facciamo assemblee, promuoviamo, se possibile unitariamente con tutti coloro che ci stanno, manifestazioni, continuiamo le raccolte di firme, presentiamo mozioni nei consigli regionali e comunali, chiediamo ai parlamentari locali di presentare interrogazioni.

Finiamo questo appello con due proposte di lavoro e una considerazione politica.

  1. Utilizziamo fino in fondo questa vertenza, che possiamo vincere veramente, anche al fine di trovare un nuovo radicamento nei complessi delle case popolari, allarghiamo il nostro discorso alle condizioni di vita, alla lotta al degrado, alle necessità di interventi manutentivi, alle richieste che vengono dagli assegnatari.
  2. Trasformiamo questa lotta, che è partita dalla difesa contro un progetto socialmente scellerato, nell’attacco per un vasto movimento che affermi come le case popolari siano un bene comune che va difeso e incrementato. Abbiamo, forse per la prima volta dopo molti anni, la possibilità di dare corpo a un movimento popolare che dice basta alle privatizzazioni e alle svendite e chiede un nuovo intervento pubblico perché l’Italia abbia un vero piano casa: 1 milione di alloggi sociali attraverso l’utilizzo del patrimonio inutilizzato e lasciato al degrado.

Su questo, possiamo preparare una iniziativa nazionale, prima del congresso.

  1. Quest’anno siamo stati protagonisti di grandi battaglie sociali      per il diritto alla casa che hanno segnato anche punti di avanzamento: la salvaguardia di coloro che avevano denunciato l’affitto in nero; l’introduzione nella normativa nazionale del principio della morosità incolpevole; oggi il congelamento e la ridiscussione del decreto che voleva vendere all’asta le case popolari. Dentro questo contesto, abbiamo ottenuto anche la regolarizzazione degli occupanti delle case degli enti Previdenziali (in controtendenza con il famigerato comma 1 dell’articolo 5 della Legge Lupi) e battuto il tentativo di bypassare tutele e garanzie con il conferimento ai fondi immobiliari. Siamo i protagonisti in Italia della lotta contro gli sfratti con la campagna “sfratti zero”.

Per ottenere questi risultati, il ruolo delle sedi è stato fondamentale e, in particolare, va ringraziata la federazione di Roma per la funzione di coordinamento che ha svolto con competenza ed efficacia indiscutibili.

Tutto ciò non cambia il segno regressivo delle politiche del governo, né la condizione della sofferenza abitativa strutturale del Paese. Abbiamo piena consapevolezza di quanto la situazione resti drammatica e l’enorme distanza che dobbiamo colmare.

Abbiamo dimostrato, però che, unendo conflitto, competenze e tenacia, si possono ottenere risultati, anche in controtendenza con il quadro generale.

Ottenere dei risultati, anche parziali, è fondamentale non solo per le questioni in sé ma anche perché aiutano l’ulteriore sviluppo del conflitto.

Per questo, l’Unione Inquilini è il sindacato che non molla mai.

Per tutte queste ragioni, vi chiediamo un ulteriore scatto per vincere un’altra battaglia: portare a casa definitivamente la vittoria contro il decreto che voleva far vendere all’asta le case popolari.

Consentiteci un antico ma non vecchio incitamento (per noi mai da rottamare): al lavoro e alla lotta !

WALTER DE CESARIS
Segretario nazionale Unione Inquilini

VINCENZO SIMONI
Presidente nazionale Unione Inquilini

fonte: www.unioneinquilini.it


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