La parabola socialdemocratica nella crisi dell’UE

La parabola socialdemocratica nella crisi dell’UE

Riccardo Chiari :: da il manifesto

Sinistra europea. Come all’iniziativa di Transform!, anche al seminario della Gue-Ngl si applaudono gli operai Ast, simbolo di una governance Ue di grande coalizione nella quale, come ricorda la Fiom, “la competizione non è più fra capitale e lavoro ma fra i lavoratori stessi, per rendere più competitiva la loro impresa”

Se alla ini­zia­tiva di Tran­sform! sulla crisi delle social­de­mo­cra­zie i bat­ti­mani più calo­rosi sono arri­vati all’intervento del dele­gato sin­da­cale Ste­fano Gar­zu­glia delle accia­ie­rie spe­ciali di Terni, le tre gior­nate del gruppo par­la­men­tare della Sini­stra euro­pea Gue-Ngl si aprono con un applauso dei 53 euro­de­pu­tati agli ope­rai dell’Ast. E’ la riprova della stretta rela­zione fra i due appun­ta­menti. Sul piano della difesa del lavoro – di qua­lità – con i suoi diritti e le sue tutele, e nel sim­bo­lico acco­gli­mento di una posi­zione cri­tica e di denun­cia di fronte a un caso da scuola: l’antitrust Ue che impone, e con­ferma, una posi­zione per cui Ast non deve pas­sare ai fin­lan­desi di Outu­kumpu (“abuso di posi­zione domi­nante”) che in teo­ria hanno un piano indu­striale, ma deve restare all’altra mul­ti­na­zio­nale Thys­sen Krupp, che ha deciso di abban­do­nare quel set­tore produttivo.

Nella ses­sione su pre­ca­rietà e disoc­cu­pa­zione, Mau­ri­zio Lan­dini non c’è per­ché impe­gnato nella ver­tenza Ast. Inter­viene l’altro diri­gente Fiom, Enzo Masini, che come Gar­zu­glia riba­di­sce la neces­sità di agire nella dimen­sione euro­pea. Nell’unico ter­reno dove può essere bloc­cata “una com­pe­ti­zione che non è più fra il lavoro e il capi­tale ma fra i lavo­ra­tori stessi, per ren­dere sem­pre più com­pe­ti­tiva la loro impresa”. Un campo di gioco, quello con­ti­nen­tale, su cui insi­ste Emi­liano Bran­cac­cio. Pronto a ricor­dare i moniti degli eco­no­mi­sti: “Pro­se­guendo con l’austerity, non ci sarà nes­sun rie­qui­li­brio fra i paesi Ue. Que­sto dopo sei anni nei quali sei paesi hanno perso in tutto sei milioni di posti di lavoro, e la Ger­ma­nia ne ha gua­da­gnati un milione”.

Tutto accade con l’acquiescenza della grande coa­li­zione popolari-socialisti che nei fatti governa l’Ue, denun­cia la capo-delegazione ita­liana dell’Altra Europa, Eleo­nora Forenza: “Sono stata all’Ast per dare agli ope­rai la mia soli­da­rietà, e poi a Bru­xel­les ho ascol­tato le loro sacro­sante richie­ste. Sono stati rice­vuti da molti euro­de­pu­tati ita­liani che hanno detto di volersi impe­gnare. Ma mi sem­bra che que­sto non si stia tra­du­cendo in un’azione con­creta”. Per una ragione che la sera prima, nella discus­sione sulla para­bola social­de­mo­cra­tica affre­scata da Fau­sto Ber­ti­notti attra­verso gli ultimi 35 anni, lo spa­gnolo Manolo Mono­reo ha così sin­te­tiz­zato: “Pode­mos ha suc­cesso per­ché rompe lo schema ormai fit­ti­zio destra-sinistra, in un momento sto­rico che invece chiama a sce­gliere fra la con­ti­nuità o la rot­tura”. Pas­sag­gio affi­nato, guar­dando alla rap­pre­sen­ta­zione uffi­ciale degli eventi, da Lorenzo Zam­poni di Act: “La bat­ta­glia simu­lata con­tro l’austerità ha biso­gno di pro­ta­go­ni­sti che si fron­teg­gino, ma sem­pre all’interno di un sistema di com­pa­ti­bi­lità. In Ita­lia addi­rit­tura Renzi diventa ‘rivo­lu­zio­na­rio’, quando in realtà accetta le poli­ti­che dell’Ue. Men­tre in Spa­gna, con Pode­mos, c’è una forza fuori dal sistema di compatibilità”.

Un sistema, osserva Cur­zio Mal­tese nella ses­sione del Gue-Ngl incen­trata sull’impatto della crisi sulla cul­tura, che si è con­so­li­dato anche per­ché “la sini­stra ha inse­guito una falsa moder­nità e ha rinun­ciato alla vera moder­nità, non stu­diando più il tempo pre­sente”. Un tempo in cui, denun­cia Sal­va­tore Set­tis, viene can­cel­lato “il diritto fon­da­men­tale alla cul­tura che è anche il diritto alla qua­lità della vita. E que­sto nono­stante arti­coli della Costi­tu­zione, ad esem­pio in Ita­lia come in Por­to­gallo, che tute­lano il pae­sag­gio e l’ambiente. Con for­mu­la­zioni che hanno il loro senso ultimo nella tutela dei diritti delle gene­ra­zioni future”.

RICCARDO CHIARI

da il manifesto


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