Sinistra sarda fa un primo bilancio sulle politiche della giunta Pigliaru. Cominciamo dal lavoro

Sinistra sarda fa un primo bilancio sulle politiche della giunta Pigliaru. Cominciamo dal lavoro

comunicato stampa della Sinistra Sarda -

Il flop sardo del programma Garanzia Giovani e le inconsistenti politiche regionali per il lavoro

 

Nonostante i proclami e i buoni propositi, a 180 giorni dall’insediamento della Giunta Pigliaru e a quattro mesi dal lancio in Sardegna del programma Garanzia Giovani, emerge in maniera drammatica l’inconsistenza delle politiche regionali per il lavoro a fronte di una crisi che schiaccia sempre più i sardi.

Ad aprile scorso la Giunta regionale ha approvato la convenzione con il ministero per l’attuazione nell’isola del Programma Europeo Garanzia Giovani che ha come obiettivo quello di offrire alle ragazze e ai ragazzi tra i 15 e i 29 un’opportunità nel mondo del lavoro e della formazione, entro quattro mesi dall’adesione, attraverso l’attivazione di tirocini, percorsi di apprendistato, bonus occupazionali, sostegno alla mobilità territoriale e transnazionale, etc.

Il Piano esecutivo del programma, contenente le modalità di attuazione delle misure previste, viene elaborato dall’Agenzia regionale per il lavoro soltanto ad agosto, ed appare vago: un contenitore vuoto che attende ancora gli avvisi e i bandi necessari alla sua operatività.

Intanto, i Centri Servizi per il Lavoro, sono partiti allo sbaraglio, senza nessun coordinamento e raccordo, da parte dell’Agenzia stessa, convocando oltre 9.000 giovani illusi e speranzosi di poter avere risposte concrete, rispetto alle possibilità del programma, che ancora tardano ad arrivare.

 

In questo quadro l’Agenzia regionale per il Lavoro, è ancora guidata da un commissario scelto dalla Giunta Cappellacci in continuità con le politiche fallimentari del Centrodestra, considerato il ruolo strategico della stessa per la messa in atto di concrete ed efficaci risposte alla crisi occupazionale.

 

Si denuncia, con grande imbarazzo, la mancata istituzione della Commissione Regionale per i servizi e le politiche per il lavoro (art.11 L.R. n.20/05) di fondamentale importanza per il coinvolgimento sistematico delle parti sociali ed istituzionali al fine di determinare le politiche attive per il lavoro e definirne le relative scelte programmatiche e di indirizzo della Regione. Di conseguenza non è stata promossa la Conferenza Regionale per l’Occupazione (art.12 L.R. n.20/05) indispensabile per la realizzazione del Piano Regionale per i Servizi, le Politiche del lavoro e l’occupazione (art. 13 L.R. n. 20/05) quale documento di programmazione e di indirizzo della Regione.

 

Del resto, e constatarlo è amaro, anche le politiche per il lavoro messe in campo in questi sette mesi da questa Amministrazione, si caratterizzano per l’inconsistenza di progettualità, di idee valide per far fronte alla situazione drammatica di giovani e meno giovani, riducendosi a semplici proroghe di provvedimenti attuati dalla precedente amministrazione di Centrodestra (come nel caso degli ammortizzatori sociali o del rifinanziamento di programmi come il microcredito, anch’esso nato con la Giunta Cappellacci).

 

Sul fronte degli ammortizzatori sociali in deroga si riscontra tutta la debolezza nell’interlocuzione con il Ministero rispetto alle regole restrittive contenute nel Decreto Poletti che escluderebbero circa 12.000 persone beneficiarie degli interventi di ammortizzatori sociali, cioè circa la metà degli attuali beneficiari. Al riguardo nulla si intravede da parte della Regione rispetto ad interventi di flexicurity e di welfare mirati a questa particolare tipologia di lavoratrici e lavoratori spesso avanti con l’età, così come non si intravedono interventi mirati ad altre categorie di soggetti che si trovano in forte svantaggio nel mercato del lavoro.

Sullo sfondo resta tutta l’ambiguità, l’inadeguatezza e la carenza di contenuti della delibera di riforma del sistema dei servizi per il lavoro, strategica per il perseguimento dei risultati in termini di politiche attive e cavallo di battaglia della campagna elettorale del Presidente insieme agli interventi sull’Istruzione e la Formazione professionale. A tal proposito l’unica proposta di legge di riordino di cui il centro sinistra ha memoria è quella depositata nei cassetti dalla giunta Soru: “Principi e norme per l’educazione, l’istruzione e la formazione professionale”.

 

Infine, si constata un forte ritardo sulla programmazione e riprogrammazione degli interventi degli assi portanti del FSE che uno spiraglio avrebbero potuto dare in questo momento di grande difficoltà economica.

 

La coalizione progressista e sovranista ha vinto le elezioni del febbraio scorso proponendo un percorso politico di svolta e innovazione centrato sui temi dello sviluppo e dell’occupazione.

Ma in politiche del lavoro, la giunta dei Professori non passa l’esame di settembre.
Sinistra Sarda continuerà ad assumersi le proprie responsabilità compresa la libera e puntuale attività di controllo sull’operato di chi governa la Regione.

 

 


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