Milano città metropolitana: il voto premia i candidati della sinistra. Ridare il voto ai cittadini

Milano città metropolitana: il voto premia i candidati della sinistra. Ridare il voto ai cittadini

di Matteo Prencipe, segretario provinciale PRC Milano -

Il voto milanese dei “grandi elettori” dello scorso 29 settembre per la Città Metropolitana merita una riflessione. E’ la città del sindaco Pisapia che ha battuto dopo 20 anni le destre, la città che alle europee ha consegnato al PD un grande 40% di consensi e alla sinistra unita dell’Altra Europa il 6,5%. A Milano e nella sua provincia prevale in grandi e piccoli comuni il governo del centro sinistra. E’ un centro sinistra per molti aspetti “di vecchio cogno”, quello storico che unisce l’area riformista, SEL e in diversi comuni il PRC (a Milano città solo in maggioranza).

E’ un centro sinistra con un PD ovviamente a “trazione renziana”, ma viste le tradizioni milanesi fortemente pragmatico e certamente non omogeneo al proprio interno.  Esistono certamente spinte per escludere la sinistra nelle alleanze e si sono viste all’opera anche per la città metropolitana. Trovare possibili omogeneità con il livello nazionale di governo è per molti una necessità, ma esiste anche chi non dimentica il ventennio di governo della destra e l’impossibilità di relazioni organiche con Forza Italia e infine un centro politico inesistente. In sintesi un’anomalia politica che non si può che valorizzare visto il quadro nazionale.

Con queste premesse e pur ritenendo intollerabile l’aver sottratto al voto popolare un’istituzione così potenzialmente decisiva per la vita dei cittadini, si è avviato il percorso unitario di centro sinistra per la Città Metropolitana.  La convergenza su 4 punti essenziali per lo Statuto costitutivo è stato lo snodo più importante: elezione popolare del Presidente, del consiglio, l’attivazione di momenti consultivi per i comuni di “area vasta” e di cittadini, la costituzione delle municipalità milanesi. La critica sulla legge costitutiva al di là delle parole non poteva che essere più evidente: si deve tornare al voto popolare senza il quale un’istituzione non ha legittimità.

 

Per noi comunisti e per la sinistra è questo l’obiettivo di fase essenziale, unito alla necessità di affermare nell’istituzione nascente che pur critichiamo il ruolo della sinistra. Sui punti  essenziali per lo statuto, si è formata quindi la lista unitaria di centro sinistra, senza compromissioni con aree della destra, che infatti ha ritrovato la sua unità di un tempo con Forza Italia e visto la Lega andare in solitaria. Una nota a margine merita il M5S, che ha riconfermato la sua paralisi e isolamento e pur forte di 58 consiglieri comunali in provincia, non ha neanche tentato di aggregare il civismo “né di destra-né di sinistra”, cosa riuscita invece a sorpresa e con successo dai radicali e dissidenti socialisti (2 consiglieri metropolitani eletti).

 

La lista di centro sinistra nella quale abbiamo candidato la nostra compagna Rita Parozzi, (consigliere comunale di un comune della provincia ed espressione di una lista locale unitaria con SEL)  ha ottenuto 14 seggi (su 24) e la maggioranza relativa. Risultato in larga parte scontato seppur inferiore alle aspettative del PD, che prevedeva un risultato più ampio vista la maggioranza dei comuni governati dal centro sinistra.

 

Non scontato invece è stata l’affermazione nostra e della sinistra. Con una certa sorpresa dei commentatori della stampa, ormai assuefatta alla non presenza dei comunisti, dal voto è emerso un segnale di controtendenza, che premia il nostro partito e SEL (1 del PRC, 2 di SEL), consegnando nei fatti alla sinistra un ruolo decisivo nella maggioranza. La nostra compagna ha ottenuto un risultato pieno (settima degli eletti) senza accordi di preferenze con il PD, ma sostenuta da diversi consiglieri di sinistra e di movimento presenti in liste civiche dei comuni minori, oltre ovviamente che dai ns consiglieri comunali ed in particolare per il peso elettorale dei 2 presenti a Milano città.

 

Non possiamo certamente enfatizzare il risultato, dopo tutto è stato un voto di “grandi elettori” contro cui ci battiamo per ritornare al voto popolare, ma il segnale politico va colto.  Questo voto è un punto importante per la sinistra larga che vogliamo costruire e sta a noi e alla sinistra saperlo valorizzare.  Infatti la sinistra pur fortemente indebolita numericamente nella sua rappresentanza istituzionale territoriale (sia il PRC che SEL) in virtù della scellerata legge che riduce i consiglieri comunali mantiene una sua capacità attrattiva.

 

Esponenti politici e di movimento ambientale e civico spesso giovani,  guardano con favore a sinistra (sia verso il PRC che a SEL) e su obiettivi condivisi convergono al di là delle differenze. Si sentono nei fatti più rappresentati dalla sinistra che dal PD e dal M5S, ma vogliono poter contare e incidere sull’esistente e sono poco propensi alla pura testimonianza. Questo è lo snodo su cui riflettere con pazienza e tenacia. Vi è un dato interessante emerso dal voto di secondo livello: la candidata del PRC su 14 consiglieri della lista è settima e i candidati di SEL sesto e nona, risultando quindi più convincenti di blasonati sindaci del PD di grandi e importanti comuni. Anomalia e caso? Probabilmente è anche frutto della dialettica interna al Partito Democratico, che certamente è meno monolitico di quanto appare, ma è anche merito della sinistra e nostro, che non rinunciamo alle nostre idee pur valorizzando le convergenze se queste possono migliorare la vita dei cittadini dei nostri territori.

Ora la sinistra milanese e metropolitana, ha voce in capitolo e responsabilità affinché attraverso il varo dello Statuto si vada nel 2016 al voto popolare. E’ possibile così presto? Ne saremo capaci? Dipende anche dalla capacità della sinistra di unirsi, convergere sulla sostanza delle proposte e dotarsi di un terreno unitario di contenuti. Per questo proponiamo ai soggetti politici della sinistra, associazioni, consiglieri comunali, comitati, presenti anche nei Comitati dell’Altra Europa con Tsipras, di costituire insieme un “FORUM Unitario della Sinistra METROPOLITANA”, che sappia unire sui contenuti le esperienze territoriali e lavorare a stretto contatto con i consiglieri della sinistra metropolitana eletti. La sinistra di alternativa del domani nasce anche così unendo la radicalità dei contenuti alle gambe per poterli realizzare.


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