La vera storia di Matteo Renzi. L’uomo “loro” al potere

La vera storia di Matteo Renzi. L’uomo “loro” al potere

di Maria R. Calderoni

<Mi chiamo Peter Parker (pardon, Matteo Renzi) e sono l’Uomo Ragno da quando avevo quindici anni. Qualche domanda?>. L’Uomo Ragno Matteo Renzi ha una tela e ovviamente una ragnatela. Fittissima, fortissima, diffusissima. Tentacolare, diverticolare, strisciante, invadente: l’Uomo Ragno Matteo Renzi se l’é costruita ad alta velocità e senza intoppi, proprio mentre il Pd c’era e se c’era dormiva. Perché lui,  Renzi, a differenza di altri, non è stato creato e mandato dalla Provvidenza; no, lui si é fatto da solo con gli amici suoi, pezzetto dopo pezzetto, riavvolgendosi ben bene nella sua ragnatela, costruendosi giorno per giorno, piazzandosi porta a porta, vendendosi a gogò sia in chiaro che non. E tutto ciò sempre sotto gli occhi di quei morti di sonno del Pd, ai quali ha sottratto – con destrezza ragnesca – praticamente tutto, le primarie, le secondarie, il partito, il Palazzo Chigi (sinora…).

È appunto quello che racconta, con abbondante e rigorosa messe di dati e fonti, questo libro di Davide Vecchi – “L’Intoccabile. Matteo Renzi. La vera storia”, Chiarelettere, pag.188, €13,90 – . Un libro che rivela il “miracolo” Renzi. Un miracolo che, come tutti i miracoli, non c’è; infatti, realisticamente, non trattasi altro che di un caso quasi banale di marketing e sponsorizzazione ben riuscito; del lancio ben organizzato (ricordate la Nutellla?) di un Nuovo Prodotto, il Matteo Renzi. Ovviamente, sempre tutto sotto gli occhi di quei morti di sonno del Pd.

Il libro e a suo modo una specie di Crozza nel Paese delle Meraviglie, vale a dire, la “vera” storia di Matteo Renzi. Era solo un boy scout, un segretariuccio di un PPI di paese, un presidentello di Provincia che sembrava destinato (politicamente) a vivere e morire lì, snobbato dai piddini sia toscani che non. Invece.

<L’ascesa politica di Renzi – dice il libro – comincia nel 2007. Per l’esattezza, il 22 ottobre, ore 13,30. Quel giorno 106 tra imprenditori, avvocati, commercialisti, nobili, politici, amici entrano all’hotel Brunelleschi di Firenze staccando un assegno da mille euro ciascuno per partecipare al pranzo>. Si tratta della <prima iniziativa della neonata associazione Link , finalizzata esclusivamente a raccogliere fondi per sostenere la candidatura di Renzi alle primarie per la scelta del sindaco del capoluogo toscano>.

Lo sapevate? Nell’occasione, <a fare gli onori di casa c’é il suo tutor politico Francesco Rutelli, leader della Margherita> (a cui il Matteo si è opportunamente iscritto). E tra i presenti, spiccano <l’amico e socio di Denis Verdini Riccardo Fusi> (quello finito in carcere per la bancarotta della Btp, uno della famosa “cricca” del G8 “); Andrea Bracci, amico di famiglia, socio di Tiziano Renzi (il padre del noto Matteo) nonché cospicuo tramite con il mondo imprenditoriale toscano e non; e poi c’è lui, il quasi fratello Marco Carrai, suo sodale di sempre e gran raccoglitore di fondi.

Marco Carrai chi? Anche di lui certo non sapevate niente. Per illustrarlo, sia pure per sommi capi,  il libro di Vecchi ci impiega cinque pagine. Questo Carrai – che nasce bene in quel di Greve in Chianti, grandi proprietà in Toscana e ville in Sardegna – esibisce infatti nel curriculum dei suoi trentanove anni oltre venti posti eccellenti, tra incarichi partecipazioni, titoli,  e chi più ne ha più ne metta. Robetta che va dalla Firenze Parcheggi,  all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, al Gabinetto Vieusseux, all’Assaeroporti, alla Cambridge Management Consulting, , alla C&T Crossmedia, alla Imt Foundation di Boston, ecc ecc. Il Marco Carrai che <dal 2009 è il committente responsabile della campagna per l’elezione a sindaco di Renzi>, appunto il tramite di banchieri, imprenditori, finanzieri, politici, amministratori, burocrati; “la bella gente” di Renzi.

Mica solo Carrai. La ridda di sigle, nomi, sponsor, finanziatori, sostenitori che appare affiancata alla cosidetta “carriera di Renzi” è semplicemente stupefacente. Se non fosse altamente “sospetta”. Tanto per fare un altro elenco di nomiecognomi (scusate, ma il libro é una autentica miniera, leggere per credere): compaiono – vedi dati, per altro non completi,  forniti dalla Fondazione Big Bang, la cassaforte dell’ ex boy scout di Rignano – Davide Serra, finanziere; Iacopo Mazzei,  presidente Cassa di Risparmio di Firenze, Guido Ghisolfi, vicepresidente della Mossi&Ghisolfi di Tortona; Paolo Fresco, ex presidente della Fiat; Franzo Grande Stevens, l’avvocato della famiglia Agnelli; Eva Energie Spa dell’ex presidente dell’Enel  Chicco Testa; Carlo Micheli, consigliere di Banca Leonardo; Fabrizio Landi, amministratore della società Esaote; Carlo Salvatori, presidente di Allianz Italia; Orsero e Vincenzo Manes di Kme, ex gruppo Orlando, il maggior produttore mondiale di rame e leghe in rame…Ecc ecc.

Dalle Leopolde in là. Mentre, al solito, quelli del Pd non se ne accorgono (nessuno finora è riuscito a sapere se ci sono o ci fanno) tutto é già stato stabilito – là dove si puote – e il treno Renzi é in corsa. Dalla Provincia al Comune dal Comune al Pd dal Pd al Palazzo Chigi: tutto costruito e preparato – anzi, pre-preparato – ad hoc. Come volevasi dimostrare, Berlusconi adiuvando: l’uomo “loro” al potere.

Ovviamente, il libro di Vecchi tocca tutti i tanti passaggi politici, sociali, propagandistici – ivi compresi errori e sottovalutazioni (passati e presenti) del Pd, finito ad accettare un segretario-avversario (!) – che segnano la marcia del Matteo; e le sorprendenti “scoperte” sono tante anche qui.

Ma la sostanza resta quella.  Renzi, l’uomo “loro”.

MARIA R. CALDERONI

redazionale


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